Riceviamo dal Presidente del consiglio comunale di Lipari, Adolfo Sabatini e pubblichiamo:
Gent.le signor Roux
Non ho per niente apprezzato la Sua nota, prima di tutto a livello personale perché se pur vero che in certi contesti la politica è una cosa l’amicizia è un’altra, Lei ha scritto le classiche “mezze verità” che sono la cosa più squallida che un uomo possa fare soprattutto quando si parla di mafia.
Non ho capito a cosa si riferisce quando scrive di poteri forti e se lo scrivesse capiremmo a chi o cosa si riferisce con la speranza che la sua allusione sia entro i canoni previsti dalla Legge.
Io non sarò prolisso come lei e non mi dilungherò in spiegazioni che a lei non devo in alcun modo.
Se spiegazioni un giorno dovrò dare sarà alla mia famiglia, ai miei amici ed alla persone a me care e lei non rientra e nessuna di queste categorie.
Solo una cosa voglio ricordarle, che il sottoscritto per l’azione politica ha subito un attentato incendiario e ricevuto in una busta un proiettile (non faccio il nome degli altri che hanno subito le stesse intimidazioni per rispetto delle loro famiglie).
Non risponderò ulteriormente a sue repliche e le anticipo che non ho nessuna necessità di chiarire neanche per le vie brevi.
Allego per chiarezza la richiesta che mi ha inviato il sig. Roux e che il sindaco avrebbe dovuto firmare.
Adolfo Sabatini
…………………..
Oggetto: Adesione all’Accordo di programma quadro “Carlo Alberto dalla Chiesa” e al “Protocollo di Legalità”. Aggiunta al Logo di “Comune antimafia” e approvazione del codice etico
La lotta alla mafia non deve essere soltanto un distaccata opera di repressione delegata alle Procure o agli organi di Polizia ma – come disse Polo Borsellino- “un movimento culturale, morale ed anche religioso che coinvolge tutti, istituzioni e cittadini che debbono abituarsi a sentire il fresco profumo della libertà, quella che si oppone al prezzo del compromesso morale, all’indifferenza della contiguità e quindi della complicità.
Premesso
- che da esponenti delle istituzioni territoriali locali e da diverse forze sociali viene costantemente rappresentata l’esigenza di una più efficace tutela della sicurezza, intesa nell’ottica complessiva di una intensificazione dei controlli mirati a prevenire o reprimere ogni possibile tentativo di destabilizzazione del normale vita civile quotidianamente minata da piccoli e/o più importanti atteggiamenti ed azioni illegali;
- per prevenire infiltrazioni della malavita organizzata nel mercato del lavoro e nell’esercizio delle attività produttive;
- per creare le necessarie condizioni ambientali favorevoli – attraverso un più esteso controllo del territorio e la previsione di ogni altra misura tendente a rafforzare le condizioni di legalità e sicurezza;
- per evitare che il normale svolgimento delle attività imprenditoriali venga negativamente condizionato ed ostacolato da tentativi di infiltrazioni della malavita organizzata;
VISTO che in data 30/09/2004 è stato stipulato l’Accordo di programma quadro “Carlo Alberto dalla Chiesa” tra il Ministero dell’interno, il Ministero dell’economia e delle Finanze e la Regione Siciliana, avente lo scopo di contribuire ad una azione di prevenzione rivolta a garantire permanentemente il miglioramento delle condizioni di convivenza civile e di sicurezza dei cittadini, nonché a favorire la collaborazione nella lotta alla criminalità nel territorio regionale stimolando altresì l’azione delle amministrazioni locali su politiche integrate di governo della sicurezza con particolare riferimento alla coesione sociale e alla diffusione della legalità;
