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venerdì 17 marzo 2017

SI RIPETE L’ANTICA TRADIZIONE, A MALFA, DELLA “TAVULIATA” IN ONORE DI SAN GIUSEPPE (Testo e foto di Antonio Brundu)

Il 19 marzo di ogni anno, a Malfa (nell’isola di Salina), si svolge “ A Tavuliata” , una tradizionale manifestazione popolare e religiosa in onore di San Giuseppe, una consuetudine che si ripete, ormai, ininterrottamente, dalla prima metà dell’Ottocento, quando è stata preparata la prima “quadara” ( grande e capiente pentolone di rame contenente la pasta con i ceci) ad opera di alcuni abitanti di Malfa, scampati da una tempesta marina. Questi svolgevano un’attività commerciale con Napoli e trasportavano, tramite piccoli bastimenti a vela, le derrate dell’isola, consistenti in vino, malvasia, capperi, olio e uva passolina e scambiavano la loro merce con viveri di vario genere (come legumi, pasta, patate). Durante uno di questi viaggi un piccolo veliero, denominato “A Mulinciana”, incappò in una forte tempesta e gli occupanti temettero per la loro vita.
Si rivolsero quindi a San Giuseppe affinché li salvasse e la tempesta cessò.
Giunti sani e salvi nell’isola, decisero di dare ai poveri (secondo quanto avevano promesso a San Giuseppe se si fossero salvati), tutto ciò che avevano sull’ imbarcazione e prepararono , appunto, una “quadara” con pasta e ceci, che venne consumata dai poveri. In seguito questo atto divenne tradizione e, annualmente, i proprietari dei piccoli bastimenti tirati a secco nell’antico insediamento marinaro dello “Scario”, provvedevano a preparare ciascuno una “quadara” (una diecina circa).
Presumibilmente la prima “quadara” (così come viene riportata nel documento scritto a mano dal signor Giovanbattista Saltalamacchia di Malfa e che la nipote Elsa ha trovato nei documenti personali del nonno) risale al 1835 , data che viene riportata nella statua lignea di San Giuseppe, custodita, attualmente, nella chiesa patronale di San Lorenzo Oggi questa antica usanza continua e viene perpetuata, ogni anno, dagli abitanti del luogo (all’epoca erano circa tremila solo a Malfa) ed ognuno svolge un proprio ruolo con compiti che si tramandano da padre in figlio; mentre le famiglie del paese (che conta, oggi, una popolazione di mille abitanti) preparano piatti tipici prelibati della gastronomia isolana, che vengono raccolti e portati nella piazza della chiesa dedicata al Santo Patrono, San Lorenzo; mentre la prima “tavuliata”, - così come scrive nei suoi appunti, il signor Saltalamacchia, risale al 1864, allorquando Marianna Maiorca, nonna paterna del Saltalamacchia stesso, organizzò l’evento arricchendolo di nuovi contenuti caratterizzati da piatti tipici della gastronomia eoliana.
Quindi uomini, donne, ragazze, giovani e specialmente bambini, si premuniscono ciascuno di un piatto e si avviano verso il piazzale antistante l’edificio di culto, dove è stato predisposto un lungo tavolo (“a tavuliata” appunto) sul quale vengono poste tutte le pietanze. Il corteo viene aperto da tre personaggi che raffigurano la Sacra Famiglia: San Giuseppe, Gesù Bambino e la Madonna vestiti con costumi d’ epoca della Palestina. Giunti nella piazza si portano presso i lunghi tavoli imbanditi con tovaglie bianche orlate di fiori (fresie e garofani multicolori, bocche di leone, margherite bianche poste anche nel bastone di San Giuseppe) e prendono posto per consumare il pranzo. Quest’anno saranno impersonati da Giuseppe Paino (San Giuseppe), Mònia Sciacchitano (La Madonna) e Adriano Alaimo (Gesù Bambino). Una piccola orchestrina (formata da suonatori locali – Angelo Rando, Tonino Paino e Giuseppe Barbuto di Pollara- con fisarmonica, chitarra ed un tempo mandolino) accentua l’atmosfera di festa con motivi musicali tradizionali.
Il contenuto delle due “quadare” dal gusto prelibato (ceci, pomodoro, cipolla, sedano e finocchio selvatico), il vino locale e le abbondanti pietanze (circa 120 piatti) vengono distribuiti ai presenti (comprese le crostate e la torta con la scritta “San Giuseppe 2017” offerta dal Comune di Malfa). Alla manifestazione prendono parte numerose persone provenienti anche dalle altre isole dell’Arcipelago e dalla Sicilia. Inoltre gli Eoliani delle Americhe e d’Australia ricordano con devozione, sentimento e nostalgia questa festa che li riporta con il pensiero alla loro terra d’origine. Tale tradizione, sorretta da uno spirito di religiosità e di profondo senso umano, permane come segno evidente di antichi valori, basati su una reale forma di solidarietà, di civile convivenza ed accoglienza.
Tutta la gente presente ammira e partecipa, con gioia ed allegria, alla sfilata di piatti tipici della gastronomia isolana con tanti dolci (spiccano, come sempre, le artistiche “paste di mandorle” della signora Rosa Paino di Capo Gramignazzo con la scritta “Viva San Giuseppe”) e portati, in processione, con il simulacro del Santo risalente al 1835. In mattinata viene celebrata ( alla presenza del Sindaco del Comune di Malfa, dott. Salvatore Longhitano, del maresciallo dei Carabinieri, dei componenti della numerosa Confraternita di San Lorenzo e di alunni della Scuola Media isolana), una Messa nella chiesa dell’Immacolata (situata al centro del paese), di fronte alla quale è ubicato, anche, l’Auditorium comunale, dove vengono raccolti i piatti che caratterizzano l’intera manifestazione, realizzata, in modo particolare, grazie all’impegno di tanti volontari. Manifestazioni simili si svolgono, a Marina Corta di Lipari (19 marzo chiesa di San Giuseppe) ed a Lingua -Comune di Santa Marina Salina ,( la domenica successiva, con la denominazione “Il quadaro”) ; mentre il primo maggio la festa si svolge a Leni (isola di Salina), a Quattropani (isola di Lipari) nella piazza del Santuario dedicato alla Madonna della Catena, ad Alicudi ed a Panarea.
(Quest’anno la festa di San Giuseppe, a Malfa, si svolgerà lunedì, 20 marzo prossimo).
Antonio Brundu

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