Riceviamo e pubblichiamo:
Ieri alle ore 13 mia figlia si è imbarcata, sotto una pioggia scrosciante, a Lipari sull'aliscafo diretto a Milazzo per procedere poi verso l' aeroporto di Catania. Riporto integralmente il messaggio che mi ha inviato:
E' una situazione che molti di noi hanno vissuto, io compreso, e che definire sconveniente è un puro eufemismo, specialmente per una ragazza che viaggia da sola. So che questa mia lettera, come tutte le altre che i cittadini scriviamo per far rilevare disservizi o torti, cadrà nell'assoluto oblio del menefreghismo ma questo non mi esime dal continuare a scrivere.
Vorrei chiedere a chiunque ci amministrerà nei prossimi anni di essere voce dei cittadini con la capacità di interessarsi del quotidiano. Nessuno di noi "pretende" da chi ci amministra cose diverse da quelle che chiediamo a Dio: "...dacci oggi il nostro pane quotidiano". Amministrare, secondo il vocabolario Treccani è: " Reggere, curare, regolare, sorvegliare il buon andamento: a. gli affari di uno stato, del comune, ecc.; ".
Che nessuno strumentalizzi politicamente queste mie dichiarazioni per usarle a proprio piacimento a favore o contro altri. A me non interessa "chi ci amministrerà" ma che lo faccia incontrando le persone, camminando in mezzo alla gente, passando per i vicoli, guardando i giovani in viso, difendendo gli ultimi, sostenendo le famiglie, stringendo la mano nello stesso modo ad un Operatore Ecologico e al Prefetto o al Vescovo, facendosi trovare e consigliare dalla gente a cui, spesso, basta una risposta. Sappiamo quanto sia difficile governare, che ci sono enormi difficoltà economiche, sociali e pratiche e che nessuno ha la bacchetta magica. Nessuno dei cittadini "pretende" la riuscita in ogni iniziativa ma "chiede" che ci si provi.
Francesco Coscione
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