fonte: Cronaca Regionale di Siciliainformazioni.com
ULTIMI EVENTI – L’ultimo “avvertimento” risale a questa mattina: alle 4,53 la terra ha tremato ancora al largo delle Eolie con un terremoto di magnitudo 2.1. Qualche ora prima, alle 15,27 di ieri, nella stessa zona si è registrata un’altra scossa sensibilmente più forte, di 4.1 Richter, al largo dell’isola di Panarea. Ma l’evento sismico che ha fatto tremare un po’ più forte la terra in fondo al mare è quello registrato, sempre ieri, alle 13,12, in pieno Jonio: una scossa di magnitudo 4.7 a 80 chilometri al largo della Calabria e a circa 150 dalla Sicilia, ma avvertito sensibilmente dalla popolazione.
PARERI DISCORDANTI – Va
evidenziato che proprio quest’ultimo terremoto, forte ma per fortuna
poco pericoloso perché lontano dalla costa, ha sollevato pareri
discordanti tra gli esperti. Alberto Michelini,
dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha parlato di
“fenomeno abbastanza singolare – come si legge sull’edizione online del
Giornale di Sicilia – perché quella non è una zona sismica”. Invece il
sismologo Gianluca Valensise, dirigente di ricerca
dello stesso istituto, ha dichiarato al sito MeteoWeb: “Non è una scossa
che ci sorprende, proprio perché si verifica in una nota zona sismica”.
Parere esattamente opposto al precedente.
LA PAROLA ALL’INGV DI CATANIA – Per fare un po’ di chiarezza abbiamo sentito il parere di Raffaele Azzaro, responsabile dell’Unità funzionale di Sismologia dell’Ingv di Catania. “Fenomeno singolare non lo definirei – spiega a SiciliaInformazioni – . Forse così distanti dalla costa della Sicilia non ce ne sono molti, ma definirlo singolare mi sembra un po’ eccessivo.
Di certo è un evento sismico un po’ più profondo di quelli che
solitamente registriamo in quell’area. Valutazioni di questo tipo si
fanno su periodi più lunghi e più rappresentativi”.
OCCHIO AGLI IBLEI – Per
quanto si sia trattato di eventi di minore magnitudo, i tecnici
dell’Ingv si sono concentrati di più sullo sciame sismico che ha
interessato il distretto ibleo dove si è riattivata una faglia già nota agli esperti. L’evento più forte di magnitudo 3.7, registrato il 27 giugno alle 3,14. “Abbiamo implementato il sistema di monitoraggio – spiega ancora Azzaro – installando una rete sismica mobile
per seguire il fenomeno, perché l’impatto che potrebbe avere un forte
terremoto in una zona urbanizzata è di primo ordine rispetto ad un altro
evento sismico che si verifica lontano dalla costa”.
L’OMBRA DEL BIG ONE? –
Comunque sia, i terremoti che hanno interessato nelle ultime settimane
la Sicilia rientrerebbero nella normale attività tellurica della
regione. Nessun big one in arrivo, quindi. Ma
una domanda provocatoria è lecito porsela. Se quasi tutta la comunità
scientifica, giustamente, ha sempre detto che è impossibile prevedere i
terremoti con un buon margine di attendibilità, perché ci viene detto
sempre che non c’è nulla di preoccupante e non è il caso di suscitare
allarmismi? Come fanno ad essere così sicuri, data l’imprevedibilità di
un terremoto, che tutto rientri in una normale attività sismica?
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