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venerdì 4 novembre 2022

Giacomantonio: Eolie siano isole della misericordia e della speranza

Il primo di novembre, le Suore francescane dell’Immacolata Concezione di Lipari celebrano la fondazione del loro Istituto, che quest’anno ha compiuto 117 anni, e dedicano due giornate alle celebrazioni ed alle preghiere ricordando la loro fondatrice, Madre Florenzia, al secolo Giovanna Profilio che era di Lipari, nativa di Pirrera, oggi venerabile e per cui è in corso il processo di canonizzazione. Per questa ricorrenza le suore vengono dalla sede generalizia di Roma e dalle diverse case distribuite in Sicilia e pregano, in comunione di intenti, con le consorelle delle case del Brasile e del Perù dove hanno portato il nome di Florenzia e di Lipari legandolo alla solidarietà nei confronti dei bambini, degli anziani e dei poveri delle “favelas”.

Quest’anno alle celebrazioni tenute nella chiesetta di via Marconi, meglio conosciuta come via Diana, vi hanno preso parte una trentina di suore che hanno condiviso con i fedeli di Lipari queste due giornate di preghiera.


Anch’io vi ho partecipato e come da diversi anni la mia preghiera ha riguardato il riconoscimento della santità di Florenzia a cui, il 2 dicembre del 2019, nell’VIII anniversario del transito di mia moglie Aida ho dedicato un libretto dal titolo “Un sogno. E se non è un sogno cos’è?”. In esso io immagino un grande miracolo che avviene a Pirrera, nel giardino della casa della famiglia di Giovanna Profilio, oggi monumento alla sua memoria e luogo di preghiera. Un miracolo che, a differenza di quelli avvenuti finora. e che hanno portato alla sua venerabilità non si manifesta nell’intimità della vita delle famiglie ma in pubblico, come quelli che Gesù compiva in Israele quando per le strade della Galilea o lungo il tragitto verso Gerusalemme donava la vista ai ciechi, sanava i lebbrosi, risuscitava i morti.

Ecco, anche quest’anno, nel raccoglimento della chiesetta delle suore ho ripreso questa preghiera:
“Signore, ricordati di Florenzia, fa che sia riconosciuta santa e che il miracolo o i miracoli per la sua canonizzazione sia un messaggio forte di misericordia e di speranza per queste isole. Un messaggio forte Signore perché compiuto in un luogo pubblico, per le strade e le piazze, in mezzo alla folla, guarendo giovani che sono nati con un handcup o una malattia grave, giovani che tutti conoscono e compatiscono. Giovani che improvvisamente si alzano dalla carrozzella dove sono inchiodati da sempre e gridano :”Grazie Signore, mi hai guarito. Grazie Madre Florenzia che hai sostenuto la mia causa”. Un grido che magari si ripete tre quattro volte da luoghi diversi, da giovani diversi, con problemi diversi come immagino nel mio racconto del “sogno”.
Ecco Signore, fa di queste isole non solo le isole delle bellezze naturali, dei fenomeni vulcanici, del mare, del sole, delle vacanze ma anche e soprattutto le isole della misericordia e della speranza. Le isole dove avvengono i miracoli che scuotono l’animo di noi cittadini trasformando il nostro cuore da cuore di pietra in cuore di carne , come dice il profeta Ezechiele; rendendo il nostro animo compassionevole e misericordioso, la nostra fede attenta alla condivisione, alla carità, alla solidarietà, all’accoglienza verso i fratelli più bisognosi più che ai riti e alle processioni.

Si Signore, fa di queste isole le isole della misericordia e della speranza e non solo perché si verificano i miracoli ma soprattutto perché la misericordia e la speranza sono vissute dai loro abitanti e la gente arriva da fuori non solo per visitare e pregare a Pirrera nella casa dove visse Florenzia, ma per respirare la spiritualità nuova che si manifesta nella gente e fra la gente, il clima di comunione che si vive nei rapporti umani, anticipazione e prefigurazione dei cieli nuovi e della terra nuova”.


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