Quella
di ieri sera al Centro Studi non è stata solo la presentazione di un
libro, che d’altronde non ha ancora raggiunto le librerie, ma la
celebrazione di una delle pagine più importanti, assieme al
riconoscimento delle Eolie Patrimonio dell’Umanità, vissute dalle
Amministrazioni eoliane negli ultimi cinquant’anni. Ed è stata una
celebrazione di alto livello con ospiti illustri che però, ancora
una volta, ha solo sfiorato il cuore della cittadinanza liparese e
questo è un problema su cui forse bisognerebbe riflettere di più.
Comunque è stato un evento straordinario e tanto di cappello al
Centro Studi che l’ha prganizzato ed a Pino La Greca che ha
documentato la settimana a New York e all’ONU delle Eolie nel
febbraio del 1998.
Se
mi fosse stato concesso di portare anch’io il mio modesto
contributo (ma probabilmente gli amici del Centro Studi non hanno
ancora digerito la mia ferma posizione sull’utilizzo della Chiesa
dell’Immacolata) avrei potuto evidenziare meglio una di quelle
fortuite coincidenze di cui ha parlato Alberto La Volpe che hanno
reso possibile il successo del progetto ambizioso dell’Ambasciatore
Fulci di potenziare il ruolo dell’Italia all’Onu costruendo una
alleanza con le isole-stato e che ha consentito al Sindaco di
Lipari, nella manifestazione al Waldorf Astoria di New York, non solo
di sedere a fianco agli oltre trenta rappresentanti degli stati
isolani ma di parlare loro con l’autorità di un ampio consenso
raggiunto fra le isole minori italiane. Un consenso, innanzitutto, a
livello di Arcipelago derivante da una compattezza ed una consonanza
di obiettivi fra i quattro Comunii come forse non c’era mai stata
prima e come sicuramente non c’è stata più dopo. Una consonanza
derivante da un progetto condiviso che si andava esplicitando,
innanzitutto, nell’obiettivo di fare iscrivere le Eolie nel
Heritage List, quindi, di un Patto territoriale generalista e poi di
uno relativo all’agricoltura e alla pesca, di un progetto Leader
con la costituzione del Gal delle Eolie, il progetto Ecosviluppo
Eolie che voleva aprire una fase nuova al nostro turismo, il Centro
Servizi Turismo, ma soprattutto nella capacità di sapersi muovere in
modo unitario e mirato rispetto alle altre isole minori italiane sia
sullo scacchiere regionale sia su quello nazionale. Infatti proprio
in quei mesi a Roma, all’Hotel Cicerone, il Sindaco di Lipari, vice
presidente nazionale dell’Ancim (di cui diventerà presidente nel
dicembre 1998), esponeva le linee di un progetto di programmazione
unitaria per le isole italiane da cui nascerà il DUPIM (Documento
Unitario di Programmazione delle Isole Minori) a livello nazionale ed
PIT siciliano “Un Parco delle isole del Mediterraneo” che
permetteranno di accedere a consistenti finanziamenti per le isole.
Un
consenso ed una autorevolezza che portò, fra l’altro, il Sindaco
di Lipari a Rodi invitato e relatore alla prima convenzione europea
delle Camere di Commercio delle Isole minori.
Non
dico queste cose per rispolverare nostalgicamente una stagione
liquidata quando stava appena fiorendo, ma per sottolineare come le
Eolie hanno le potenzialità ed i numeri – se sanno volerlo - per
svolgere un ruolo di progresso e di sviluppo capace di proporsi anche
a livello internazionale se si sa guardare oltre i provincialismi, i
calcoli meschini, le piccole beghe paesane.
Michele
Giacomantonio
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