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martedì 22 settembre 2015

Nuovo importante lavoro dello scrittore liparese Italo Toni. E' il dizionario "Italiano-Eoliano. Il dialetto recuperato"

E' in arrivo l'ultimo lavoro dello scrittore liparese Italo Toni. Si tratta del dizionario "Italiano-Eoliano. Il dialetto recuperato". L'importante lavoro verrà presentato sabato 26 alle ore 18,30 presso la biblioteca comunale di Malfa a Salina.

L' INTRODUZIONE DELLO SCRITTORE ITALO TONI

Questo dizionario nasce con l’intento di far conoscere all’Italia intera il dialetto eoliano che si sta dissolvendo sempre più. Dietro questa pubblicazione c’è un lavoro non indifferente di ricerca e trascrizione accurata, gli intoppi come sempre non sono mancati, sempre lì pronti a scoraggiarmi ma io imperterrito nonostante il computer si fosse rotto, ho ripreso a ricopiare il tutto. 
La mia passione nello scrivere è ormai risaputa ma la forza che mi spinge a farlo nasce sempre dal bisogno impellente di trasmettere oltre a quello che ho dentro anche quello che ho imparato, e in questa importante pubblicazione il dialetto eoliano. 
Ascoltando i ragazzi della nuova generazione spesso mi scappa un sorriso, ormai utilizzano tanti termini storpiati o meglio italianizzati e quindi non corrispondenti al reale dialetto antico. Nell’esame di ricerca ho avuto oltretutto modo di appurare che tra una frazione e l’altra dell’isola, delle terminologie cambiavano non solo in alcune vocali ma addirittura negli accenti, come ad esempio la parola “cufilaru-cufularu”. 
Il dialetto fa parte della nostra cultura, dell’evoluzione della lingua,. Non conoscerlo è una grande e grave mancanza sia per quanto concerne le tradizioni, importanti motori per la nascita della modernità, perché ciò che si evolve lo fa tramite dei passaggi ben precisi, sia perché si sbandiera così tanto la parola “Cultura” dimenticando che il dialetto ne è parte integrante, se non addirittura il caposaldo della stessa.
Rappresenta oltremodo la comunicazione primaria e perché no anche l’insieme delle colonie che hanno contribuito a dare un accento piuttosto che un altro. Difatti il dialetto eoliano niente ha a che vedere con quello siciliano per quanto concerne l’accento. Le Eolie hanno subito l’influsso di vari popoli assorbendone molto. La peculiarità del dialetto eoliano è che è dotato di grande ampiezza perché abbraccia termini usati anche in altre regioni del sud Italia. Un’esegesi dettagliata potrebbe portare a grandi conoscenze e scoperte ulteriori, ma è la curiosità e la passione che spingono la ricerca. Riprenderlo a scuola sarebbe dare un grande riconoscimento alla nostra cultura, dargli la giusta importanza e magari far progredire la Nazione apportando a livello sociale un contributo come la nostra Costituzione ci chiede “secondo le proprie conoscenze e propensioni”.

DAL DIALETTO EOLIANO PERDUTO AL DIALETTO EOLIANO RECUPERATO
di Antonio Brundu
Erano tanti coloro che affermavano la necessità di raccogliere gli antichi termini del dialetto eoliano per evitare la loro scomparsa e, quindi, la perdita di un patrimonio culturale isolano. Con estrema pazienza e meticolosità Italo Toni ha pensato che non bisognava perdere altro tempo per recuperare le parole, molte ormai in disuso, della parlata eoliana. 
Così, dopo una lunga ricerca ed un lavoro approfondito, è riuscito a concretizzare un dizionario italiano- eoliano, dove sono stati inseriti migliaia di vocaboli salvati da una sicura estinzione. Nelle isole Eolie ancora si parla il dialetto , ma le trasformazioni , i cambiamenti, le modifiche ed i mutamenti avvenuti nel tessuto sociale e culturale delle sette sorelle avrebbero portato presto a cancellare, dalla mente degli abitanti dell’arcipelago, modi di dire che hanno caratterizzato l‘idioma delle popolazioni che si sono susseguite nei vari secoli a partire dal 1600, quando le isole furono ripopolate dopo il saccheggio , la distruzione e il rapimento di circa 9000 liparesi che furono portati in Oriente, da Ariadeno Barbarossa, nel 1544. 
I “nuovi eoliani”, ad eccezione dei pochi rimasti nell’isola di Lipari, hanno, infatti, origini spagnole, siciliane, calabresi e campane. Da questa “miscelazione” favorita, all’epoca, proprio dal Re di Spagna, che concesse privilegi e favori ai “nuovi abitanti”, si è formato il “nuovo dialetto eoliano”, che è simile ma allo stesso tempo diverso dal siciliano. Ritengo che per conoscere ed approfondire lo studio del dialetto eoliano, bisogna recarsi anche in Australia, Stati Uniti ed Argentina ,dove le comunità isolane hanno custodito e salvaguardato gli antichi termini del dialetto originario autentico. 
E’ veramente singolare che figli e nipoti di coloro che sono emigrati oltreoceano alla fine dell’Ottocento e dopo la seconda guerra mondiale, parlino la lingua inglese e il dialetto eoliano antico, anche se diverse parole hanno subìto l’influenza straniera. 
Un contributo importante, inoltre, è stato dato dall’Arciduca Luigi Salvatore Asburgo d’Austria che, nella colossale opera in otto volumi dedicati proprio alle singole isole delle Eolie “Die Liparischen Inseln” pubblicati a Praga nel 1896, ha riportato fedelmente, nelle sue descrizioni fascinose, molti termini in uso all’ epoca, sia nelle consuetudini che nella toponomastica dei luoghi, specie geografici. 
A tal proposito desidero evidenziare il “Saggio sulla toponomastica delle isole Eolie” e “Nelle isole Eolie alla fine dell’Ottocento” del prof. Ugo Lo Sacco, insigne geologo dell’Università di Firenze e di Modena che, dal 1954 al 1977, visitò varie volte l’arcipelago per motivi di studio e di ricerche anche sul dialetto eoliano.
Nel 1979, invece, il prof. Franco Fanciullo, dialettologo dell’Università di Pisa, su incarico dell’Università degli Studi Classici di Palermo, ha pubblicato il volume “Dialetto e Cultura materiale nelle isole Eolie”, dove sono state messe a confronto le trasformazioni ambientali , agricole e dialettali di alcune isole con le ricerche effettuate ,nel 1800, dal prof Hans Coray. 
Oggi Italo Toni, nel recuperare i termini dialettali eoliani, ci da , quasi come un atto d’amore, non solo una guida letteraria , ma anche un elemento fondamentale per la identificazione autentica sia del territorio, che della vita umana eoliana, quali parti integranti e non scindibili della cultura e della civiltà isolana.

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