La conversione in legge del decreto n° 50/2017 ha ufficializzato, a partire dallo scorso gennaio, la sospensione del conio delle monete da 1 e da 2 centesimi. Le monete in circolazione avranno comunque valore legale anche nel periodo di sospensione, ed è previsto che l’importo del prezzo venga arrotondato “a tutti gli effetti” per eccesso o per difetto, al multiplo di cinque centesimi più vicino.
Nel caso in cui invece un prezzo dovesse essere pagato tramite carta di credito, bancomat e simili, questa regola non si applicherà perché il pagamento elettronico rispecchierà quanto previsto, senza arrotondamenti.
È indubbio che si tratta di monete non facilmente utilizzabili; spesso ce le ritroviamo a riempirci il portafoglio, ma nella maggioranza dei casi non vengono accettate neanche dalle macchinette per la sosta dell’auto o da quelle che distribuiscono merende, bibite e caffè. Inoltre, la sospensione del conio di queste monete potrebbe comportare un risparmio di 20 milioni di euro da usare per l’ammortamento dei titoli di Stato.
Il rovescio della medaglia, segnala Altroconsumo, potrebbe riguardare l’arrotondamento dei prezzi. Ma da questo punto di vista la norma disciplina fin da subito le caratteristiche precise dell’arrotondamento. Va precisato comunque che l’arrotondamento deve riguardare solo i pagamenti in contanti e dunque quando si paga con una carta o con lo smartphone, i centesimi resteranno.
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