Negli ultimi mesi abbiamo partecipato a diversi workshop e fiere del turismo, con l’intento di far conoscere e promuovere in modo corretto il territorio eoliano. Durante questi incontri abbiamo dialogato con operatori italiani e stranieri che si dichiaravano già attivi nella “vendita” delle Eolie.
Approfondendo però le loro proposte, abbiamo scoperto una realtà diversa da quella che ci si aspetterebbe: per molti di loro, “vendere le Eolie” significa 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐧𝐚𝐫𝐥𝐞 𝐚 𝐬𝐨𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐢 𝐞𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐮𝐚𝐭𝐢 𝐥𝐮𝐧𝐠𝐨 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐚𝐥𝐚𝐛𝐫𝐚 – 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐭𝐫𝐚 𝐓𝐫𝐨𝐩𝐞𝐚 𝐞 𝐋𝐚𝐦𝐞𝐳𝐢𝐚 𝐓𝐞𝐫𝐦𝐞 – 𝐨 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐢𝐜𝐢𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐂𝐚𝐩𝐨 𝐝’𝐎𝐫𝐥𝐚𝐧𝐝𝐨, inserendo semplicemente una 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐭𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐥𝐢𝐞𝐫𝐚 alle isole.
È un modello che si sta diffondendo rapidamente, alimentato anche dalla nascita di nuove società pronte a cavalcare questo tipo di offerta.
Ma un modello così strutturato 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐚𝐥 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 𝐞𝐨𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨: tutta l’economia che genera resta altrove, perché parliamo di realtà che operano completamente fuori dalle isole, limitandosi a sfruttarne il nome, l’immaginario e il potere di attrazione.
Le Eolie finiscono così ridotte a 𝐬𝐜𝐞𝐧𝐚𝐫𝐢 𝐝𝐚 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚𝐫𝐞, quasi fossero isole esposte sotto una teca, da osservare rapidamente prima di tornare sulla terraferma.
E chi vive qui rischia di essere percepito come presenza accessoria, come parte del “folklore” da fotografare e dimenticare.
Inoltre, questo tipo di turismo giornaliero, 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐫𝐞𝐭𝐢 anche per chi sceglie un turismo stanziale e rispettoso: ci sono giornate in cui intere spiagge – come accade spesso a Stromboli – vengono occupate in modo disordinato, selvaggio, da gruppi numerosi che sbarcano tutti insieme, in massa, invadendo gli stessi luoghi nello stesso momento, come carichi umani trasportati senza alcuna sensibilità per i tempi e gli spazi dell’isola.
Una pressione eccessiva che non solo non porta beneficio,ma 𝐝𝐚𝐧𝐧𝐞𝐠𝐠𝐢𝐚 𝐥’𝐞𝐬𝐩𝐞𝐫𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐡𝐢 𝐬𝐨𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚 𝐝𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐄𝐨𝐥𝐢𝐞, oltre a mettere in difficoltà gli equilibri sociali e ambientali.
Per tutte queste ragioni, non possiamo limitarci a osservare passivamente la crescita di questo trend.
𝐄̀ 𝐧𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐚𝐯𝐯𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐢𝐟𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐚𝐛𝐨𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐫𝐞𝐭𝐚 𝐭𝐫𝐚 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢, 𝐢𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐥𝐨𝐜𝐚𝐥𝐢, per trovare soluzioni che tutelino l’identità delle isole e impediscano che vengano progressivamente svuotate del loro significato, ridotte a tappe rapide di un catalogo.
Le Eolie meritano un turismo che le rispetti, che le viva, che le riconosca come luoghi veri.
E solo lavorando in sinergia possiamo garantire che restino tali.

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