(da quifinanza.it) 19 luglio 2018 - Novità in arrivo per le Partite Iva: il sito delle piccole-medie imprese pmi.it evidenzia come il Ministero dell’Economia stia studiando un provvedimento che escluda i contribuenti minimi che rientrano nel nuovo Regime forfettario dall’obbligo di fatturazione elettronica e che allarghi la platea di coloro che possono fruire dell’aliquota agevolata al 15% (5% per le startup), alzando l’asticella del tetto di ricavi annui da 50mila a 65mila.
La misura – anticipata dal sottosegretario del Ministero dell’Economia, Massimo Bitonci – potrebbe trovare posto in un emendamento allo stesso decreto Dignità, o in un prossimo decreto estivo. Dovrà essere autorizzata da Bruxelles. Su questo punto, però, Bitonci è fiducioso: “Molti Paesi hanno ottenuto dalla commissione UE l’allargamento ad oltre 100mila euro e quindi l’ampliamento dei limiti d’accesso è qualcosa di più di una ipotesi e vorremmo che partisse dal primo gennaio 2019, insieme alla flat tax per imprese e professionisti, con tutte le semplificazioni legate al nuovo regime: no contabilià, no dichiarazione Iva ma solo Imu, no redditometro e no spesometro”.
Tra le semplificazioni che verrebbero introdotte per i soggetti a cui si applicherà la nuova flat tax, oltre all’esclusione dagli adempimenti IVA, all’abolizione dello Spesometro e degli Studi di Settore e all’abolizione della contabilità, vi sarebbe anche l’eliminazione dell’obbligo di fatturazione elettronica. “Per i piccoli si tratterebbe di eliminare quest’obbligo, o comunque di un’introduzione soft rispetto a quanto previsto dalla normativa, la cui decorrenza è fissata al primo gennaio. Io da commercialista ritengo molto onerosa l’introduzione della fatturazione elettronica. Mentre i grandi possono anche attrezzarsi, i piccoli dovrebbero delegare il dottore commercialista a fare l’adempimento, con un aggravio di costi”.
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