Riceviamo dalla signora Anna Miracula e pubblichiamo. Trattandosi di un argomento grave, e nel quale vengono fatti dei nomi, mettiamo a disposizione analogo spazio per chi (firmando e dandoci in privato la possibilità di verificare la sua reale esistenza) volesse replicare.
Che la scuola serva a istruire non vi è dubbio. E insieme all’istruzione essa dovrebbe anche servire ad educare e a formare la personalità di ciascun individuo.
Questo perlomeno dovrebbe essere la funzione principale della scuola.
Ma quando manca uno di questi fattori allora sembra quasi che la scuola somigli ad un tavolo ma al quale manca un appoggio: dunque non si regge in piedi.
Questa la premessa per iniziare il mio racconto,storia vera.
Mio figlio dell’età 13 anni frequenta la classe 3°media presso l’Istituto Comprensivo Lipari 1 -plesso di Canneto.
La storia che racconto si ripete ormai da alcuni anni e precisamente sin dalle classi della scuola primaria. Ma senza andare molto indietro nel tempo,rischiando di annoiare il lettore,inizio dal periodo della scuola media.
Da qualche anno dunque nella classe di mio figlio è in atto una situazione piuttosto sgradevole: mio figlio viene preso costantemente di mira da alcuni suoi compagni e non mi riferisco a piccoli dispetti, tipo furtarelli di penne, matite o piccoli insulti.
Qui si parla di episodi frequenti di bullismo, oserei dire rigettato, non riconosciuto nè dal Preside né tantomeno dagli stessi docenti, i quali si limitano a dire di non esagerare su questi piccoli fatterelli (dei quali però non vengo da loro informata) e che i ragazzi sono in crescita pertanto non sono episodi gravi,sono stupidate alle quali non bisogna,a sentire i docenti,dare molta importanza perché passeranno.
Per tutti questo tempo non hanno fatto altro che scusare,sminuire,difendere questi fatti accaduti,rivalendosi sempre sul fatto che mio figlio è introverso,che ha un carattere chiuso, che è incapace di difendersi,quasi fosse una colpa.
Allo scadere dello scorso anno scolastico, verso fine aprile, l’ennesimo episodio, fra i tanti, di bullismo ai danni di mio figlio in classe. Lo hanno letteralmente schiacciato dietro la porta della sua classe,tirando calci e pugni sia alla porta che a mio figlio e tutto questo mentre il docente di quell’ora non era in classe e senza che nessuna delle collaboratrici scolastiche era presente in corridoio,e non si sa come mai.
Nessuno ha sentito nulla,mio figlio gridava ma nessuno ha sentito nulla. Lui stesso non voleva rivelare quanto accaduto e non avrei saputo di questo episodio se il mio secondogenito che era accorso giù dal fratello non me lo avesse raccontato subito all’uscita della scuola.
Il giorno dopo decisi che, per l’ennesima volta, avrei dovuto incontrare il Dirigente Scolastico, il Dott. Candia,per cercare di risolvere una volta per tutte questa situazione che adesso si stava facendo sempre più grave,anche con serie ripercussioni psicologiche da parte di mio figlio.
Sono stata ricevuta insieme a mio marito,abbiamo esposto i fatti,dichiarando anche i nomi dei compagni bulletti che si approfittavano degli “spazi vuoti”in classe da parte dei docenti per infierire contro mio figlio con qualsiasi banalissima scusa.
Dopo quasi un ora di discussione e varie rassicurazioni, fra le quali anche quella che i genitori di questi ragazzi sarebbero stati avvertiti e informati sui fatti,siamo stati congedati dallo stesso Preside.
Ad oggi,e sono trascorsi vari mesi, non posso affermare che le cose siano cambiate,anzi.. posso dire che sono peggiorate.
Principalmente anche perché il fenomeno”bullismo”nelle scuole eoliane non viene riconosciuto e dichiarato tale,e non solo dai docenti ma anche da alcuni genitori che si indignano a questa parola,quasi stizziti da questa mia denuncia del fenomeno.
E in ultimo,ma non meno grave,vi è un cattivo esempio da parte della scuola, dal Preside ai docenti poiché,perdonando, mitigando,tralasciando questi episodi insieme ai loro “protagonisti”pensano di fare il loro “bene”; non punendoli prendendo dei seri provvedimenti credono di renderli più inoffensivi,di farli diventare grandi,invece non fanno altro che renderli peggiori, perché la piccola delinquenza inizia dall’assenza di discipline e di disciplina proprio nell’Istituto di Canneto non si parla.
Perché nessuno la applica nel modo giusto ma solo quando conviene o per rivalsa nei confronti dì chi “parla”o protesta su certi argomenti che non dovrebbero essere menzionati,perché non si debba dire che nella scuola tutto non scorra nel modo migliore.
Se vi fosse più disciplina alcuni alunni, superando la soglia dei provvedimenti disciplinari previsti dalla legge sarebbero già stati espulsi fuori dalla scuola,o bocciati alla fine dello scorso anno visto che non svolgono il lavoro scolastico; gli stessi invece vengono accolti,persino applauditi,rincuorati,difesi a spada tratta anche di fronte a chi subisce abusi.
Sento il silenzio di mio figlio a casa, arriva nervoso, alcune volte non ha voglia di parlare, perché è amareggiato a causa di quello che capita in classe, e grazie agli esempi di “giustizia” impartiti a scuola è convinto che, forse comportandosi da bulletto, riesca ad ottenere più attenzione,ad essere considerato più di quanto lo sia studiando e comportandosi educatamente .E io cosa dovrei rispondergli? Che è giusto quello che afferma? Cosa dovrei dire,in qualità di genitore?
Considerare i genitori come degli interferenti,solo perché si ha voglia di sapere cosa succede nella scuola non è giusto, i nostri figli vi trascorrono la maggior parte della loro giornata e a mio avviso,ogni genitore ha diritto a stare tranquillo e sapere che il proprio figlio è in un ambiente sicuro, e che non rischia qualcosa se si trova ad andare in bagno oppure,come è capitato varie volte a mio figlio ,di arrivare a casa con dei lividi,o perché viene spinto o per calci sferrati dai compagni, o deriso per l’aspetto o altri motivi, oppure fermato per strada e minacciato perché ha avuto il coraggio di parlare con i suoi genitori di quello che accade in classe.
Per cui caro Dott. Candia,cerchi di essere più disponibile con noi genitori perché non sempre quanto viene esposto deve essere considerato esagerato da parte del corpo docenti e tantomeno da Lei in qualità di Dirigente Scolastico e tutore dei nostri figli dentro l’Istituto che dirige,anche se il ruolo attuale di Dirigente Scolastico sembra aver perso via via le mansioni che un vero Preside aveva una volta e soprattutto il pretendere rispetto dagli studenti e il far rispettare loro la disciplina scolastica,diventata sempre più “merce rara”nella scuola.
Anna Miracula
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