In memoria del Maestro Giuseppe Sinopoli: la passione civile e l’amore per le Eolie
Ho conosciuto il Maestro Giuseppe Sinopoli nel 1994 qualche settimana dopo che ero divenuto Sindaco di Lipari. L'occasione fu data dalla sua villa al Capistello invischiata in diversi nodi burocratici che non riuscivano a sbrogliarsi a cominciare dal problema di una stradella comunale che passava dentro il suo giardino e che lui voleva spostare all'esterno offrendo il terreno necessario. Un problema, apparentemente semplice, che si trascinava da due, tre anni senza che gli uffici riuscissero a venirne a capo. Era l'emblema del marasma e dell'inerzia della macchina comunale che avevo ereditato e la soluzione non stava solo nel risolvere il caso di Sinopoli ma di rivedere l'intera struttura, rifunzionalizzare gli uffici, trovare energie nuove professionalmente qualificate. Parlammo di questo, in quella mattinata del 13 agosto 1994, mentre mi mostrava con orgoglio il suo piccolo museo casalingo, la stanza dove componeva ma soprattutto la centinaia di ulivi che aveva piantato e di cui seguiva con apprensione la crescita in un'isola sempre carente di acqua. Alla fine dell’incontro mi regalò un suo libro “Parsifal a Venezia” e la dedica “con simpatia, dopo il nostro primo incontro nella “casa Atistaios””.
Fu il primo di tanti altri incontri lungo i quali nacque e si approfondì un rapporto di stima e di confidenza, di amicizia. Qualche anno dopo in una delle non rare puntate invernali a Lipari, fra un concerto e l'altro - per scaricare la tensione e ripartire nel lavoro - mentre mi raccontava della difficile esperienza, questa volta non artistica, ma amministrativa di riqualificare il teatro dell'Opera di Roma, ricordammo proprio quel primo incontro e le difficoltà ed i problemi che io avevo trovato al Comune di Lipari. La qualificazione delle professionalità, la lotta alle rendite di posizioni, le contraddizioni fra logiche sindacali e resistenze corporative: stessi temi pur in contesti di dimensione e spessori molto diversi. Mi apparve lì un Sinopoli diverso da quello conosciuto, tentato dalla sua passione civile dalla esperienza amministrativa e di governo ma al tempo stesso tempo restio a lasciarsi coinvolgere fino in fondo per non sacrificare la sua vocazione artistica.
E credo che questa passione civile sempre presente ma allo stesso tempo sempre arginata dalla ricerca artistica e culturale in genere, la musica come l'archeologia, sia stato un tratto significativo della sua personalità. E' stata la passione civile oltre che un amore sincero per le Eolie che lo portò a collaborare attivamente alla promozione della grande manifestazione del 4-9 maggio 1995 per celebrare il IX centenario del "Constitutum" dell'abate Ambrogio. Discutemmo insieme il progetto e l'idea di farne una manifestazione permanente, un evento da ripetere ogni anno. Poi lui si concentrò sul concerto del 9 maggio, quello che in pratica concluse la manifestazione. E' rivelatore quanto ebbe a scrivere in quell'occasione: "Il concerto che dirigerò in Cattedrale è un gesto di gratitudine verso Lipari, dove io e mia moglie abbiamo preso casa affascinati dalle bellezze naturali dell'arcipelago… I brani selezionati mostrano il nesso fra la prima e la seconda scuola viennese, fra il mondo di Shubert e quello di Berg, caratterizzati tutte e due dall'ansia della sperimentazione e dal bisogno del gioco, della leggerezza". Fu una serata indimenticabile. La cattedrale gremita come non mai eppure lungo tutta l'esecuzione non si sentiva un fruscio. Aveva amato le Eolie e le aveva scelte come luogo del riposo e del ritorno perché queste erano le isole - come amava dire - della "bellezza colta". La sua passione civile qui nelle Eolie, tendeva appunto a questo ad esaltarne questa qualità che aveva scoperto unica, nel suo pellegrinare per il mondo.
Come qualificare l’accoglienza delle Eolie divenne il tema di tante nostre conversazioni. Quali iniziative, quali manifestazioni accostare alla straordinaria bellezza e ai monumenti naturali e storici di queste isole? Io gli parlavo delle manifestazioni “Festadimaggio” da fare seguire alla celebrazione del Constitutum: quella del 1997 dedicata all’ottocento dell’Arciduca d’Austria e quella che si voleva fare e poi non si fece dedicata agli Eoli ed al gemellaggio con Santorini; lui mi evocava l’idea di realizzare a Lipari una scuola per musicisti o comunque una sede permanente di incontro fra appassionati della grande musica. Era un tempo in cui pensavamo Lipari in grande. Con Giuseppe, con Censi Cabianca, con Luigi Rossi. Tre personalità che credo abbiano ampiamente meritato la cittadinanza onoraria che il Consiglio Comunale attribuì loro il 20 giugno del 1997.
Più concretamente parlammo più volte della necessità e possibilità di ripetere l'esperienza del 9 maggio 1995 e cioè l’esperienza di un concerto da lui diretto e del come far fronte alle difficoltà ed ai costi per fare giungere ed ospitare a Lipari una vera orchestra. Ricordo che tentammo di interessare la RAI. Negli ultimi tempi, agli inizi del 2001, c'eravamo dati un appuntamento. Proprio dopo una delle numerose visite al Museo del quale era innamorato, osservando la bella Chiesa dell'Immacolata ed ammirando l' imponente opera di restauro quasi ultimato per farne l'Auditorium di Lipari, gli strappai una promessa: avremmo inaugurato l’Auditorium con un suo concerto. Una promessa che non si poté più realizzare perché Giuseppe ci lasciava venerdì 20 aprile 2001 stroncato da un infarto al III atto dell’Aida di Verdi all’Opera di Berlino. Ma grazie all’attuale Amministrazione l'Auditorium, e cioè la chiesa dell’Immacolata, è stato ufficialmente intitolato al Maestro Giuseppe Sinopoli come era stato deciso in una delibera del 12 giugno 2001 una delle ultime della mia Amministrazione.
Mi auguro che in futuro le Amministrazioni di Lipari sapranno valorizzare questo monumento del 700 donando agli Eoliani, fra le varie attrazioni, anche quella della concertistica e della musica di qualità. Sarebbe il modo migliore per continuare a ricordare ed onorare nel tempo questo nostro concittadino che ha amato le Eolie con vera passione civile al fine di salvaguardarne e valorizzarne la "bellezza colta " che da esse irradia.
Michele Giacomantonio
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