Dove già le nebbie quasi invernali del naviglio avvolgono cose e persone creando atmosfere ovattate e sognanti si sono creati, non per primi in verità, l' occasione per finire sui giornali. In una scuola di Riviera del Brenta un gruppo di maestre elementari ha pensato che, per non offendere le sensibilità di altre confessioni religiose, sarebbe stato opportuno fare Natale in allegria evitando di nominare il piccolo nascituro. Povero Gesù Bambino fuori moda e "pietra di scandalo". Meno male che questo cambio non è piaciuto a una intelligentissima bimba di dieci anni che ha avviato una petizione per far tornare le maestrine sui loro passi e c'è riuscita, viva Dio! Peccato anche che molti bimbi e genitori musulmani abbiano aderito e firmato la petizione. Un popolo con una identità non ha paura di nominare qualcosa o qualcuno che appartiene ad un altro popolo. Purtroppo noi, e sottolineo noi, invece abbiamo messo sotto i piedi le nostre identità religiose, politiche, sociali, storiche. Noi abbiamo paura dei presepi nelle scuole, dei crocifissi, delle Messe natalizie e pasquali, di un prete che venga ad invitare i bambini all'oratorio o a una recita. Il popolo diverso siamo diventati noi, le iniziative di questo genere non nascono mai dalle altre religioni ma da quelli di noi che hanno perso completamente il senso dell'orientamento. E qui nelle nostre isole? Spero che non ci sia mai bisogno di bambine intraprendenti e di petizioni. Quando accompagnavo i figli a scuola vedevo meravigliosi presepi e ho ancora conservate le recite scolastiche a scuola e in chiesa. Grazie a quella classe docente e grazie a quella di oggi che sono certo sapranno insegnare ai nostri nipoti a costruire sulle loro radici la loro identità futura.
Francesco Coscione
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