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giovedì 28 agosto 2008

Energia solare per Panarea: Lettera aperta al Ministro dell'Ambiente da un habituè dell'isola

UNA LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL’AMBIENTE E' STATA INVIATA DALL'ING. FRANCESCO MORFINI, ABITUALE FREQUENTATORE DELL'ISOLA DI PANAREA.
IL TESTO:
Signor Ministro,
Mi rivolgo a Lei, e perchè persona molto attenta ai problemi di Panarea e nella Sua qualità di supremo difensore Istituzionale dell’Ambiente, di quell’Ambiente che in Panarea, isola patrimonio dell’Umanità oltre che “Riserva Naturale Orientata” viene continuamente umiliato ed oltraggiato da Enti e persone per i loro comportamenti nei campi della produzione dell’energia, della gestione dei rifiuti, dell’approviggionamento dell’acqua e dell’organizzazione dei trasporti.
La causa prima di questa situazione va attribuita alla mancanza di un serio piano di sviluppo dell’isola nel quadro di una corretta visione urbanistica che tenga conto dell’evolversi dei bisogni della popolazione.
Pertanto, bisognerebbe provvedere quanto prima all’allestimento di questo piano nel cui ambito andrebbero risolti tutti i problemi esistenti ma fintanto che questo piano non esisterà mi sembra sia doveroso da parte delle Istituzioni affrontare uno per uno questi problemi e risolverli. Non farlo immediatamente mi sembrerebbe non solo disdicevole ma anche riprorevolmente colpevole.
Ancora oggi viene prodotta, a molti anni dal provvedimento di liberalizzazione dell’energia, in modo monopolistico dall’Enel.
L’Enel nonostante i proclami riguardanti le energie rinnovabili ( ma sono di ieri, ora con l’avvento del nuovo governo, i suoi proclami riguardano l’energia nucleare) non si dimostra in grado di sanare la situazione costituita dalla centrale elettrica di Panarea che ha bisogno di tutt'altro che di pannicelli caldi per diventare presentabile,infatti:
- le soluzioni che ha appena presentato ( il mese scorso) sono costituite nella messa in opera, all’aperto, da due gruppi da 1500 Kwp, cadauno, con i quali continua a produrre allegramente tra le case di abitazione oltre quattro milioni di kwh l'anno (soprattutto d'estate), in area rigorosamente protetta, emettendo senza vergogna i prodotti di combustione ad altezza d’uomo, ignorando ogni possibilità di abbattimento degli stessi, e tenendo così in non cale la salute di popolazione e degli stessi dipendenti che vengono costretti ad assumerne gran parte dei medesimi. La centrale rimane, come era, dal punto di vista dell'impatto ambientale, quanto di peggio si possa immaginare;
- Essa sorge dal 1984, penso ancora adesso, abusivamente, su area di proprietà di terzi e di volta in volta occupa altri terreni sempre di terzi per depositarvi vecchi impianti in disuso;
-interrompe il percorso di una strada che è stata abusivamente inglobata nei suoi ambiti irregolarmente cintati, impedendone l'accesso ai vicini;
- sembra non sia in possesso di tutti i regolari permessi operativi;
- è afflitta da una gestione deficitaria (a causa del forte sbilanciamento tra i picchi produttivi stagionali e della continua corrosione alla quale per motivi geotermici gli impianti sono assoggetati) gestione che nemmeno il fondo di compensazione, penso, riesca a riequilibrarne i conti: non vorrei sbagliare ma penso che un kwh a Panarea venga a costare ad Enel quanto verrebbe a costare se fosse prodotto da "fotovoltaico";
- essendo a sei metri sul livello del mare ed a qualche metro dalla battigia è da considerarsi a rischio tsunami;
- non vanno, poi, tralasciate considerazioni di immagine e di riflesso economico: Panarea è l'isola del sole che, peraltro, non si avvale del sole per la produzione di energia anzi utilizza l'energia prodotta da vecchi,o più recenti diesel all'aperto, perfino per i suoi bisogni termici e ciò nonostante che abbia proprio nel patrimonio paesaggistico-ambientale la prioritaria fonte della sua ricchezza, e per questo dovrebbe essere obbligata ad una politica di sviluppo particolarmente attenta alle esigenze di tutela e valorizzazione anche produttiva del territorio. Non è invece così.
Una fruizione di tale patrimonio gestita in modo scorretto già induce effetti devastanti ed è comunque in grado di depauperare quel capitale storico-naturalistico che un destino fortunato aveva invece concesso a quest'isola. Al giorno d'oggi si fa molto in fretta a perdere in reputazione e livello turistico.
Ciò in via del tutto generale, se consideriamo poi gli interessi dei singoli che "questa centrale" compromette, il quadro ricavabile è tale che qualche preoccupazione all'Azienda dovrebbe procurarla, non voglio creare allarmi ma la Gente è stanca di subire e si sta organizzando.
“Piangere sul latte versato” non serve, tuttavia, assolutamente a niente: sono convinto che con un poco di buona volontà, con un minimo di intelligenza e senza eccessiva spesa si potrebbe portare rimedio a questa situazione e ad altre (rifiuti, acqua, trasporti).
Basterebbe cominciare col provvedere ad abbattere immediatamente e seriamente i fumi di combustione della centrale salvaguardando la salute dei cittadini e perché no dei dipendenti ma questo dovrebbe essere soltanto il primo passo.
Il secondo ed altrettanto importante è invece di natura istituzionale: andrebbe localizzato in un quadro urbanistico, naturalmente ben al di fuori dell’abitato, il posto dove far sorgere alla luce di un bando :
- una nuova centrale elettrica, supportata da un insediamento fotovoltaico di 700 Kwp capace di coprire le esigenze isolane nei mesi dal novembre a marzo e quale presupposto per l’alimentazione di un impianto di desalinizzazione dell’acqua (a suo tempo –anni 2002 , 2003- il Ministero dell’Ambiente nell’ambito del programma “Isole Minori” decise di finanziare parzialmente un progetto simile presentato dal Comune e preparato da una mia società con la collaborazione di Conphoebus ma poi, soprattutto per l’indifferenza dell’ amministrazione comunale di Lipari, e le solite pastoie burocratiche delle varie Istituzioni non se ne è fatto più nulla, ed il finanziamento non fu più erogato);
- un centro di smistamento e parziale riutilizzazione dei rifiuti ( al riguardo esiste qualche buon progetto nel quadro della raccolta differenziata dei rifiuti stessi).
Che dire infine dei trasporti: essi dovrebbero rispondere ad un preciso piano intermodale…. attualmente, invece,c’è tanta confusione e sovrapposizione di servizi non sempre puntuali.
E’ tutto.
Doverosi ossequi.
Lipari, 27 Agosto 2008
Francesco Morfini