Riceviamo e pubblichiamo:
Non credo
che il dott. Angelo Sidoti abbia bisogno di difese d’ufficio, ma visto che
fioccano giudizi sul suo operato, desidero esprimere anche io alcune brevi
considerazioni sull’attività svolta come consulente per la riqualificazione delle
ex-cave di pomice, poiché ritengo che queste rappresentino uno degli
luoghi-cardine del nostro territorio e le scelte che le riguardano una tra le sfide
più importanti per il futuro della nostra comunità.
In un’isola dichiarata
Patrimonio dell’Umanità, è indispensabile che queste debbano riflettere una
visione di più ampio respiro possibile e con finalità davvero sostenibili. In
questo senso, credo che Sidoti abbia colto appieno tale necessità, e lo
dimostra il fatto che ha ritenuto – finalmente – di coinvolgere soggetti che
hanno vasta esperienza nel campo del recupero e della pianificazione, il cui
apporto dovrebbe fungere da stimolo e costituire un preciso indirizzo di azione
futura; sulla scorta di una o più ipotesi progettuali che tengano conto delle
indicazioni condivise dall’UNESCO – ovvero la riconversione delle cave in un
vasto parco geo-minerario – sarà possibile infatti avanzare prima o poi la
richiesta di un supporto finanziario a quel Ministero dell’Ambiente
direttamente responsabile della gestione dei World Heritage Sites designati per
i valori naturalistici e ambientali (come il nostro).
Senza progetti
del genere, invece, molto probabilmente tra dieci anni ci ritroveremo ancora a
guardare un’area mineraria dismessa che viene erosa dalla pioggia, dal tempo e
dall’oblio; nel frattempo, magari, qualcuno sarà riuscito a espugnare un
immobile, confidando in un piano particolareggiato “amico” che gli consenta di
cambiarne la destinazione d’uso e trasformarlo in albergo con spiaggia privata.
In questo
caso, su un’isola già inflazionata dagli alberghi e contestualmente priva di
servizi o di elementi di attrazione turistica, qualcuno può spiegarmi quali
benefici trarrebbe la nostra comunità?
A me pare
che l’attività di Sidoti come consulente vada invece verso quella che si
profila essere la direzione più opportuna, ma soprattutto l’unica perseguibile
se finalmente vogliamo liberarci da logiche localistiche e trasformare una
grande incognita in una proficua, futura opportunità a uso di tutti e non dei
soliti noti.
Per questo
mi sento sinceramente di ringraziarlo come cittadino; voglio ringraziarlo anche
come consigliere comunale che – seppur non appartenente alla maggioranza che sostiene
questa amministrazione – si ritiene sufficientemente indipendente per esprimere
un giudizio sereno su uno dei (non molti) meriti che gli vanno riconosciuti,
ovvero avere avviato un dibattito su un tema cruciale e averlo fatto, almeno
fino ad oggi, in maniera trasparente.
Pietro Lo
Cascio
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