Vescovo, santo (sec. IV). Nonostante che sia sempre stato molto celebrato nella storia della Chiesa come uomo di grande cultura e di profonda spiritualità, le notizie che possediamo di Serapione sono scarne e frammentarie, in quanto provengono indirettamente da altre fonti. Di lui non conosciamo i riferimenti cronologici e quelli relativi all'origine, come anche il luogo di morte.
Sappiamo che visse ritirato nel deserto per alcuni anni, conducendo vita eremitica e divenendo uno dei più illustri discepoli di Antonio il Grande, prima di essere eletto vescovo di Thmuis (presumibilmente tra il 340 e il 356).
Fu zelante difensore della fede di Nicea, accanto ad Atanasio, con il quale intrattenne una lunga relazione epistolare, che costituisce l'unica fonte documentale certa per risalire alla sua attività. Da ultimo sappiamo che dall'imperatore Costanzo II fu mandato in esilio. Degli scritti a lui attribuiti è stata ritrovata tardivamente un'opera polemica contro i manichei e un Eucologio, una raccolta che fornisce in forma di preghiera indicazioni sui particolari della vita liturgica nell'Egitto del secolo IV. Oltre che nei sinassari bizantini, seppure con alcune varianti, è commemorato in diversi martirologi occidentali, che ne tessono ampiamente gli elogi.
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