Fra il popolo e il Pastore si è creato subito un flusso di simpatia fin dall’apparire di Mons. Antonino sulla soglia della porta principale della Cattedrale, la Porta Santa, con la sua figura slanciata, ascetica, stretta in un mantello nero che lo snelliva maggiormente. Ed infatti la gente spontaneamente l’ha applaudito ed ha ripetuto più volte l’applauso sottolineando così un calore umano che il Presule non ha potuto non cogliere e che ha voluto ricordare nel suo intervento di saluto. Il saluto della Chiesa di Lipari l’ha porto Mons. Alfredo Adornato, il sacerdote più anziano che ha voluto ricordare i legami storici di amicizia fra la Chiesa di Lipari e quella di Acireale della quale Mons. Raspanti è Vescovo.
L’omelia dopo le letture di Isaia, del Salmo 88, dell’Apocalisse e del Vangelo di Luca quello dove Gesù a Nazaret legge il passo del profeta Isaia e dinnanzi ad un uditorio sbigottito annunzia “oggi questa scrittura si è adempiuta” cioè, sottolinea Mons. Raspanti, Gesù si proclama il Messia che è venuto a proclamare un anno di grazia. Quindi Mons. Raspanti si sofferma sulla figura del sacerdote, sulla sua missione, sul compito di dover essere, malgrado le debolezze, un “alter Cristus”. Un compito immane che pretende dedizione e abnegazione.
Alla fine della cerimonia Mons. Gaetano Sardella a nome di tutto il clero, dei consacrati e del popolo di Dio fa dono al Vescovo di una Sacra Famiglia in vetro soffiato augurandosi che questa sia la prima ma non l’ultima visita di Mons. Raspanti alle Eolie.
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