ATTESO che l’art.4, comma 4, del predetto Accordo prevede, in particolare che il Ministero dell’Interno, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Regione Siciliana “si impegnano dare impulso al coordinamento delle attività finalizzate a prevenire le infiltrazioni mafiose nella gestione degli appalti pubblici;
ATTESO che in data 12/07/2005 è stato stipulato il “Protocollo di Legalità” tra il Ministero dell’interno, l’Autorità di Vigilanza sui lavori pubblici, la Regione Siciliana, le Prefetture di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Siracusa e Trapani, l’INAIL e l’INPS;
CONSIDERATO che con il “Protocollo di Legalità” la Regione Siciliana ha assunto impegno ad emanare direttive per l’inserimento nei bandi di gara delle “clausole di autotutela” che consentono l’applicazione di procedure finalizzate a prevenire i fenomeni di devianza e di vulnerazione del principio di concorrenza “sostanziale” e trasparenza, che trovano riscontro nella giurisprudenza amministrativa (sentenza CdS n.5903 del 30/11/2000;
VISTA la Circolare dell’Assessorato dei LL.PP. 31/01/2006 n.593 con la quale è stata emanata la clausola di autotutela d inserire nei bandi di gara di lavori pubblici;
VISTO l’atto di indirizzo applicativo in materia di trasparenza ai sensi della legge regionale 5 aprile 2011, n.5 ed in osservanza degli articoli 8,9 13,14,16,17,18 e 20 del codice antimafia ed anticorruzione della pubblica amministrazione approvato con deliberazione di giunta n.514 del 4 dic.2009
VISTO l’articolo 15 della legge regionale 5 aprile 2011 n.5 recante “ azioni per il contrasto alla corruzione e alla criminalità organizzata di stampo mafioso”
RITENUTO di aderire idealmente e formalmente ai dettami del “protocollo di Legalità” stipulato in data 12/07/2005, in esecuzione alle disposizioni di cui all’art.1 ultimo comma, al fine di sperimentare forme di collaborazione con gli altri enti locali territoriali e soggetti pubblici aderenti, impegnandosi ad adottare nei bandi di gara “clusola di autotutela” che consentono l’applicazione delle procedure previste nello stesso Protocollo di Legalità, contro fenomeni collusivi tra i concorrenti partecipanti alle gare di appalti pubblici e al fine di prevenire le infiltrazioni mafiose nella gestione dei medesimi appalti;
RITENUTO che la libertà ed i diritti dei cittadini sono un bene supremo ed inalienabile;
CONSIDERATO che la mafia non è solo una organizzazione criminale ma , soprattutto, uno strumento di oppressione della democrazia e delle libertà individuali dei cittadini;
RITENUTA questa convinzione condivisa da tutti gli esponenti delle forze politiche, oltre che dall’esecutivo, per i motivi e le disposizioni normative citati in premessa il Comune di Lipari decide di dichiararsi
COMUNE ANTIMAFIA
Il Comune di Lipari nell’ergersi a “Comune antimafia” e fregiarsi di tale dicitura nell’intestazione del Logo comunale, dichiara di aborrire ogni forma di illegalità e voler mettere in atto delle iniziative rivolte al potenziamento di azioni di contrasto alla criminalità organizzata promuovendo i valori della legalità, della solidarietà e della giustizia sociale.
