Riceviamo da Giacomo Biviano questa nota, emessa dopo che, ieri, il dottor Enzo Compagno, è dovuto rientrare dalle ferie per operare d'urgenza un 17enne arrivato all'ospedale da Vulcano:
(di Giacomo Biviano) Ancora una volta il dottor Enzo Compagno ha dimostrato cosa significa amare profondamente il proprio lavoro, la propria terra e, soprattutto, il valore della vita umana. Richiamato dalle ferie per un intervento d’urgenza su un ragazzo di 17 anni, non si è tirato indietro. Ha risposto, con la prontezza di chi considera il proprio mestiere una vera missione.
La sua disponibilità, il suo senso del dovere e l’amore per la medicina meritano rispetto e gratitudine. Ma non possiamo limitarci agli applausi.
Domandiamoci: se il dottor Compagno, in ferie e non in reperibilità, fosse stato fuori isola o impossibilitato a rientrare?
Cosa ne sarebbe stato di quel ragazzo? Chi avrebbe risposto all’emergenza?
Questa vicenda mette ancora una volta a nudo la precarietà strutturale del nostro ospedale, una condizione ormai cronica, frutto di scelte (o non-scelte) politiche che continuano a ignorare le esigenze reali di una comunità insulare.
E mentre il personale sanitario dà tutto, spesso oltre il dovuto, i nostri rappresentanti tacciono. Dormono. Il fermento degli anni passati si è spento. Ha lasciato il posto a una rassegnazione colpevole e pericolosa.
Ma noi non possiamo permetterci il silenzio. Non quando si tratta della salute e della vita dei nostri figli.
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