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venerdì 2 luglio 2021

Iacolino: Intitolare una via a Giuseppe Persiani è il minimo

Volendo elencare le qualità ed i meriti di una personalità come quella del Signor Persiani, non basterà il tempo di un incontro anche se ricco di interventi.
Tutti a Lipari lo chiamavamo Signor Persiani e si sottolineava " Signor" proprio per il rispetto che la sua figura ed i suoi modi ispiravano su noi liparoti, qualunque fosse l'età ed il ceto sociale di appartenenza.
L'ho conosciuto da studente delle elementari e l'ho assistito tanti anni dopo ,in seguito alla triste diagnosi.
Lo ricordo ancora al pomeriggio ,verso l'imbrunire, era solito sedere sugli sgabelli accanto al salone da barba di Saverio Cerreto confinante con l'officina dello stagnino Rodà, dove oggi c'è l'ingresso del Banco Popolare Siciliano sul corso. Mai una parola di troppo, affabile con tutti, non raccontava, potendosene fare vanto, del suo incredibile passato, dei suoi trascorsi , del suo impegno di antifascista, delle violenze e del carcere duro subito prima di essere confinato sulla nostra isola. Occupò posti di rilievo in seno al partito comunista clandestino per rifiutare ,una volta caduto il regime , ruoli di primo piano nella gerarchia del partito. Di Lui mi chiese notizie l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in vacanza a Stromboli, avendolo conosciuto a Napoli e stimato per il suo impegno di militante , durante il triste ventennio.
La lettura della sua corrispondenza, custodita dalla figlia Maria, se pubblicata, farebbe conoscere alle giovani generazioni di che pasta furono fatti quei giovani antifascisti che non si arresero davanti a nulla. Seppero affrontare rischi ,torture, carcere e confino. Il minimo che si debba fare oggi, dopo tanto oblio, è tributargli l'intitolazione di una via che possa farcelo ricordare almeno ogni qualvolta la si attraversa.

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