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sabato 22 agosto 2015
“Lipari e l’edicola votiva dedicata a Sant’Antonio”. Tra religione e storia (di Giuseppe Cincotta)
Ieri sera, nel corso della novena di San Bartolomeo, Don Gaetano Sardella ha organizzato una raccolta ma partecipata processione che dalla cattedrale si è snodata fino a raggiungere la piccola edicola votiva dedicata a Sant’Antonio che troviamo alla fine della salita che da Piazza Mazzini conduce al Castello. Subito dopo i partecipanti, tra cui tanti turisti, sono stati allietati da un piccolo rinfresco offerto da alcuni fedeli, da Don Gaetano Sardella e dal fedelissimo Francesco Ziino.
A quel punto con i numerosi turisti presenti abbiamo cominciato a raccontare la storia dell’edicola votiva, sconosciuta a molti. Da lì la promessa strappata da padre Sardella di inviare qualche foto della serata (messe a disposizione dal sig. Musumeci di Acireale) e qualche cenno sulla presenza dell’edicola votiva.
L’edicola sacra è stata allestita il 18.06.1938 dai Croati in ricordo degli ustascia “in onore di Sant’Antonio”. Sul monumento sono presenti due targhe, l’una in lingua italiana e l’altra in lingua slava. Gli Ustascia (il cui nome si ricollega al partito nazionalista guidato da Ante Pavelic che si opponeva al regno di Jugosavia dominato dall’etnia Serba) arrivarono a Lipari nel novembre 1934 e da li a poco il loro numero superò le 450 unità, tra essi anche donne e bambini. Furono ospitati nei due edifici del castello, fino a pochi anni prima destinati ai confinati politici, oggi occupati dal museo. Alcuni di essi vivevano fuori dalle mura del castello, sistemati in case private. Il governo italiano provvedeva all’alloggio e versava una somma mensile per il mantenimento. Molte famiglie, nel corso della permanenza a Lipari, si integrarono con la popolazione locale ed i loro figli frequantavano la scuola. Gli stessi, di religione cattolica, utilizzavano per le celebrazioni liturgiche la chiesa della Madonna delle Grazie e disponevano di un loro cappellano, certo don Vinco. Successivamente, a causa di contrasti sorti all'interno della stessa comunità, alcuni di essi furono trasferiti a Canneto, altri a Stromboli ed altri in diversi paesini della provincia di Messina. Gli ultimi ustascia presenti lasciarono definitivamente Lipari nel 1941. Nel cimitero di Lipari, nella parte alta, vi sono le tombe di alcuni di essi che persero la vita nel periodo di pseudo - confino.
Per approfondire l’argomento segnalo l’articolo di Giovanni Re “Gli Ustascia a Lipari” pubblicato sul periodico “Agorà” n. 46 , facilmente rintracciabile su internet.Giuseppe Cincotta
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