«La pesca siciliana non può ulteriormente essere mortificata da scelte del Governo nazionale che la danneggiano. Le quote accidentali aggiuntive attribuite al tonno rosso devono essere assegnate alla pesca che viene effettuata con la tecnica del palangaro affinché si possa garantire la sopravvivenza minima delle imprese e dei pescatori siciliani». Così l’assessore regionale Nino Caleca, dopo aver ascoltato le richieste emerse nel corso degli Stati Generali della Pesca che si sono svolti a Palermo. «La quantità di tonno rosso nelle acque del Mediterraneo - aggiunge - per effetto delle inibizioni alla pesca e delle quote assegnate dall’Unione Europea, è oggi cresciuta in maniera esponenziale mettendo a rischio anche l’equilibrio della fauna marittima presente. Il tonno, infatti, si ciba di pesce azzurro e la riduzione di quantità di questo tipo di pescato è quella che fa lanciare oggi un autentico grido di allarme ai pescatori siciliani. Corollario di questo problema anche l’aumento di incidenza del pescato accidentale di tonno, per il quale i nostri pescatori vengano duramente sanzionati».
Ma il sottosegretario Giuseppe Castiglione ribatte: «E’ grazie al lavoro svolto dal governo italiano in sede europea e internazionale che le quote di pesca del tonno rosso sono finalmente aumentate. E’ la prima volta dal gennaio del 2007. L’ottima presenza dello stock e la campagna di conservazione che abbiamo adottato ci permette di ottenere questo importante risultato. Non esiste una quota di tonno rosso ripartita per Regione. Sfugge all’assessore Caleca che il numero delle imbarcazioni non può essere aumentato e nonostante ciò le quote per sistemi di pesca sono accresciute in modo significativo. Per i palangari, per esempio, passeremo dalle 265 t. del 2014 alle 450 t, quasi raddoppiando nel 2017 e le 80 t. alla quota indivisa eviteranno le sanzioni in cui purtroppo sono incorsi i nostri pescatori per troppi lunghi anni. Il decreto tonno rosso attua, per la prima volta». «L’impugnativa del decreto - conclude Castiglione - minacciata dall’assessore, ha probabilità di successo pari a zero, già sperimentata negli anni scorsi, e vorrei ricordare che nella prossima programmazione si prevedono significative risorse per studi, ricerche, indagini di sistema e collaborazioni con istituti scientifici.
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