(di Gianni Iacolino) Anche se continuamente tentato,mi sono sempre astenuto dall'intervenire su temi riguardanti la sanita'. Non certo per quieto vivere, quanto per non essere invischiato in discussioni e polemiche che spesso hanno poco a che vedere con le reali cause di tanti disservizi nella gestione della sanita' pubblica.
Ho fatto di tutto per dare il massimo impegno da pubblico dipendente,ricevendo in cambio, ironia della sorte, continue convocazioni in consiglio disciplina.
Così, a volte, va la vita. Ovviamente ho continuato ad operare secondo i miei principi etici e scientifici, ma evitando atteggiamenti che hanno piu' a che fare col populismo, oggi dilagante, che con la voglia di andare a fondo nella soluzione dei problemi che affliggono la societa'.
Oggi non ce l'ho fatta piu'! Dopo le ultime dichiarazioni del famoso virologo Massimo Boldi, brillante comico e barzellettiere : " Diffidate della app Immuni " e di altri scritti riguardanti cose sapute e risapute sui test,( positivita' non piu' contagiose, in rari casi che , peraltro, non ne inficiano per niente la validita' e l'importanza strategica in corso di epidemie), mi corre l'obbligo di intervenire su questi temi per cercare non tanto di mettere un freno al dilagare di simili dichiarazioni ( Umberto Eco docet )quanto per far capire l'importanza di attuare quei minimi accorgimenti che possono frenare il rapido propagarsi dei contagi, in attesa degli anticorpi monoclonali e del vaccino.
Fomentare diffidenza sulla scienza e' quanto di piu' deplorevole si possa fare, sopratutto in momenti come questi.
La scienza , per sua stessa natura, non puo' essere democratica e quest'aspetto da' modo ai populisti di bombardare con bufale, ragionamenti verosimili e mezze verita' ( bugie ) le menti meno preparate, piu 'vicine a Vanna Marchi che a Fauci o a Grisanti, solo per fare qualche nome.
Andrea Grisanti e' Direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell'Universita' di Padova; e' colui che grazie al modello dei tamponi e quindi della tracciabilita' ha salvato la regione Veneto dalla prima ondata di Covid.
Forse un Professore di medicina molecolare disconosce la positivita', non piu' contagiosa, di qualche test ? Certo che no ! Sa bene che simili situazioni non inficiano per niente l'importanza del modello di screening, anzi insiste da mesi, giustamente, sulla necessita' di quadruplicare il numero dei tamponi: "Possiamo utilizzare i tamponi per tre attivita': screening di comunita', prevenzione o sorveglianza attiva. "
Dobbiamo ritenere farlocca l'app di IMMUNI perche' non supera il vaglio scientifico di Boldi ?
Il dato clinico , nel caso del Covid, e' un passo successivo al tampone anche quando il paziente e' asintomatico o paucisintomatico. In questi casi il dato clinico e' sovrapponibile a quello dell'influenza. La differenza, per la diagnosi , puo' farla solo il tampone. Anche nei casi di polmonite conclamata, di vasculite , etc , il test rapido ti da' subito le giuste indicazioni su come comportarsi, trattandosi di patologie altamente contagiose se causate da SARS COV2.
Sono cose risapute.
Lo scrivente si e' sempre affidato ,per la diagnosi, alla visita del paziente, ai dati clinici ed alla semeiotica da cui ha tratto quasi sempre gli elementi necessari , così ,da 49 anni, dal lontano 1971.Rricorso ai vari test sierologici o per immagini? Raramente, se proprio necessario.
Nel caso del Covid, l'approccio non puo' che essere diverso; a parte le chiacchiere, non si puo' prescindere dal tampone.
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