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venerdì 21 agosto 2015

MESSINA. Morte Ilaria, sotto torchio un 39enne. È l’uomo che guidava l’auto e che l’ha portata al lungomare del Ringo

Vanno avanti in profondità le indagini della Squadra mobile e della Procura sulla morte della sedicenne Ilaria Boemi, stroncata sulla spiaggia del Ringo dagli effetti dell’assunzione di cristalli di ecstasy in un bicchiere di birra. E mentre si cercano squarci di verità su tutte le responsabilità, emergono o vengono riferiti nuovi particolari. Tutti da verificare, naturalmente. È durato ieri oltre due ore l’interrogatorio da parte del sostituto procuratore Stefania La Rosa dell’uomo di 39 anni, uno degli indagati dell’inchiesta, che quella notte, dopo l’assunzione della sostanza da parte di Ilaria, a quanto pare condivisa insieme ad alcuni amici, le diede con la sua auto il passaggio dal centro alla spiaggia del Ringo. Lì dove s’è consumata la tragedia che ha scosso Messina e l’Italia intera. Il trentanovenne, assistito dall’avvocato Flavia Buzzanca, ha fornito la sua ricostruzione di quanto sarebbe accaduto tra la sera del nove e l’alba del 10 agosto. Il suo legale, alla fine, ha dichiarato di sentirsi «molto serena e tranquilla per il fatto che il mio assistito, come già aveva fatto una prima volta, si è messo a disposizione degli inquirenti per una puntuale conoscenza della realtà dei fatti, e lo ha fatto con dovizie di particolari». L’uomo avrebbe riferito di non essere mai stato un assuntore di stupefacenti, e detto di aver frequentato saltuariamente Ilaria, sempre in compagnia. E che anche quella notte in spiaggia era presente con loro un’altra ragazza. Avrebbe poi rimarcato con forza di aver chiamato immediatamente i soccorsi, in particolare una persona che si trovava sulla pista ciclabile, allorquando Ilaria ha accusato la grave crisi che l’ha portata alla morte. Non avrebbe chiamato il 118 con il suo telefonino in quanto lo aveva dimenticato all’interno dell’auto. Ma proprio sulla tragica “e s c a l ation” tra l’assunzione dei micidiali granuli di Mdma e la morte della studentessa dello Jaci, avrebbe fornito alcuni particolari un po’ diversi da quelli fin qui raccolti. La terribile mistura di birra ed ecstasy – avrebbe affermato – sarebbe stata bevuta da Ilaria non nella zona del Duomo ma in piazza Del Popolo, ancora più lontano dal lungomare in cui poi è morta. Ma qui s’innesterebbe un altro elemento di novità, da verificare. Secondo il trentanovenne la puntata notturna al Ringo non sarebbe stata una decisione presa a seguito della crisi poi rivelatasi mortale per la povera ragazza, ma il frutto della voglia di fare un bagno notturno. Solo sull’arenile del Ringo – q u esta la sua versione – Ilaria avrebbe accusato quel malore che non le ha lasciato scampo. Tra le precisazioni dell’u omo, assistito dal suo legale, vi sarebbe anche quella relativa al fatto di non essersi mai allontanato durante quella notte maledetta. Sia nell’immediatezza – anche se per un attimo avrebbe negato di conoscerla in quanto sarebbe stato sotto choc per la tragedia – che per svariate ore sino all’alba, ma poi sempre ammettendo di conoscerla, durante la permanenza dell’ambulanza sul lungomare del Ringo e durante il trasferimento del corpo della povera Ilaria all’obitorio del Policlicnico.

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