Nuova sfida per il PICCOLO BORGO ANTICO, compagnia teatrale locale che, nonostante l'amatorialità che le è propria, cerca di soppesare con occhio attento i lavori a cui dà vita in scena. Bonariamente sobillati dalla vulcanica regista TINDARA FALANGA, ieri sera, i "ragazzi" hanno portato in rassegna (quinto appuntamento della XVI stagione) un classico di grande spessore e forte richiamo: L'AVARO DI MOLIÈRE, una pietra miliare del patrimonio recitativo esistente. Al cospetto di una gremitissima platea di oltre 500 presenze, il famigerato ARPAGONE, magistralmente animato da DANIELE RUSSO, ha regalato due ore di comicità, evasione, gag e sotterfugi, spalleggiato -o contrastato - da affini, servitori o invadenti figuri che ne attentavano l'ossessivo equilibrio patrimoniale. Un variopinto carillon di pose, costumi e sberleffi in auge con l'époque in cui il testo fu concepito ma con striature di una vivacità sicula tutta appannaggio della sapiente regia.
Un MOLIÈRE che fa l'inchino a un teatro visto con gli occhi- e la coscienza - di un'attualità ancora oggi avara ( nei sentimenti come nelle tasche).
Un'attualità che nell'AVERE ( sempre e disperatamente di più) cerca - ma spesso non trova- le risposte di un ESSERE in crisi coi suoi SÈ!
Un'ulteriore nota di merito all'eclettico protagonista che, nonostante i problemi dì raucedine che lo avevano colpito poco prima della prima, ha dato comunque magnificamente voce ( con l'anima e non solo con le corde vocali) a uno status symbol del teatro d'ogni tempo.
Brava Tindara, instancabile pioniera di una cultura che sceglie le rare strade dell'emozione per arrivare al cuore di chi ne vive, coglie, sente...la straordinaria portata umana.
Il PICCOLO BORGO ANTICO raccoglie ancora una volta con fierezza e orgoglio questo ulteriore successo ed esprime un meritevole GRAZIE a chi, anche dietro e oltre al sipario, contribuisce fattivamente al calore degli applausi suscitati .
Fra tutti mi si conceda una nota di encomio a favore di ANGELINO BIVIANO, presidente della Compagnia e nostro factotum, interprete senza copione di un ruolo di immane responsabilità.
Viva il teatro, specchio di un mondo che va contemplato e letto tra le righe di una complessità che ci allontana da noi stessi!
GIANLUCA VENEROSO
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