Ecco, anche quest’anno, nel raccoglimento della chiesetta delle suore ho ripreso questa preghiera:
“Signore, ricordati di Florenzia, fa che sia riconosciuta santa e che il miracolo o i miracoli per la sua canonizzazione sia un messaggio forte di misericordia e di speranza per queste isole. Un messaggio forte Signore perché compiuto in un luogo pubblico, per le strade e le piazze, in mezzo alla folla, guarendo giovani che sono nati con un handcup o una malattia grave, giovani che tutti conoscono e compatiscono. Giovani che improvvisamente si alzano dalla carrozzella dove sono inchiodati da sempre e gridano :”Grazie Signore, mi hai guarito. Grazie Madre Florenzia che hai sostenuto la mia causa”. Un grido che magari si ripete tre quattro volte da luoghi diversi, da giovani diversi, con problemi diversi come immagino nel mio racconto del “sogno”.
Ecco Signore, fa di queste isole non solo le isole delle bellezze naturali, dei fenomeni vulcanici, del mare, del sole, delle vacanze ma anche e soprattutto le isole della misericordia e della speranza. Le isole dove avvengono i miracoli che scuotono l’animo di noi cittadini trasformando il nostro cuore da cuore di pietra in cuore di carne , come dice il profeta Ezechiele; rendendo il nostro animo compassionevole e misericordioso, la nostra fede attenta alla condivisione, alla carità, alla solidarietà, all’accoglienza verso i fratelli più bisognosi più che ai riti e alle processioni.
Si Signore, fa di queste isole le isole della misericordia e della speranza e non solo perché si verificano i miracoli ma soprattutto perché la misericordia e la speranza sono vissute dai loro abitanti e la gente arriva da fuori non solo per visitare e pregare a Pirrera nella casa dove visse Florenzia, ma per respirare la spiritualità nuova che si manifesta nella gente e fra la gente, il clima di comunione che si vive nei rapporti umani, anticipazione e prefigurazione dei cieli nuovi e della terra nuova”.
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