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martedì 22 giugno 2021

Ci crogioliamo nel fango di una porcilaia incancrenita (di Francesco Coscione)

Vedere la propria terra calpestata, sfruttata, derisa e svenduta dovrebbe provocare dolore o almeno indignazione. Ci riempiamo la bocca di proclami sul porta a porta, sul Covidfree, sul patrimonio dell’umanità, sulla storia millenaria, sulle bandiere blù, sui lungomari da sogno e viviamo una realtà vergognosa. Siamo campioni del mondo a mettere la polvere, anzi il marciume e la puzza nauseabonda di quei cassonetti, sotto il tappeto. “Non pubblichiamo foto della spazzatura, è un danno d’immagine per le Eolie”.
Quando i turisti sono già qui li abbiamo già spolpati, chi se ne frega se non tornano e ci fanno cattiva pubblicità. Il fatto è che quel marciume e quella puzza ce l’abbiamo dentro, radicata nel nostro dna che ci consente di riempire le strade e le piazze di rifiuti di tutti i tipi.
Il marciume e la puzza di quei cassonetti è solo la punta dell’iceberg di ciò che esiste nella nostra società e che non vogliamo che sia curato. Ci crogioliamo nel fango di una porcilaia incancrenita. L’Amministrazione comunale ha rinnovato l’appalto ad una azienda già nel passato palesemente inadeguata ( ndd. L’appalto è stato affidato dall’Urega ) . Perchè? E perchè, nonostante questa situazione sia sotto gli occhi di tutti, la ditta appaltatrice non viene obbligata a tenere fede al contratto?Il contratto a favore di chi è stato redatto? Quando il territorio è abbandonato dallo Stato il vuoto lasciato viene riempito da altro, spero che ce ne siamo accorti. Ci siamo assuefatti al brutto, al disservizio, all’incapacità gestionale. Sono disfattista? Un malato di tumore deve capire la gravità della malattia o non si curerà. Già ma a noi non interessa curare una malattia che crediamo di non avere. Qui va tutto bene, scusate il disturbo. 
Benvenuti alle Eolie e buone vacanze.
Francesco Coscione

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