Da sempre, con la mia famiglia, e con
alcuni compaesani, ho lottato per vedere riconosciuti quei diritti essenziali
per condurre, nella mia terra, una vita civile e dignitosa, riuscendo a
ottenere l’acquedotto, la pista eliportuale, la centralina fotovoltaica e il
pontile, infrastrutture che forniscono servizi fondamentali di cui oggi TUTTI godono
(compresi coloro che alla realizzazione di tali opere si sono opposti sempre e in
ogni maniera).
Di questo sono orgoglioso!!!
Con la mia avanzata età, ho sempre cercato
di dare il buon esempio e buoni consigli ai pochi giovani dell’isola,
insegnando loro a lottare per il bene del paese, senza essere di fastidio per
nessuno, ma nel contempo senza farsi intimidire da nessuno!
Sento il bisogno di confessare, alla
società civile che, alla mia veneranda età, forse per la prima volta, mi sento mortificato
e umiliato per quanto è successo venerdì scorso a Ginostra, quella stessa
umiliazione provata anche da Pasquale Giuffrè, 76 anni, compagno di mille
battaglie condotte per il bene comune, che, lo scorso venerdì mattina,
incontratomi con gli occhi bassi e tristi mi ha sussurrato: “andiamocene
Mario, andiamocene, perché non siamo graditi!!!”
I GINOSTRESI NON GRADITI A GINOSTRA!! A
casa loro!!!!
Considero ugualmente indegno e vergognoso
far allontanare il giovane Gianluca Giuffrè - una gioventù sacrificata, come
quella di mio figlio Riccardo, in decennali battaglie di civiltà - in quanto
“non gradito”.
Vi assicuro che quanto accaduto non si è
MAI verificato! Con nessuna amministrazione, a prescindere dal colore politico.
Nonostante certi comunicati palesemente
contraddittori, cui solo chi non è in buona fede può dare credito, nonché il
misero, triste, strumentale tentativo di chi ha cercato di ribaltare la verità
- come può una persona, per sua stessa ammissione, ASSENTE!!!
asserire cosa sia successo o no a terzi???!!! - penso che gli accadimenti
siano noti a tutti e sia superfluo tornarci sopra.
Esprimo dunque la mia piena solidarietà
alla famiglia Giuffrè e nel contempo li invito a perdonare chi forse pensa di
essere chissà chi, di essere “non uguale” a tutti o che non farà la stessa fine
di tutti, dimenticando che invece tutti siamo accomunati da un medesimo destino
e che, un giorno, dovremo rendere conto al nostro Creatore.
A chi ha palesemente sbagliato suggerisco
semplicemente di tornare a Ginostra, accettare il DEMOCRATICO CONFRONTO con la
comunità, chiedere scusa oppure di dimettersi.
Ginostra, 26 gennaio 2025.
MARIO LO SCHIAVO
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