Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha riadottato il Piano paesaggistico di Messina entro il termine del 27 ottobre, fissato dalla sentenza del Tar che aveva annullato il decreto di approvazione del Piano stesso varato dal precedente esecutivo.
Col provvedimento, il presidente, in qualità di assessore dei Beni culturali ad interim, non si è limitato ad adottare il vecchio strumento di pianificazione paesaggistica, ma ha recepito le correzioni e rettifiche di lacune macroscopiche, in base alla ricognizione delle aree realmente boschive sulla base di sopralluoghi tecnici all’uopo disposti.
Il nuovo decreto recepisce altresì osservazioni di adeguamento tecnico-normativo dell’Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio che ha espresso parere favorevole alla nuova adozione del Piano.
Il decreto, inoltre, sul piano più squisitamente politico-istituzionale, da un lato preserva i vincoli a tutela dell’interesse pubblico, dall’altro dovrà, nelle fasi successive del procedimento, portare all’atto definitivo (pubblicazione, osservazioni, etc.), aprendo a una efficace rivisitazione del Piano con il supporto e la partecipazione ampia delle comunità locali e delle categorie tecniche, professionali, sociali e imprenditoriali.
Non è un caso che l’atto riporti un richiamo al Documento di economia e finanza regionale 2020/2022 in cui il governo Musumeci manifesta l’indirizzo politico di una revisione periodica dei Piani paesaggistici e ciò, per “sorpassare la storica percezione di dispositivi vincolistici imposti dall’alto, senza interazione con il territorio”.
«Il presidente della Regione - ha dichiarato Nello Musumeci - non è secondo a nessuno nella tutela attenta dell’interesse pubblico e dei valori paesaggistici del territorio che sono parte integrante del nostro patrimonio culturale. E anche la serietà e l’attenzione con cui abbiamo posto rimedio all’annullamento da parte dei giudici amministrativi del Piano paesaggistico di Messina per errori commessi da governi precedenti, lo dimostra senza tema di smentita. D’altra parte, a fronte di strumenti di tutela varati in passato col vizio di notevoli deficit di approfondimento e di concertazione - fino a casi di vera e propria superficialità - ritengo mio dovere, subito dopo l’adozione del Piano, dare vita ad una larga e scrupolosa stagione di ascolto dei territori, dei governi locali, delle rappresentanze sociali, professionali, imprenditoriali e certo anche ambientaliste, a conclusione della quale potremo assumere col provvedimento di approvazione definitiva decisioni equilibrate e ispirate a buon governo».
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