E’ stata revocata la misura cautelare, consistente
nell’obbligo di firma per tre giorni la settimana, presso la caserma dei
carabinieri, per il 52enne vigile urbano di Lipari, Francesco Belfiore.
Questi
come si ricorderà è indagato, unitamente al collega Beniamino Livolsi, per truffa aggravata nei confronti del comune di Lipari,
per aver abbandonato anticipatamente il posto di lavoro a Vulcano e aver
percepito indebitamente parti di stipendio e missioni.
I due, infatti, secondo
l’accusa, con artifici e raggiri omettevano di indicare sul cartellino
elettronico, che certifica le presenze, gli orari del servizio. Ciò gli avrebbe
consentito di allontanarsi dal posto di lavoro, prima della fine del servizio.
La
revoca della misura cautelare è stata disposta dal Gip del tribunale di Barcellona
Pozzo di Gotto, Salvatore Pugliese, dopo l’interrogatorio di Belfiore e a
seguito della produzione documentale presentata dall’ avvocato difensore Saro
Venuto.
Il legale, contestualmente alla presentazione della documentazione atta
a scagionare il Belfiore, aveva per l’appunto chiesto la revoca della misura
sia per carenza di esigenze cautelari, sia per carenza del fumus del reato
contestato.
Ricordiamo che, in precedenza, lo stesso Gip, Pugliese, aveva
deciso di non accogliere la richiesta del Pubblico Ministero, Federica Paiola
di applicare la stessa misura cautelare per Livolsi (difeso anch’egli
dall’avvocato Venuto).
Sia Belfiore che Livolsi restano, al momento,
indagati per i reati contestategli.
L’avvocato Venuto, da noi contatto, si è
detto certo di riuscire a dimostrare l’estraneità dei suoi assistiti.
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