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domenica 21 novembre 2010

Lettere al direttore.Conosciamo l' Annona cherimoya (di Giovanni Rosa)

Egregio Direttore,
annoiato da teatrali contrasti "parco si parco no", mi  permetto di inviare un intervento dopo un salutare e piacevole incontro con le qualità di un frutto poco conosciuto e in fase di coltivazione estensiva in Sicilia.
L' Annona cherimoya.
E' una pianta del Sudamerica originaria degli altipiani andini del Perù, Ecuador, Colombia e Bolivia.
Il suo frutto è chiamato in inglese "cherimoya" ed erroneamente anona.
In Italia il frutto è scarsamente disponibile ad eccezione di poche zone ove viene coltivata tra cui in Calabria da Bagnara a Gioiosa Ionica e nella Sicilia Orientale a Roccalumera.
Negli ultimi anni si sono sviluppate modeste piantagioni in altre zone della Sicilia in particolare nei dintorni di Milazzo su versanti collinari in  prossimità del mare.
Alcuni giornali inglesi hanno pubblicato alcuni studi condotti dal National Cancer Institute che proverebbero la capacità di estratti del frutto di curare alcuni tumori.
Il frutto quando viene raccolto e commercializzato in genere non è ancora pronto per il consumo poiché la polpa contenuta in un involucro particolarmente fibroso è ancora compatta e agra al palato.
Il momento della completa maturazione e disponibilità alimentare si coglie quando il frutto diventa molliccio e il contenuto al taglio a "spacco" in due metà si presenta cremoso.
Due tazze di un prelibato dessert con grossi semi da escludere facilmente.
Il valore dietetico è importante per la componente a tipo di crema naturale che condiziona una facile digeribilità e un favorevole assorbimento a livello intestinale dei fattori vitaminici, uno "sprint" emulsionante a livello duodenale per la bile e i succhi pancreatici per la ottimizzazione del circolo entero epatico dei grassi ed in particolare del colesterolo.
La riferita capacità di cura di alcuni tumori può essere associata al valore antiossidante di alcuni enzimi primari contenuti nella polpa del frutto, quali la catalasi, e se non proprio come cura si può sicuramente affermare che il consumo sia di protezione da tali affezioni.
Da rimarcare il valore quale difesa contro tutte le aggressioni virali che nella stagione autunnale con gli sbalzi di temperatura hanno facile presa sull'organismo.
Per chi volesse dotare il proprio giardino di alcuni esemplari di questa pianta la può trovare presso il vivaio Torre di Milazzo e per il consumo provvede a Vulcano il negozio di frutta di "Pippo" secondo la tradizione di famiglia del "buon" amico Rocco.
Giovanni Rosa
Medico pensionato residente a Vulcano, studia da anni piante officinali che coltiva nell'eremo "la neputedda" a Vulcano Piano.

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