L’attesa si compie nell’accoglienza di un dono: Gesù.
a) Che cosa significa attendere?
Le attese dell’uomo sono tante, ma non tutte sono vere attese.
Attende la mamma il suo bambino nella lunga gestazione, attende il ragazzo la sua ragazza all’uscita dalla scuola, attende il malato i risultati delle analisi, attende il giovane l’esito dell’ennesimo colloquio di lavoro, attendono i genitori che cigoli la porta di casa alle cinque del mattino per tirare un sospiro di sollievo: è tornato vivo! Attende il bambino il sorriso del papà al suo ritorno da scuola, attendono gli immigrati il permesso di soggiorno in fila fin dalle prime luci del mattino, attende l’anziano nella casa di riposo la visita di qualcuno che gli ricordi di essere vivo; attendono gli affamati un pane, gli esiliati la patria, tanti bambini la pace e non la sanno nemmeno immaginare tanto sono abituati a vivere sotto i colpi dei mortai. Attendono i nostri malati nelle nostre abitazioni, in cima a scale impossibili che non riusciranno più a fare, la nostra visita, i nostri conforti religiosi, i nostri ministri straordinari della comunione, seduti alla finestra. Attendono ad Aleppo migliaia di persone la libertà, ma non sanno se verrà solo perché saranno sterminati.
Non è attesa invece quella del terrorista che ha già la mano sulla cintura esplosiva o sul telecomando del detonatore, non è attesa quella del pedofilo che sta tirando le maglie dei suoi ricatti, non è attesa la lunga coda di automobili che la nostra gente deve subire ogni giorno da pendolare per andare e tornare dal lavoro; non è attesa l’aria greve che prende la piazza per l’arrivo dello spacciatore o l’appostamento lungo la strada per comperare il corpo di qualcuna o di qualcuno; non è attesa la solitudine di chi dopo tante tergiversazioni prende la finestra di corsa; e nemmeno quella dell’usuraio che ogni giorno torna a misurare il sangue succhiato ai poveri…
E’ attesa la tensione verso la vita, quella degli altri, la mia, quella del mondo; non è attesa tutta quella percezione o orientamento alla morte che spesso abita le nostre esistenze. Nel nostro mondo di oggi tutti aspettiamo la fine della crisi, ma ne siamo fatalmente intrappolati senza spiragli.
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