A tal fine, oltre ad aderire al “protocollo di legalità” stipulato in data 12 luglio 2005 tra il Ministero dell’Interno, l’autorità di Vigilanza LL.PP, La Regione Sicilia, la prefettura dell’Isola, l’INAIL e l’INPS e all’Accordo di programma quadro “Carlo Alberto dalla Chiesa” stipulato in data 30/09/2004 tra il Ministero dell’interno, il Ministero dell’economia e delle Finanze e la Regione Siciliana,
Si impegna:
- a combattere la mafia con tutti i poteri e gli strumenti consentiti dalla democrazia;
- a mettere in atto, tramite le forze dell’ordine operanti sul territorio, un sistema di prevenzione e repressione dei fenomeni criminali atti a ripristinare l’affermazione della legge e dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte ad essa;
- a promuovere esperienze di educazione alla legalità, alla solidarietà e alla partecipazione democratica vissute nelle scuole di ogni ordine e grado quale antidoto all’acquisizione di comportamenti illeciti e veicolo per l’affermazione di valori morali e civili di indubbia valenza;
- ad elaborare piani di intervento e predisporre campagne di sensibilizzazione nelle scuole al fine di far maturare una nuova coscienza civica nei giovani;
- a promuovere forme di partecipazione alla vita democratica, incoraggiando il protagonismo dei giovani alle istituzioni;
- a istituire un osservatorio permanente che, fra i suoi compiti, preveda di promuovere la cultura della legalità democratica e dell’antimafia come elemento fondamentale per la crescita sociale, civile, economica delle Eolie;
- ad attivare interventi qualificanti per il contrasto allo spaccio della droga, sfruttamento della prostituzione, gioco d’azzardo, abusivismo commerciale ed edilizio;
- a collaborare fattivamente con le associazioni, le fondazioni, i centri di studio e documentazione legalmente riconosciute, operanti su tutto il territorio, che abbiano come finalità statutaria la promozione di iniziative, anche formative, per la diffusione della legalità ed il contrasto alla mafia e alle attività criminali alla medesima riconducibili.
-a conformare i propri regolamenti, l’organizzazione, i criteri di nomina, gli appalti, i contratti, al fine di prevenire e rimuovere impedimenti ed ostacoli che il sistema mafioso oppone al primato della Legge e alla imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione.
Adotta contestualmente il seguente Codice Etico quale espressione d’intenti dell’esecutivo rappresentato dal Sindaco Rag. Marco Giorgianni:
Codice Etico
Atto basato sul testo predisposto dalla Associazione “Avvisopubblico” la “CartadiPisa”
DISPOSIZIONI PRELIMINARI
1. I principi e le disposizioni del presente Codice etico (di seguito “Codice”) costituiscono specificazioni degli obblighi generali di diligenza, lealtà, onestà, trasparenza, correttezza e imparzialità che sono disposti dalla Costituzione della Repubblica, dalle leggi e che qualificano l’esercizio delle funzioni di pubblica responsabilità da parte degli amministratori. Riferimento del presente atto è il “Codice di comportamento per gli eletti locali e regionali”, approvato dal Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa.
2. Ai fini del presente Codice, il termine “amministratore” designa il Sindaco e gli assessori da lui nominati; designa altresì qualsiasi dipendente o funzionario che eserciti un mandato conferitogli mediante nomina da parte del Sindaco, ovvero eserciti una funzione rappresentativa o esecutiva per conto dell’Amministrazione comunale in Enti, Consorzi, Comunità e società pubbliche o a partecipazione pubblica.
Il Codice vincola direttamente il Sindaco e gli amministratori legati al Sindaco da un mandato fiduciario.
Amministratori ai quali il Sindaco partecipa il testo del Codice qualora siano già in carica e lo sottopone perché sia assunto con impegno in caso di nuove nomine o designazioni.
L’esecutivo rappresentato dal Rag, Marco Giorgianni, Sindaco di Lipari, si impegna a:
PRINCIPI
3. Conformare la condotta ai doveri istituzionali di servire la Comunità con diligenza, rettitudine e trasparenza, nel rispetto dei principi del buon andamento ed imparzialità dell’Amministrazione e dei principi di disciplina ed onore nell’adempimento delle funzioni pubbliche sanciti dall’art. 54 della Costituzione. A tale fine, svolgere il mandato evitando situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all’immagine della Pubblica Amministrazione, prestando particolare attenzione a proteggere l’istituzione che è eletto a governare e il territorio che rappresenta dalle infiltrazioni della criminalità organizzata mafiosa o similare, partecipando all’azione associata degli enti locali per promuovere la legalità e la trasparenza come impegnato a fare anche dall’adesione del Comune all’associazione “Avviso Pubblico”, programmando azioni di educazione alla legalità in concorso con le istituzioni del sistema formativo.
