Stamattina, al mio risveglio, ero ansiosa di andare a svolgere il ruolo di neo eletto consigliere comunale.
Mentre percorrevo i gradini del Palazzo Comunale, che mi avrebbero condotta all’Aula consiliare, pensavo all’ordine del giorno, alle delibere che avremmo approvato, ai debiti che avremmo dovuto onorare e agli immobili abusivi di cui avremmo dovuto valutare la opportunità di dichiararli di prevalente interesse pubblico e quindi di destinarli alla pubblica utilità.
Ogni volta che entro in quella rispettabile Sala avverto in me una sensazione di entusiasmo mista a grande senso di responsabilità, perché quando io prendo il mio posto e mi siedo davanti al mio microfono so che sto rappresentando i miei cittadini e che sono tenuta a fare il meglio per il mio Comune.
Proprio oggi le mie aspettative sono state disattese ed io porgo le mie più sentite scuse alla cittadinanza tutta che ha dovuto assistere, inerme e delusa, al triste spettacolo che noi tutti, maggioranza e opposizione, abbiamo messo in scena nel corso della odierna seduta consiliare.
In aula erano presenti solo 8 dei 16 consiglieri, 6 della maggioranza e 2 della opposizione.
Il numero legale c’è (7 consiglieri), si dà il via ai lavori, anzi no…il consigliere Fonti propone di aggiornare il Consiglio al pomeriggio o, tutt’al più, al giorno successivo per dare la possibilità ai componenti assenti, causa condizioni meteo marine avverse, di presenziare.
Il presidente sospende la seduta per 5 minuti, il gruppo di maggioranza valuta la proposta.
Personalmente, seppure solidale agli assenti per forza maggiore o per altre motivazioni, non sono d’accordo al rinvio della seduta, il numero legale c’è e dobbiamo iniziare i lavori.
L’urgenza che caratterizza alcune delle tematiche all’ordine del giorno (in primis i debiti fuori bilancio) e la consapevolezza che il giorno successivo anche altri componenti, per i più disparati motivi, sarebbero stati probabilmente assenti, mi induce a non avallare la richiesta presentata.
Il Consiglio inizia l’esame dei punti all’ordine del giorno, primo debito fuori bilancio, somme dovute per lavori svolti sul gommone della Protezione Civile.
Si potrebbe pensare ad una proposta lineare, facilmente condivisibile ed invece no.
La minoranza si abbandona alla sue, di certo legittime, considerazioni che sono, a modesto avviso della scrivente, un po’ troppo spesso ripetitive e di conseguenze poco proficue ai fini di una discussione costruttiva.
La foga di alcuni è tale che non si riesce nemmeno a dare la parola al tecnico istruttore della proposta, se non per solo pochi minuti.
Ma ormai è tutto inutile, si grida allo scandalo, alla inadeguatezza dell’amministrazione, si vogliono i colpevoli (non ho ben capito di cosa).
Si va alla votazione e…..sorprese delle sorprese la minoranza esce dall’aula (invero non esce neppure dalla porta) e con ghigno soddisfatto guarda il Consiglio Comunale sciogliersi per sopravvenuta mancanza del numero legale.
Evviva la democrazia Signori, ben vengano le uscite di scena ad arte, i sorrisi di soddisfazione perché la maggioranza oggi è stata debole e non è riuscita a fare a meno della minoranza.
Ed io, povera stolta, che pensavo che il Consiglio Comunale fosse un organo unico, che il consigliere fosse portavoce degli interessi di tutti e non schiavo di una dinamica dualista di conflitto tra maggioranza e opposizione che paralizza, che immobilizza e che non costruisce nulla.
Mi hanno risposto che “loro”, perché ci deve essere per forza e sempre e comunque un “noi” ed un “loro”, hanno svolto il ruolo che gli compete, sono l’opposizione e che il fallimento del Consiglio Comunale di oggi è stato colpa di una maggioranza assenteista.
No, non credo proprio, il fallimento è stato di un intero organo, il fallimento è stato di una istituzione che ha deluso i cittadini.
Ognuno si prenda le proprie responsabilità.
Mi hanno parlato di ruolo della minoranza, ma quale è questo ruolo? Essere sempre contro ogni proposta dell’amministrazione in carica? Anzi no, perché in realtà non c’è nemmeno il coraggio di dire “no”, si preferisce l’astensione, il voto di chi non vota, o si esce dall’aula indignati.
Io credo ancora che la funzione di una minoranza sana sia quella di stimolare il dialogo, di farsi portavoce delle idee del proprio elettorato, di cooperare con l’amministrazione per raggiungere un fine comune, di controllare in modo propositivo e non con il solo scopo di denigrare e di fare delle sterili e facili strumentalizzazioni.
Il Consiglio, unitariamente inteso, non ha fatto il suo dovere.
Oggi non ci sono né vinti, né vincitori.
Abbiamo perso tutti.
