E' stato confermato per domani lo sciopero di 24 ore dei marittimi del gruppo Tirrenia e delle societa' controllate. Lo stop e' stato indetto da tutte le sigle sindacali: Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Federmar-Cisal. In concomitanza con lo sciopero, a Roma , presso l'hotel Nazionale in Piazza Montecitorio si terra' una conferenza stampa di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti , alla presenza del segretario generale della Uiltrasporti, Giuseppe Caronia e dei responsabili del settore marittimo della Filt Cgil, Roberto Scotti e della Fit Cisl, Beniamino Leone.
I sindacati denunciano che "Tirrenia potrebbe subire una crisi aziendale come Alitalia e a rischio ci sono 3mila di posti lavoro con lavoratori che non avranno a disposizione gli ammortizzatori sociali".
“Sono particolarmente interessato a conoscere nel dettaglio i criteri per la privatizzazione di Tirrenia – sostiene Caronia della Uiltrasporti- e voglio augurarmi che il primo criterio, ed a mio avviso il più importante, sia quello di escludere dalla “ procedura competitiva a trattativa diretta” tutte le compagnie di navigazione oggi concorrenti della Tirrenia. E’ difatti evidente che chi è già fortemente radicato nel cabotaggio nazionale con una propria flotta, con proprio personale e con proprie strutture, non ha interesse alcuno – precisa il segretario generale della Uil trasporti- ad acquisire Tirrenia nel suo complesso, ma ha invece quello di eliminarla dal mercato. Potrebbero semmai essere interessati ad acquisire ed a prezzi stracciati (il valore dell’azienda senza il rinnovo della Convenzione si riduce) le navi migliori e le linee più redditizie, scaricando così sulle spalle della collettività l’onere del mantenimento di tutte le tratte sociali, gli obblighi di servizio pubblico e della continuità territoriale alle popolazioni delle isole minori. Ho già detto in moltissime altre circostanze- prosegue il rappresentante sindacale- che ogni similitudine, ogni accostamento e quant’altro tra Tirrenia e Alitalia è assolutamente sbagliato, lo è sul piano finanziario, ma lo è in modo particolare se riferito alla sorte assai diversa delle migliaia di esuberi di marittimi che con la dismissione di Tirrenia si verrebbero a determinare, i quali, a differenza dei lavoratori di Alitalia che fortunatamente dispongono di adeguati ammortizzatori sociali, non godrebbero di alcun tipo di protezione e sarebbero quindi cacciati nell’inferno della disoccupazione certa ed irreversibile, considerato che sarebbero colpiti quasi esclusivamente lavoratori del Meridione e di quello più svantaggiato. Palazzo Chigi deve ascoltarci e il Governo deve sottoscrivere le nuove convenzioni fino al 2012/2014; deve integrare gli stanziamenti per garantire i servizi (circa 80 milioni per il 2008 e 108 milioni per il 2009); deve approvare il Piano Industriale che consentirà di completare il risanamento del gruppo, di aumentarne il valore e permettere una corretta, trasparente e vantaggiosa privatizzazione per lo Stato (fermo restando il criterio di esclusione prima richiamato); deve trasferire obbligatoriamente alle Regioni le Società regionali Caremar, Toremar, Siremar, Saremar, naturalmente a determinate condizioni. Domani ci sarà lo sciopero, mi auguro- continua ancora il sindacalista- che le nostre richieste vengano accolte sollecitamente . Ma si sappia che se ciò non dovesse avvenire e si dovesse insistere nel disegno di una incomprensibilmente accelerata dismissione della flotta pubblica senza regole e senza condizioni, le nostre legittime e sacrosante reazioni potrebbero essere particolarmente forti e non potremmo di certo garantire, da parte di chi sarebbe preso dalla disperazione, il rispetto di alcune regole che, a mio avviso, mal conciliano il diritto alla mobilità dei cittadini con quello ancor più sacrosanto dello sciopero in difesa della propria esistenza”.
Le Organizzazioni Sindacali si riservano di promuovere ulteriori iniziative, in occasione dell’incontro che si terrà presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti il giorno 27 novembre alle ore 18.00.