TRASPARENZA
4. Fermo restando l’obbligo di astensione nei casi previsti dalla legge e nei casi in cui sussista un interesse diretto e personale in merito all’oggetto della decisione:
a. utilizzare il diritto di accesso agli atti e alle informazioni conosciute per ragioni d’ufficio con le cautele necessarie ad evitare che sia arrecato indebitamente un vantaggio personale o arrecato un danno a terzi;
b. garantire una piena trasparenza patrimoniale fornendo, tramite la pubblicazione su Internet nel sito dell’amministrazione www.comunedilipari.gov.it i dati relativi alle attività professionali svolte, ai redditi, agli incarichi ricevuti, nonché ai potenziali conflitti di interesse.
c. garantire la pubblicità delle proprie personali appartenenze associative, senza nessuna esclusione od omissione, tramite la pubblicazione su Internet nel sito dell’amministrazione.
DIVIETI
5. Regali.
Non accettare per sé, congiunti, familiari o affini regali eccedenti il valore usuale dei doni scambiati in occasione di ricorrenze o festività, quantificato per ogni soggetto nella cifra massima di 100 euro annui, da impiegati negli uffici, nei servizi, nelle società e nelle altre organizzazioni partecipate o controllate dal comune, ovvero da concessionari dell’ente o da gestori di pubblici servizi da esso affidati, ovvero da privati che hanno rapporti di natura contrattuale con l’amministrazione (appaltatori, fornitori, etc.), o che hanno domandato od ottenuto licenze e concessioni da essa nei cinque anni precedenti, nell’ambito di procedimenti nei quali abbia svolto una diretta funzione decisionale o istruttoria. Non accettare alcun tipo di vantaggio o altra utilità che sia indirettamente riconducibile a prestazioni erogate da detti uffici, servizi o organizzazioni.
6. Clientelismo.
Astenersi dall’esercizio delle proprie funzioni o dall’utilizzo delle prerogative legate alla sua carica nell’interesse particolare di individui o di gruppi di individui a detrimento dell’interesse generale.
7. Conflitto di interessi.
In caso si realizzino situazioni di conflitto di interessi, a rendere pubblica tale condizione e astenersi da qualsiasi deliberazione, votazione o altro atto nel procedimento di formazione della decisione, anche qualora non vi sia un obbligo giuridico in tal senso.
Sono considerate situazioni di conflitto di interessi:
a. la sussistenza di interessi personali dell’amministratore che interferiscono con l’oggetto di decisioni cui egli partecipa e dalle quali potrebbe ricavare uno specifico vantaggio diretto o indiretto;
b. la sussistenza di preesistenti rapporti di affari o di lavoro con persone od organizzazioni specificamente interessate all’oggetto delle decisioni cui l’amministratore partecipa, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o da altre norme;
c. la sussistenza di rapporti di coniugio, parentela o affinità entro il quarto grado, ovvero di convivenza o di frequentazione assimilabili, di fatto, ai rapporti di coniugio, parentela o affinità, con persone operanti in organizzazioni specificamente interessate all’oggetto delle decisioni cui l’amministratore partecipa, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o da altre norme;
d. l’appartenenza a categorie, associazioni o gruppi, in virtù della quale l’amministratore acquisisca un vantaggio personale da decisioni cui egli partecipa, anche nei casi in cui detta appartenenza non generi le incompatibilità previste dalla legge o da altre norme.
8. Cumulo.
Attendere a qualsiasi regolamentazione in vigore volta a limitare il cumulo dei mandati politici, evitando strategie dilatorie volte a posticiparne l’applicazione.
Astenersi dall’esercitare altri incarichi politici che interferiscano indebitamente con l’esercizio del proprio mandato.
Astenersi dall’assumere o esercitare cariche, professioni, mandati o incarichi che implichino un controllo sulle sue funzioni amministrative o sui quali, in base alle sue funzioni di amministratore, egli avrebbe il compito di esercitare una funzione di controllo.
9. Esercizio delle competenze discrezionali.
Integrare le sue decisioni discrezionali con una rendicontazione pubblica delle motivazioni di ordine generale e di carattere giuridico che hanno determinato la sua decisione. Coerentemente con le disposizioni di cui all’art. 6 del presente Codice, nell’esercizio delle sue competenze discrezionali l’amministratore astenersi dall’attribuire a sé, ad altri soggetti od organizzazioni un indebito vantaggio personale diretto o indiretto.
