Foto Francesca Falconieri |
Vittore, esposto più degli altri al pericolo, fu arrestato e condotto ai tribunali. Intimatogli d'ubbidire ai comandi dell'imperatore, rispose che aveva sempre cercato di difendere principe ed impero, che aveva lavorato per coprirli di gloria, e che ogni giorno pregava per la salute dell'imperatore e la prosperità dei suoi stati; ma, che sopra il comando dell'imperatore stava il comando di Dio.
Quindi, dopo aver accennato alla bassezza dell'adorazione idolatrica, parlò con accento ispirato della divinità di Gesù Cristo, della sublimità della morale evangelica, concludendo con un inno al premio eterno che ci aspetta.
Gli si permise di parlare a lungo; ma alla. finé gli fu proposto o il sacrificio agli dèi o la morte. Vittore rispose che in quanto a questo aveva già scelto,: .e che ora non desiderava altro che confermare con il sangue le verità che aveva esposte.
Fu subito sospeso sull'eculeo, e, dopo un'orribile tortura, gettato in una oscura prigione, dove nella notte fu visitato dagli Angeli.
I soldati di guardia, rapiti a quella scena, si buttarono ai piedi del Martire, gli chiesero perdono e domandarono il battesimo. Vittore li istmi come meglio potè, poi li fece battezzare.
Il glorioso Martire, sospeso di nuovo sull'eculeo, ebbe le ossa slogate, venne battuto con verghe di ferro e poi ricondotto in prigione.
Dopo tre giorni, Massimiano lo fece di nuovo, con, durre in tribunale, invitandolo nuovamente ad. adorare i suoi idoli.
Vittore aveva già dimostrato la falsità degli dèi e l'irragionevolezza dell'atto idolatrico che gli si chiede: va perciò, avvicinatosi ad una di quelle statue, con un calcio la rovesciò, mandandola in frantumi.
L'irato imperatore, fuor di sè per la collera, ordinò che gli si tagliasse subito il piede, e lo si, gettasse fra le macine d'un mulino. Era l'anno 290.
Marsiglia lo scelse per patrono, e nella chiesa del Santo si conservano le sue reliquie.
PRATICA. Se vogliamo giungere al cielo, dobbiamo anche combattere per osservare i comandamenti di Dio.
PREGHIERA. La beata confessione di fede del tuo martire Vittore ci fortifichi, o Signore, e ci ottenga dalla tua pietà valido soccorso alla nostra fragilità.
MARTIROLOGIO ROMANO. Così pure a Milano il natale di san Vittóre Martire, il quale Moro di nazione e Cristiano fin dalla sua prima età, essendo soldato nell'esercito imperiale, obbligato da Massimiano a sacrificare agli idoli, e fortissimamente perseverando nella confessione del Signore, per questo, prima fu gravemente percosso con bastoni, ma, protetto da Dio, non provò alcun dolore; allora fu cosparso con piombo liquefatto, ma non ne rimase per niente offeso; da ultimo colla decapitazione compì il corso del glorioso martirio.
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