A Nord del nostro territorio, dove sembra possibile, con un soffio di Eolo e una mano protesa verso il blu, toccare i cirri "di una Salina" bicuspide. Lì dove il tempo magico - lo stesso dei tanti San Giuseppe artigiani di questi incantevoli angoli del Sud - sembra scorrere ancora inesorabile. Lì dove l'epoca infausta della modernità si inchina al TUTTO NATURA di silenzi e pensieri senza schermi e beep. Lì dove pomice e ossidiana ricordano l'acerbità pietrosa della terra che ci é culla e che serba gelosa il marchio di eroici padri lavoratori "di manu e di cori" .
Proprio là... insegnanti e bambini hanno trascorso la tarda mattinata del 19 Marzo.
Invitati a partecipare alla Santa Messa da un papà spirituale d'eccezione (Don Lillo), i nostri alunni hanno omaggiato la "paternità" propria di tale ricorrenza con i valori che meglio le appartengono: il piacere di una parola amica trasmessa con calore affabile (grazie al giovane seminarista Piero, prodigo di domande e aneddoti in un'omelia poco predica e tanto "fabula"!); la sicurezza di un io che ci difenda sempre e comunque (grazie al diacono Bartolo Saltalamacchia, la cui invocazione conclusiva ha avvicinato davvero la santità di Giuseppe all'umanità di chi lo adora!) ; l'accudimento col poco e con l'essenziale (grazie ai "preparatori" attenti dell'atteso QUADARO, incontro di gusto e genuinità, fatica e rispetto, in una miscela saporita che sa di unione, casa e accoglienza!).
Grazie agli anziani del posto, papà di papà, che, con la sapienza di usanze orgogliosamente difese, hanno regalato sorrisi e teneri saluti dagli inconfondibili accenti dialettali.
Auguri a tutti i GIUSEPPE di un'Italia di Mazzini, Garibaldi e altri "nascosti eroi del Tricolore".
GIANLUCA VENEROSO
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