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mercoledì 2 luglio 2008

S. Calogero: Abusivi, vandalismo e degrado. Nessuno che veda?

Continua e non conosce sosta la vergogna di San Calogero. Dopo l'interventi degli ex lavoratori della Pumex, che hanno ridato dignità e visibilità ad un sito abbandonato alla mercè del tempo, sullo stabilimento, sull'attigua area storico-archeologica, è sceso il silenzio, almeno quello delle istituzioni. Ha ripreso invece fiato e nuovo slancio il fenomeno dell'abusivismo, del malcostume e del degrado. Accade, ad esempio, che il cronista, andato a verificare una situazione di degrado evidenziata da un cittadino, venga apostrofato, quasi minacciato ed invitato a non far effettuare riprese da chi, proprio in quel momento, da abusivo stava scavalcando la delimitazione per portare all'interno della stufa termale un gruppetto di turisti. Un fatto che si trascina da tempo, "frenato" durante la presenza degli ex operai Punex e che è ripreso con frequenza tra un "occhio chiuso e l'altro pure" di chi dovrebbe tutelare quei beni (tholos e stabilimento) con precise responsabilità di chi sa, amministrazione comunale in testa, quanto accade in quella zona ad opera di soggetti senza arte ne parte. Con il rischio che interventi estemporanei(basta chiedere agli ex lavoratori Pumex che hanno trovato di tutto, compreso una canna in gomma che dirottava l'acqua) danneggino irrimediabilmente quel bene. Eppure tutto tace...forse cambiando il lucchetto d'ingresso...ci si è illusi di risolvere la situazione ma non è certo così.
Ma non finisce qui... all'abusivismo si aggiunge il degrado e l'inciviltà. Che poi era il motivo principale per cui eravamo tornati a distanza di più di un mese a San Calogero, su specifica segnalazione di un nostro lettore. Sul fronte, lato mare dello stabilimento, una finestra aperta, probabilmente a seguito di forzatura permette di accedere all'interno dello stabilimento. Un accesso dal quale è evidente qualcuno per riposarsi o per performance amorose ha pensato bene di trasferire un bel materasso. Certo non il meglio che si possa desiderare ma sta lì. Carta canta ci sarebbe da dire anche se in questo caso più che la carta cantano le foto.... ed è un canto di vergogna e di disinteresse.