10. Pressioni indebite.
Astenersi dal chiedere o dall’esigere da concessionari o da gestori di pubblici servizi, ovvero da soggetti che hanno in corso rapporti di natura contrattuale con l’amministrazione (appaltatori, fornitori, etc.) l’esecuzione di o l’astensione da qualsiasi atto da cui possa derivargli un vantaggio personale diretto o indiretto, o che assicuri ad altri soggetti od organizzazioni un indebito vantaggio personale diretto o indiretto.
11. Restrizioni successive all’incarico
Avendo negli ultimi cinque anni esercitato poteri autoritativi o negoziali, personali e diretti secondo le sue competenze per conto dell’amministrazione, a non svolgere nei cinque anni successivi alla cessazione del suo mandato attività lavorativa o professionale presso soggetti privati destinatari delle sue decisioni e attività.
FINANZIAMENTO DELL’ATTIVITA’ POLITICA
12. Non accettare alcuna forma di sostegno e di finanziamento irregolare o non dichiarato, sia diretto che indiretto (ossia tramite associazioni, fondazioni, centri studio ed altri enti nei quali svolga un ruolo direttivo) della sua attività politico amministrativa; rendere altresì pubbliche, con cadenza annuale,tutte le fonti di finanziamento politico regolare.
Astenersi dal ricevere finanziamenti e altre forme di sostegno alla propria attività politica da parte di concessionari o gestori di pubblici servizi, ovvero da privati che hanno rapporti di natura contrattuale con l’amministrazione (appaltatori, fornitori, etc.), o che hanno domandato od ottenuto provvedimenti da essa nei cinque anni precedenti, nell’ambito di procedimenti nei quali abbia svolto una diretta e personale funzione decisionale o istruttoria, secondo le sue competenze.
CONFRONTO DEMOCRATICO
13. Tenere un comportamento tale da stabilire un rapporto di fiducia e collaborazione tra cittadini e amministrazione, dimostrando la più ampia disponibilità nei rapporti con i cittadini nel favorire l’accesso alle informazioni e favorendo l’esercizio e la salvaguardia dei loro diritti.
Operare con imparzialità nell’esercizio del mandato, assumere le decisioni nella massima trasparenza e respingere qualsiasi pressione indebita rendendola pubblica ed eventualmente, ove ne ricorrano le condizioni, avviando azione penale a tutela della pubblica amministrazione. Non determinare, né concorrere a realizzare con l’attività amministrativa situazioni di privilegio personale o di indebito vantaggio, e non usufruirne nel caso gli si presentino.
Osservare e praticare un comportamento consono al ruolo sia nell’ambito istituzionale sia nell’espletamento del proprio mandato.
Più precisamente:
a. assumere atteggiamenti rispettosi delle idee e delle opinioni di tutti gli amministratori e i rappresentanti politici, pur nella normale conflittualità dialettica;
b. favorire la più ampia libertà di espressione;
c. evitare toni e linguaggio che sottintendano messaggi di aggressività e di prevaricazione.
PROMOZIONE DEL CODICE ETICO E DELLA PARTECIPAZIONE POPOLARE ALLA VITA AMMINISTRATIVA
14. Incoraggiare la diffusione del presente Codice e promuovere la sensibilizzazione ai principi in esso contenuti di cittadini, personale, mezzi di comunicazione.
Inoltre, favorire la conoscenza della vita amministrativa del Comune con adeguate iniziative, sia attraverso l’informazione (tramite l’ufficio stampa del Comune, i social network e il sito Internet www.comunedilipari.gov.it che con atti concreti per la partecipazione dei cittadini (Consulte di Partecipazione).
RENDICONTAZIONE DELLA PROPRIA ATTIVITA’
15. L’accettazione del presente Codice, che si realizza tramite sua sottoscrizione, costituisce un vincolo di responsabilità assunto nei confronti dei cittadini, ai quali è così assicurato uno strumento trasparente di valutazione della legalità e dell’efficacia dell’operato.
