Egregio Signor Sindaco,
ci sono alcuni elementi nel regolamento dei ticket sui mezzi di trasporto che mi inquietano fortemente e mi spingono a pensare che la sensibilità dei nostri amministratori sia in forte declino. Premetto subito che sono favorevole al ticket per il turismo e per i turisti purchè servano a finanziare il decoro ed i servizi. Le cose belle si pagano ed è giusto che l’onere per la loro manutenzione non cada interamente sui residenti.
Ma che c’entrano i parenti dei liparesi che abitano in Sicilia, provincia di Messina o addirittura sulla costa tirrenica ed erano abituati a venire il sabato e la domenica a trovare genitori, nonni e parenti? Perché punirli? Perché cercare di tagliare i legami familiari che legano le generazioni? Non mi dica che si è pensato ad alcune esenzioni. Quali? I figli di eoliani che abitano a Milazzo? E perché Milazzo si, e Falcone, Olivarella, Barcellona, Torregrotta, Spadafora no? Perché Messina no? Mi si risponde che si è tenuto conto dei figli di eoliani nati a Lipari. Ma ormai chi nasce più a Lipari? E perché punire chi, in passato, per un parto un po’ delicato ha dovuto andare a Messina, Palermo, Roma? Si dice ancora che si è tenuto conto di chi è proprietario di un immobile. Ed allora mio nipote per venire a trovare sua madre con i figli senza spendere un patrimonio deve aspettare che la madre muoia ed erediti la casa? O deve farsela intestare ora che è ancora in vita?
Perché non era più facile prevedere che il ticket non lo pagano i residenti in Sicilia che hanno parenti a Lipari fino al quarto grado di parentela o di affinità?
Basta un po’ di buon senso Signor Sindaco. E non riempiamoci la bocca del valore della famiglia quando per qualche euro in più nelle tasse del Comune si è pronti a farne carta straccia. Con la stima di sempre
Michele Giacomantonio
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