Il consigliere comunale
Dott.ssa Erika Pajno
Mentre percorrevo i gradini del Palazzo Comunale, che mi avrebbero condotta all’Aula consiliare, pensavo all’ordine del giorno, alle delibere che avremmo approvato, ai debiti che avremmo dovuto onorare e agli immobili abusivi di cui avremmo dovuto valutare la opportunità di dichiararli di prevalente interesse pubblico e quindi di destinarli alla pubblica utilità.
Ogni volta che entro in quella rispettabile Sala avverto in me una sensazione di entusiasmo mista a grande senso di responsabilità, perché quando io prendo il mio posto e mi siedo davanti al mio microfono so che sto rappresentando i miei cittadini e che sono tenuta a fare il meglio per il mio Comune.
Proprio oggi le mie aspettative sono state disattese ed io porgo le mie più sentite scuse alla cittadinanza tutta che ha dovuto assistere, inerme e delusa, al triste spettacolo che noi tutti, maggioranza e opposizione, abbiamo messo in scena nel corso della odierna seduta consiliare.
In aula erano presenti solo 8 dei 16 consiglieri, 6 della maggioranza e 2 della opposizione.
Il numero legale c’è (7 consiglieri), si dà il via ai lavori, anzi no…il consigliere Fonti propone di aggiornare il Consiglio al pomeriggio o, tutt’al più, al giorno successivo per dare la possibilità ai componenti assenti, causa condizioni meteo marine avverse, di presenziare.
Il presidente sospende la seduta per 5 minuti, il gruppo di maggioranza valuta la proposta.
Personalmente, seppure solidale agli assenti per forza maggiore o per altre motivazioni, non sono d’accordo al rinvio della seduta, il numero legale c’è e dobbiamo iniziare i lavori.
L’urgenza che caratterizza alcune delle tematiche all’ordine del giorno (in primis i debiti fuori bilancio) e la consapevolezza che il giorno successivo anche altri componenti, per i più disparati motivi, sarebbero stati probabilmente assenti, mi induce a non avallare la richiesta presentata.
Il Consiglio inizia l’esame dei punti all’ordine del giorno, primo debito fuori bilancio, somme dovute per lavori svolti sul gommone della Protezione Civile.
Si potrebbe pensare ad una proposta lineare, facilmente condivisibile ed invece no.
La minoranza si abbandona alla sue, di certo legittime, considerazioni che sono, a modesto avviso della scrivente, un po’ troppo spesso ripetitive e di conseguenze poco proficue ai fini di una discussione costruttiva.
La foga di alcuni è tale che non si riesce nemmeno a dare la parola al tecnico istruttore della proposta, se non per solo pochi minuti.
Ma ormai è tutto inutile, si grida allo scandalo, alla inadeguatezza dell’amministrazione, si vogliono i colpevoli (non ho ben capito di cosa).
Si va alla votazione e…..sorprese delle sorprese la minoranza esce dall’aula (invero non esce neppure dalla porta) e con ghigno soddisfatto guarda il Consiglio Comunale sciogliersi per sopravvenuta mancanza del numero legale.
Evviva la democrazia Signori, ben vengano le uscite di scena ad arte, i sorrisi di soddisfazione perché la maggioranza oggi è stata debole e non è riuscita a fare a meno della minoranza.
Ed io, povera stolta, che pensavo che il Consiglio Comunale fosse un organo unico, che il consigliere fosse portavoce degli interessi di tutti e non schiavo di una dinamica dualista di conflitto tra maggioranza e opposizione che paralizza, che immobilizza e che non costruisce nulla.
Mi hanno risposto che “loro”, perché ci deve essere per forza e sempre e comunque un “noi” ed un “loro”, hanno svolto il ruolo che gli compete, sono l’opposizione e che il fallimento del Consiglio Comunale di oggi è stato colpa di una maggioranza assenteista.
No, non credo proprio, il fallimento è stato di un intero organo, il fallimento è stato di una istituzione che ha deluso i cittadini.
Ognuno si prenda le proprie responsabilità.
Mi hanno parlato di ruolo della minoranza, ma quale è questo ruolo? Essere sempre contro ogni proposta dell’amministrazione in carica? Anzi no, perché in realtà non c’è nemmeno il coraggio di dire “no”, si preferisce l’astensione, il voto di chi non vota, o si esce dall’aula indignati.
Io credo ancora che la funzione di una minoranza sana sia quella di stimolare il dialogo, di farsi portavoce delle idee del proprio elettorato, di cooperare con l’amministrazione per raggiungere un fine comune, di controllare in modo propositivo e non con il solo scopo di denigrare e di fare delle sterili e facili strumentalizzazioni.
Il Consiglio, unitariamente inteso, non ha fatto il suo dovere.
Oggi non ci sono né vinti, né vincitori.
Abbiamo perso tutti.
Il consigliere comunale
Dott.ssa Erika Pajno
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