Attraverso la presentazione e la pubblicazione con cadenza almeno annuale di un documento relativo alle attività svolte http://www.comunedilipari.gov.it si dà conto del rispetto degli obblighi del Codice e si descrive la corrispondenza tra obiettivi assunti alla base della sua azione e risultati ottenuti.
I documenti collegati alla sottoscrizione del Codice e al rispetto degli impegni assunti sono resi pubblici a tutti i cittadini attraverso il sito internet dell’amministrazione.
RAPPORTI CON I CITTADINI
16. L’accettazione del presente Codice, che si realizza tramite sua sottoscrizione, lo impegna, quale responsabile per la durata del suo mandato nei confronti della comunità locale nel suo complesso, a rispondere diligentemente, direttamente o tramite i servizi a sua disposizione e i suoi collaboratori, a qualsiasi ragionevole richiesta dei cittadini relativa allo svolgimento delle sue mansioni, alla loro motivazione o al funzionamento dei servizi di cui è responsabile. Incoraggiare e sviluppare ogni provvedimento che favorisca la trasparenza delle sue competenze, del loro esercizio e del funzionamento dei servizi di cui ha la responsabilità.
RAPPORTI CON L’ AMMINISTRAZIONE
17. Opporsi a ogni forma e modalità di reclutamento del personale amministrativo basato su principi che non siano il riconoscimento dei meriti e delle competenze professionali e su scopi diversi dalle esigenze del servizio. Valorizzare, nell’ambito delle sue funzioni, il ruolo, le responsabilità e gli incarichi dell’amministrazione, incoraggiando e sviluppando ogni provvedimento volto a favorire un miglioramento dei servizi di cui è responsabile, nonché la motivazione del personale. Ridurre allo stretto necessario il ricorso a consulenti esterni e a collaboratori di supporto agli organi di direzione politica, motivandone l’impiego.
Per il reclutamento o la promozione del personale, assumere indirizzi perché i responsabili prendano decisioni obiettive e diligenti, giustificate con motivazioni pubbliche.
Nell’esercizio delle sue funzioni, rispettare la missione affidata all’amministrazione di cui è responsabile.
Astenersi dal chiedere o dall’esigere da parte di pubblici dipendenti l’esecuzione di, o astensione da, qualsiasi atto da cui possa derivargli un vantaggio personale diretto o indiretto, o che assicuri un indebito vantaggio diretto o indiretto a organizzazioni, persone o a gruppi di persone.
Esigere il rispetto del “Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni” (D.M. 28-11-2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10/04/01 n. 84).
Usare e custodire le risorse e i beni assegnati dall’Amministrazione con oculatezza e parsimonia,contrastare gli sprechi e divulgare le buone pratiche in tutti i settori della Pubblica Amministrazione.
NOMINE IN ENTI, CONSORZI, COMUNITA’ E SOCIETA’PUBBLICHE O A PARTECIPAZIONE PUBBLICA
18. Condizionare qualsiasi nomina o designazione, effettuata singolarmente o collegialmente, presso Enti, Consorzi, Comunità e società pubbliche o a partecipazione pubblica, alla preliminare adesione dei soggetti da nominare al presente Codice. Applicare per ogni nomina o designazione le prescrizioni del “Codice di autoregolamentazione” proposto dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare. Vigilare sulla successiva adesione alle disposizioni del Codice da parte dei soggetti nominati e, in caso di mancato rispetto, porre in essere tutte le iniziative necessarie al fine di assicurarne l’ottemperanza ovvero sanzionarne l’inadempimento, conformemente a quanto previsto dall’art. 21 del presente Codice. Rendere pubblico sul sito Internet del Comune l’elenco delle nomine e i termini di scadenza dei mandati perché, qualora queste richiedano competenze di natura tecnica, chiunque sia interessato possa inviare in tempo utile il suo curriculum perché sia valutato per la scelta motivata del soggetto da nominare.
