Dopo il successo all’Expo di Milano la Fondazione
Salonia, ha deciso di rendere itinerante la mostra su “I mercati siciliani e l'Arte: tradizioni della cultura culinaria del
cibo da strada”, realizzata dal maestro
Dimitri Salonia e da altri artisti della Scuola Coloristica Siciliana”.
L’esposizione, che ha preso il via nel mese di giugno all’Expo di Milano,
proseguirà nei prossimi mesi toccando città in tutto il mondo come Dubai, Mosca,
Pechino, e Tokyo.
Da ieri 29 luglio al 2 agosto la mostra intanto verrà esposta all’hotel Ravesi di Malfa a Salina durante l’importante evento Marefestival nella splendida cornice
delle Eolie. Salonia, artista messinese
conosciuto in ambito internazionale, insieme agli altri artisti della Scuola
Coloristica Siciliana, tra i quali Lidia
Monachino e Tanja Di Pietro, nel pomeriggio dell’uno agosto illustrerà le opere
sui mercati e si soffermerà sulla tradizione del cibo da strada, molto diffusa
in Sicilia. Durante la presentazione prevista anche una
degustazione di panelle. Sempre giorno uno, dopo le 23, proiezione in piazza a
Malfa dell’’installazione multimediale’ sui
mercati siciliani che farà rivivere le opere dell’artista utilizzando un
metalinguaggio artistico. In un turbinio di voci, suoni, e colori, i mercati
siciliani e le opere di Salonia si fonderanno insieme. Salonia
ha sottolineato che questa tradizione artistica che ritrae i mercati
continuerà nei prossimi anni grazie all’impegno della Scuola Coloristica Siciliana.
L’artista ricorda l’atmosfera dei mercati siciliani di una volta: “C’era l’eco lontana di un canto, una voce di
banniata, senza risonanza…né glorie, trasmesse attraverso i ‘microfoni rossi’
degli ombrelloni, che si rincorrono sulle pietre laviche bagnate da riflessi di
sole e di pioggia. C’è nell’aria l’odore del pesce fresco, appena pescato da
coraggiosi naviganti, che sfidano ancora le regole della mattanza dettate
dall’Unione Europea contro l’ardore del gusto e della bellezza, per una vita
senza piacere, né incanto. C’è
tanto amore per il cibo e la libidine dei sensi, si diffonde il sangue di
animali scannati, dei pomodori e delle ciliegie, su candidi panni di
patate bollite nel sale di mare, come le sarde e le acciughe che risalgono la
corrente dello stretto, nella loro inutile lotta contro la sorte e le reti del
consumo. Mi manca tanto il sorriso
rassicurante della massaia carica di spesa, che corre perché i suoi pulcini la chiamano
e soffrono la fame, beccandosi gioiosi. Perché si gusta in pieno la vita e il ramo che ti sostiene solo dopo che
la tua caduta si confonde con la terra che ti ha generato. Quella donna che si
fermò per ascoltare il richiamo della banniata, è rimasta impigliata nella rete
del benessere, senza speranza, né gioia. Il colore e la bellezza dei toni, la
lussuria della Scuola Coloristica Siciliana, si sviluppa e si espande in
arcobaleni di luce, colmando il vuoto dei buchi neri, implosi nella civiltà
mediterranea, quest’angolo di mare racchiuso nelle colonne di Gibilterra,
sfidate da Ulisse”.
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