Pubblichiamo la lettera che il coordinatore Ancim, Massimo Lo Schiavo, ha inviato all'Assessorato regionale territorio e ambiente, al Dipartimento Foreste demaniali, al Comando del corpo forestale, all'Assessorato regionale Risorse agricole e forestali OGGETTO: art. 185 del D.lgs 3 aprile 2006 n. 152, così come modificato dall’art. 13 del D.lgs 3 dicembre 2010 n. 205
Il Decreto Legislativo 3 dicembre 2010, n.205 "Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 288 del 10 dicembre 2010 - Suppl. Ordinario n. 269, ha modificato alcuni articoli del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152 “Norme in materia ambientale” riguardanti lo smaltimento dei rifiuti.
L’art. 13 del D.Lgs. 205/2010 (Modifiche all’articolo 185 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152) stabilisce che non rientrano nel campo di applicazione della parte IV del Decreto ( che disciplina la gestione dei rifiuti)“paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana”.
Successivamente, in data 13.05.2011, il Comando Forestale dello Regione Siciliana- Servizio V, in applicazione dell’art. 13 del D.Lgs 205/2010, ha emanato la Circolare n. 16924 con la quale, interpretando la volontà del legislatore, stabilisce che “paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericolosi...", se non utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia mediante processi o metodi che non danneggiano l′ambiente, ne mettono in pericolo la salute umana devono essere considerati rifiuti e come tali devono essere trattati.
La combustione sul campo dei residui vegetali si configura quindi come illecito smaltimento di rifiuti, sanzionabile ai sensi dell′art. 256, 1° comma del D.Lgs 152/2006.
Alla luce di questa nuove disposizioni, pertanto, anche i Comuni dovranno adesso adeguare i propri regolamenti e/o ordinanze sui fuochi controllati in agricoltura finora consentiti agli agricoltori in precisi periodi dell’anno.
Queste nuove disposizioni aprono scenari devastanti per i territori insulari, i quali si trovano per l’ennesima volta ad essere non tenuti in considerazione.
I nostri territori, come ribadito più volte, hanno bisogno di provvedimenti ad hoc che regolamentino i ritmi di chi li vive, e soprattutto che non mettano a repentaglio la già delicata economia.
Con questa modifica dell’art. 185 del D.lgs 152/2006, il comparto agricolo delle isole minori subirà un duro colpo: vietare la combustione sul campo dei residui di potatura delle colture locali, antichissima pratica agricola, innescherà un processo di abbandono dei terreni finora coltivati da parte degli abitanti, i quali dovranno decidere se continuare a coltivare la propria terra, rischiando una denuncia di tipo penale per aver bruciato i residui delle proprie potature.
I territori delle isole minori sono sede di produzioni di eccellenza, come il Malvasia delle Lipari, il Passito di Pantelleria, i capperi, le coltivazioni di uliveti, alle quali si aggiunge la presenza di Parchi e Riserve Naturali che necessitano di operazioni continue di discerbamento e pulitura, i cui residui, finora venivano smaltiti attraverso procedure di combustione in loco.
Tale divieto, quindi, secondo le nuove direttive, imporrebbe alle amministrazioni locali la raccolta e lo smaltimento di tali residui, gravando il settore delle raccolta degli RSU di un carico tale da generarne l’inevitabile collasso. Difatti, visto che ad oggi nessuna delle isole minori risulta essere dotati di impianti capaci di accogliere e smaltire i prodotti in questione, questi dovranno inevitabilmente essere trasportati via mare tramite i mezzi dedicati al trasporti dei rifiuti operanti in questi distretti. Questo comporterà ulteriori aggravi di spesa del servizio che senz’altro nessuno dei comuni isolani sarà in grado di sostenere. Pertanto, considerate tutte le difficoltà che caratterizzano il territorio insulare nella questione dello smaltimento di paglia, sfalci, potature, ecc., e alla luce di quanto esposto, si chiede agli enti in indirizzo di provvedere alla urgente risoluzione della questione prevedendo un provvedimento che escluda dalla normativa in oggetto le Isole minori siciliane
In attesa di gradito ed urgente riscontro si porgono ossequiosi saluti
L’art. 13 del D.Lgs. 205/2010 (Modifiche all’articolo 185 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152) stabilisce che non rientrano nel campo di applicazione della parte IV del Decreto ( che disciplina la gestione dei rifiuti)“paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana”.
Successivamente, in data 13.05.2011, il Comando Forestale dello Regione Siciliana- Servizio V, in applicazione dell’art. 13 del D.Lgs 205/2010, ha emanato la Circolare n. 16924 con la quale, interpretando la volontà del legislatore, stabilisce che “paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericolosi...", se non utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia mediante processi o metodi che non danneggiano l′ambiente, ne mettono in pericolo la salute umana devono essere considerati rifiuti e come tali devono essere trattati.
La combustione sul campo dei residui vegetali si configura quindi come illecito smaltimento di rifiuti, sanzionabile ai sensi dell′art. 256, 1° comma del D.Lgs 152/2006.
Alla luce di questa nuove disposizioni, pertanto, anche i Comuni dovranno adesso adeguare i propri regolamenti e/o ordinanze sui fuochi controllati in agricoltura finora consentiti agli agricoltori in precisi periodi dell’anno.
Queste nuove disposizioni aprono scenari devastanti per i territori insulari, i quali si trovano per l’ennesima volta ad essere non tenuti in considerazione.
I nostri territori, come ribadito più volte, hanno bisogno di provvedimenti ad hoc che regolamentino i ritmi di chi li vive, e soprattutto che non mettano a repentaglio la già delicata economia.
Con questa modifica dell’art. 185 del D.lgs 152/2006, il comparto agricolo delle isole minori subirà un duro colpo: vietare la combustione sul campo dei residui di potatura delle colture locali, antichissima pratica agricola, innescherà un processo di abbandono dei terreni finora coltivati da parte degli abitanti, i quali dovranno decidere se continuare a coltivare la propria terra, rischiando una denuncia di tipo penale per aver bruciato i residui delle proprie potature.
I territori delle isole minori sono sede di produzioni di eccellenza, come il Malvasia delle Lipari, il Passito di Pantelleria, i capperi, le coltivazioni di uliveti, alle quali si aggiunge la presenza di Parchi e Riserve Naturali che necessitano di operazioni continue di discerbamento e pulitura, i cui residui, finora venivano smaltiti attraverso procedure di combustione in loco.
Tale divieto, quindi, secondo le nuove direttive, imporrebbe alle amministrazioni locali la raccolta e lo smaltimento di tali residui, gravando il settore delle raccolta degli RSU di un carico tale da generarne l’inevitabile collasso. Difatti, visto che ad oggi nessuna delle isole minori risulta essere dotati di impianti capaci di accogliere e smaltire i prodotti in questione, questi dovranno inevitabilmente essere trasportati via mare tramite i mezzi dedicati al trasporti dei rifiuti operanti in questi distretti. Questo comporterà ulteriori aggravi di spesa del servizio che senz’altro nessuno dei comuni isolani sarà in grado di sostenere. Pertanto, considerate tutte le difficoltà che caratterizzano il territorio insulare nella questione dello smaltimento di paglia, sfalci, potature, ecc., e alla luce di quanto esposto, si chiede agli enti in indirizzo di provvedere alla urgente risoluzione della questione prevedendo un provvedimento che escluda dalla normativa in oggetto le Isole minori siciliane
In attesa di gradito ed urgente riscontro si porgono ossequiosi saluti
Il Sindaco di Santa Marina Salina- Coordinatore ANCIM Sicilia
Massimo Lo Schiavo
Massimo Lo Schiavo
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