I migliori politici e
amministratori sono quelli più “liberi” da gravosi impegni in attività private
e meno esposti sul piano del patrimonio personale, per il semplice motivo che
si riducono i rischi di conflitto di interesse e si è meno soggetti al
“ricatto” del compromesso al ribasso a difesa o vantaggio del patrimonio
privato.
Peraltro, dietro i “business men”
spregiudicati ed in piena attività che “scendono” in politica con velleità di
comando c’è la concreta possibilità che si creino comitati d’affari, certamente
dinamici ma poco attenti all’interesse ed all’etica pubblica.
Quando Berlusconi si candidò alla
guida del paese, i più arguti osservatori politici lo definirono “unfit”
(inadeguato) a governare, non perché non fosse capace ma perché zavorrato da un
fardello personale e privato che ne avrebbe condizionato in negativo l’attività
di governo.
Sappiamo com’è andata, tra leggi
ad personam, conflitto violento e permanente, interesse privato e particolare
inevitabilmente anteposto a quello pubblico e collettivo, problemi del paese e
qualità “politica” peggiorati…
Fatte le dovute proporzioni e
considerato che il controllo democratico a livello nazionale è molto più forte,
starei molto attento, in luoghi a corto di “oppositori” con la schiena dritta
come il nostro, a non accentrare in poche mani potere economico e politico.
La politica non si può ridurre ad
un affare.
Poi, c’è il voto democratico che
va rispettato in ogni caso…
Auguri!
LUCA CHIOFALO
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