Dal latino
"gratia" con i più svariati significati fra cui: favore,
piacevolezza, gratuità e non per ultimo gratitudine e ringraziamento (gratus=grato).
Una parola comune che
racchiude in sé quindi molti sentimenti e qualità positivi.
Eppure alle volte si
potrebbe dire che questa parola sia sparita dalla bocca di molti, ma non di
tutti, per fortuna.
Nei reparti dove ha prestato il suo servizio,
ritengo verrà introdotta un’abitudine che credo sia molto bella e utile, ovvero
un librone dei ringraziamenti, messo in una sala all’interno dello
stesso.
Chiunque potrà scrivere liberamente i propri
ringraziamenti, lasciare bigliettini o quant’altro.
Credo che sia interessante anche per i nuovi ed
ormai ex colleghi, per i degenti e per quanti da quel posto transiteranno,
vedere cosa hanno scritto di lui, coloro che sono passati da quelle stanze, da
quei corridoi, dai quei letti, prima di loro.
E sarà proprio dietro ad un "semplice
grazie” che potranno nascondersi storie diverse, dolorose, storie non
facili e storie a lieto fine. Chissà quale mondo ci potrà essere dietro
a quel “Grazie”.
Io, personalmente, non smetterò mai di
pronunciarglielo e non potrei nemmeno farlo, non sarei intellettualmente onesto con me stesso,
tradirei i principi basilari e fondamentali sui quali si posa la nostra
fraterna ed indissolubile “Amicizia”.
Vedi carissimo, immenso Joe, prima di rendere
pubblico o tenere per noi questo mio pensiero, ho riflettuto tantissimo ed ho
solo nell’odierna mattinata deciso, per dare il giusto riconoscimento al tuo
lavoro, di chiederne la pubblicazione agli amici della stampa locale.
Io sono a dirti Grazie dal profondo del cuore,
con tutti i miei sentimenti, i miei limiti, il mio piacere di condividere con
te, tante ma tante cose, ma soprattutto per la tua unica, immensa, grande,
professionalità e disponibilità.
E mai potrò dimenticare quel fatidico 30 marzo
2017, allorquando senza esitazione alcuna, forse nemmeno avendo avvisato i tuoi
familiari, hai preso l’elicottero per accompagnarmi al Policlinico di Messina,
dove da lì a poco cominciava un lungo periodo che ha segnato la mia vita,
facendomi ancor di più capire, i veri valori e la grande importanza che questo
dono fattoci da Dio, riveste.
Mi sei stato vicino, facendo la spola, quasi
giornalmente col tuo posto di lavoro, mi hai seguito in maniera puntigliosa, maniacale,
meticolosa fino a farmi mettere in piedi e ad accompagnarmi, per le mie prime
uscite che segnavano, la quiete dopo la tempesta.
Questo è Giuseppe Bianchi, Joe per gli amici,
figura cardine del nosocomio di Lipari, persona seria, professionalmente
ineccepibile, inappuntabile, perfetta.
Questo è il mio Amico Joe, col quale ho
condiviso, condivido e spero di condividerne ancora tante in futuro, esperienze
bellissime, significative che svariano in molti campi, in diversi settori e che
lo vedono, in ognuno di questi, distinguersi tra i tanti.
Grazie per il tuo servizio reso alla comunità, per
non esserti mai risparmiato, grazie da tutti per tutto.
E’ arrivato, 1° novembre 2021, il fatidico
giorno anche per te.
Potrai dire addio allo stress, ai problemi
quotidiani, alle discussioni, agli incontri, alle riunioni ma, sono certo che
nel profondo del tuo cuore, non potrai mai e poi mai dimenticare, un solo
giorno del tuo encomiabile lavoro, per il quale dirti GRAZIE, è molto
riduttivo.
Goditi la giusta e meritata pensione, conscio
di essere stato una colonna portante dell’Ospedale Civile di Lipari.
Sei stato un mentore, hai cresciuto ed
insegnato il mestiere a molti e continuare senza di te, non sarà per nessuno
semplice.
Grazie Amico Carissimo!
Corrado Giannò
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