«Le convenzioni allegate al contratto di vendita di Tirrenia sono uno schiaffo alla Sardegna e ai sardi. E' semplicemente impensabile che i sardi debbano pagare piu' dei non residenti per un servizio di continuita' territoriale che anziche' avvicinare la Sardegna al resto del paese l'allontana inesorabilmente».
Lo denuncia il deputato sardo Mauro Pili in un'interrogazione, depositata giovedì agli atti della Camera e pubblicata sui resoconti di oggi, in cui chiede al governo di bloccare la vendita. Secondo Pili le convenzioni lederebbero il diritto alla mobilità dei Sardi. «La convenzione di cui informalmente sono venuto in possesso - spiega il parlamentare del Pdl - è l'esatto contrario di un contratto di servizio pubblico e rappresenta un grave e lesivo atto contro il diritto alla mobilità non solo di un intero popolo, quello sardo, ma di un intero territorio regionale».
Basterebbe conoscere solo un dato, quello della tratta Olbia-Genova - per comprendere che chi ha redatto il documento «niente conosce del significato di continuità territoriale e tantomeno conosce le norme relative al diritto alla mobilità, alla libertà di movimento e alle pari condizioni per tutti i cittadini europei». «Lo Stato e la Regione Autonoma della Sardegna - conclude Pili - devono esercitare la funzione e il dovere di controllo e indirizzo. E' grave che coloro che avevano il compito di scrivere, imporre e controllare le regole lo abbia fatto omettendo le più elementari norme. E' fin troppo chiaro - conclude Pili - che se la Tirrenia verrà venduta senza regole capaci di tutelare i sardi e la Sardegna la continuità territoriale sarà finita».
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