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mercoledì 26 marzo 2008

Sotto le Eolie.....grande energia














Da : http://www.comincialitalia.net/
Di solito leggiamo la cartina d'Italia per le sue strade, città, coste e montagne, e bellezze naturali. Raramente, però, si va un po' più in profondo. Ma allora si scoprirebbe che l'Italia è una penisola ricchissima di fenomeni geologici, siano essi vulcani (ben di più dei soli Etna, Vesuvio e Stromboli), caldere (antichi crateri spenti), estesi giacimenti di calore, in molti casi quasi affioranti. Ben lo sanno scienziati e ricercatori. Come Michael Marani dell'Ismar di Bologna che nel 2004 guidò un'estesa campagna di rilevazioni in tutto il Tirreno, studiando (con sonar e telecamera montate su nave) la sua grande corona di vulcani sottomarini (Marsili, Glauco, Sisifo, Enarete, Eolo, Lamentini, Alcione, Palinuro, Vavilov) che completano l'arco delle Eolie. "Una zona straordinaria, dal punto geologico e vulcanologico - spiega Marani - qui la crosta terrestre è più sottile, perché sotto si inabissa la piattaforma ionica, molto vecchia e pesante, sospinta dalla grande zolla africana. E inabissandosi brucia, emettendo bolle di magma che risalgono in superficie, creando l'arco vulcanico delle Eolie e degli altri vulcani sottomarini".
Risultato: un immenso campo di calore geologico, grande più del Lazio che Bruno della Vedova, geologo dell'Università di Trieste, da anni studia e censisce nelle sue mappe basate sul flusso di calore superficiale (Heat flow) che la terra emette. Sommati assieme migliaia e migliaia di gigawatt termici potenziali, dato che le anomalie del flusso di calore superficiale (sulla media basale) .E, in effetti, la campagna di studi dell'Ismar-Cnr ha confermato, in almeno i suoi due casi maggiori, questo calore.E ancora di più intorno alle Eolie. .E non solo in mare. Secondo Giovanni Giannelli, direttore dell'Istituto di Geotermia del Cnr di Pisa, le aree onshore, oltre Larderello (un miracolo della natura, dove l'acqua si sposa al calore sotterraneo) come Amiata, Bolsena e Flegrei valgono circa un gigawatt di ulteriore potenza elettrica producibile. osserva Adele Manzella, ricercatrice dell'istituto pisano - Il problema è sviluppare una tecnologia geotermica di nuova generazione, capace di sfruttare questa risorsa potenziale>.Il calore della terra, in grandi quantità. Ma finora inafferrabile. Un dato è però certo. L'Italia geotermicamente "calda", onshore e soprattutto offshore, ha un potenziale talmente vasto da giustificare una scommessa tecnologica e di ricerca unica al mondo. . E forse, anche di più: forse un Made in Italy geotermico avanzato esportabile negli altri enormi giacimenti di calore che costellano il pianeta. In Africa, Asia, America Latina. Sotto i paesi ricchi come quelli poveri. Il calore della Madre, infatti, non si cura dei redditi.
Fonte: Bruno Della Vedova, Università di Trieste