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venerdì 11 ottobre 2024

Alicudi, ma quale eradicazione. Capre più dannose che mai. E a Ginostra non va meglio

Ad oltre sei mesi dall'annunciato piano di eradicazione e di donazione gratuita agli allevatori che ne hanno fatto richiesta le oltre 600 capre di Alicudi continuano a restare sull'isola e cosa, ben più grave, così come denunciano gli esasperati cittadini, continuano a generare danni e non solo sui caratteristici terrazzamenti e sui muri a secco. 

L’appello, diffuso attraverso i social, rende, anche se solo parzialmente, l’idea della situazione che si trovano ad affrontare il centinaio di abitanti della piccola isola eoliana. “Bisogna trovare – viene scritto- una soluzione per gli abitanti e per le capre. Non è possibile che non possiamo più coltivare niente nei nostri orticelli per causa loro che, tra l’altro, invadono, ormai, i centri abitati dell’isola e si spingono, senza alcun timore, sin dentro le abitazioni. In molti casi le persone non possono nemmeno, più, raccogliere l’acqua piovana per l’inquinamento causato da quanto rilasciano le capre sui tetti delle abitazioni. Aiutateci! Non lasciateci soli con questo problema!”. 

Al Comune di Lipari che, a suo tempo, pubblicò il bando regionale e che comunque, non ha competenza sull’intervento di eradicazione, ricadendo Alicudi in zona di Riserva naturale, sono ben consapevoli della problematica. Assente il sindaco Riccardo Gullo, impegnato a Favignana nel congresso dell’ANSPI sulla sanità nelle isole minori, ha parlato al Giornale di Lipari l’assessore Carolina Barnao che sta seguendo la delicata problematica. “Si farà – dichiara -  un altro tentativo per risolvere il problema capre ad Alicudi. La società che doveva catturare i 600 capi ci riproverà prossimamente, una volta che alla Regione avranno modificato il piano d’intervento per le difficoltà logistiche riscontrate. Queste poi, come previsto, verranno regalate, dopo lo stazionamento nel recinto e i controlli sanitari nei pressi del porticciolo, agli allevatori in regola”

Alicudi non è la sola a soffrire del sovraffollamento di questi ungulati. Analogo allarme è stato lanciato, nei mesi scorsi, dal piccolo borgo di Ginostra. Sulla montagna ne vivrebbero, allo stato brado, diverse centinaia che, sempre più numerose, penetrano nel villaggio, tra le colture e le abitazioni.  

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