RAPPORTI CON I MEZZI DI COMUNICAZIONE
19. Rispondere in maniera diligente, sincera e completa a qualsiasi ragionevole richiesta di informazioni da parte dei mezzi di comunicazione per quanto riguarda l’esercizio delle sue funzioni, ad esclusione di informazioni riservate, confidenziali o relative alla vita privata. Incoraggiare l’adozione di ogni misura che vada a favorire la diffusione presso i mezzi di comunicazione di informazioni sulle sue competenze, sull’esercizio delle sue funzioni e sul funzionamento dei servizi che si trovano sotto la sua responsabilità.
RAPPORTI CON L’AUTORITA’ GIUDIZIARIA
20. In presenza di indagini relative all’attività dell’ente, assicurare la massima collaborazione con l’autorità giudiziaria, fornendo, anche se non richiesta espressamente, tutta la documentazione e le informazioni utili all’attività degli inquirenti e assicurando analoga collaborazione da parte degli uffici.
Assicurare l’adozione sollecita di tutti i provvedimenti disciplinari previsti nei confronti dei dipendenti che siano incorsi in violazioni dei doveri d’ufficio o in illeciti di natura penale, amministrativa o contabile.
Assicurare la massima collaborazione con gli inquirenti, anche in presenza di indagini relative alla sua attività politica o amministrativa, astenendosi da qualsiasi azione od omissione volta a ostacolarne l’attività e facendosi carico di chiarire pubblicamente la sua posizione nei confronti delle ipotesi accusatorie.
In caso sia rinviato a giudizio o sottoposto a misure di prevenzione personale e patrimoniale per reati di corruzione, concussione, mafia, estorsione, riciclaggio, traffico illecito di rifiuti, e ogni altra fattispecie ricompresa nell’elenco di cui all’art. 1 del Codice di autoregolamentazione approvato dalla Commissione parlamentare antimafia nella seduta del 18 febbraio 2010, impegno a dimettersi ovvero a rimettere il mandato.
In caso di rinvio a giudizio per i reati sopraelencati di dipendenti o di altri amministratori dell’ente, impegno a promuovere la costituzione parte civile della propria amministrazione nel relativo processo.
Qualora nel territorio amministrato siano presenti beni confiscati alle organizzazioni criminali, impegno – nei limiti delle proprie competenze – favorirne la conoscenza, promuoverne l’utilizzo a fini sociali, contribuire a renderne note le modalità di utilizzo.
SANZIONI IN CASO DI INADEMPIMENTO
21. In caso di mancato rispetto delle disposizioni contenute nel presente Codice, impegno ad assumere tutte le iniziative necessarie, dal richiamo formale, alla censura pubblica, fino alla revoca della nomina o del rapporto fiduciario, al fine di assicurarne l’ottemperanza ovvero sanzionarne l’inadempimento, dandone comunicazione al Consiglio Comunale e con la più ampia informazione pubblica.
MODIFICHE E REITERAZIONE DEL CODICE
22. La procedura di modifica o integrazione delle disposizioni del presente Codice, avviata su istanza degli amministratori o dei cittadini, sarà aperta al dibattito e alla partecipazione pubblica. Le disposizioni del presente codice si adeguano ad eventuali modifiche legislative e regolamentari sopravvenute.
Impegno a favorire – nei limiti delle competenze – l’integrazione e il coordinamento del presente Codice con il Programma triennale per l’integrità e la trasparenza, che verrà approvato con Deliberazione della Giunta Municipale e con le disposizioni normative miranti ad assicurare trasparenza, efficienza, responsabilità e integrità nell’esercizio delle funzioni pubbliche.
Impegno a sostenere l’adozione ovvero la reiterazione dell’adozione del presente Codice in sede di approvazione del Programma di mandato, in caso di un successivo mandato, ovvero degli altri atti di indirizzo politico dell’ente e promuovere la previsione di un codice etico da parte dello Statuto del Comune.
Il Sindaco
Marco Giorgianni
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