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lunedì 20 maggio 2019

Milazzo, malato di Parkinson, originario di Salina, “sequestrato” in casa dall’anno scorso

L'amico Massimo Lo Schiavo ci segnala questo articolo, pubblicato da oggimilazzo.it
E’ “sequestrato” in casa dall’anno scorso. E’ la storia di Stefano Bonica, 82 anni, che vive in un condominio nel centro di Milazzo. Affetto del morbo di parkinson si ritrova sulla sedia a rotelle ed è impossibilitato non solo – come ovvio – ad utilizzare le scale ma anche l’ascensore poiché la porta d’ingresso troppo piccola. 
A raccontarlo ad Oggi Milazzo è la moglie Anna Maria Taranto che da anni tenta di ottenere dal condominio la sostituzione della porta d’ingresso in modo da far passare la sedia e far prendere al marito un po’ d’aria o farlo accarezzare da un raggio di sole.
«Ogni volta che l’amministratore di condominio mette questo punto all’ordine del giorno la seduta non si svolge perché manca il numero legale e il punto non viene trattato. Sono trascorsi già tre anni e quattro convocazioni», sostiene la signora sessantaduenne.
Il marito, ex muratore originario di Salina, combatte questa malattia da circa vent’anni ma recentemente si è aggravato al punto da non essere più autosufficiente. «Nel 2016 il condominio ha deciso di ammodernare l’ascensore con una spesa di 18 mila euro – racconta Anna Maria Taranto – avevo sottolineato la situazione di mio marito e chiesto di “abbattere questa barriera” per consentire di avere la possibilità di uscire e rientrare a casa. I tecnici avevano trovato anche la soluzione. Tutti hanno glissato anche se nel verbale sono riuscita a far inserire la postilla che se mio marito si fosse aggravato l’assemblea si impegnava a trovare una soluzione. Così non è stato».
L’ultima uscita di casa del signor Bonica risale allo scorso ottobre per un ricovero. «E’ stato trasportato a casa utilizzando un telo – racconta la moglie – fortunatamente stiamo al primo piano. La cosa che mi amareggia è che quando l’ascensore non funziona tutti corrono a chiamare il tecnico e guai se non si mette in funzione subito, ma del nostro disagio non si preoccupa nessuno». Non è escluso che la vicenda finisca all’attenzione della magistratura del tribunale di Barcellona.

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