La raccolta si intitola VIENTU ed è stata pubblicata dalla casa editrice romana Progetto Cultura con prefazione di Gian Piero Stefanoni, poeta e critico letterario.
L'autore di Lipari non è nuovo ad operazioni volte a tutelare e diffondere il patrimonio culturale delle Isole Eolie, ricordiamo la sua tesi di laurea, conservata al Centro Studi eoliano, sulle "Figure meravigliose nelle credenze popolari eoliane", il suo cortometraggio "Mahara", ispirato da una leggenda eoliana, la videopoesia "ANUDA", (fruibile su Vimeo) anch'essa in dialetto eoliano e la monografia "I MORTICIEDDI - Morti e bambini in un'antica tradizione eoliana" (Edizioni Progetto Cultura, Roma).
Ricordiamo inoltre la suggestiva installazione “L’albero delle parole da salvare” ideata dal poeta per “La notte delle stelle” e realizzata con "I ragazzi del ponente", una suggestiva installazione a Chiesa Vecchia volta a valorizzare e tutelare le parole del nostro dialetto a rischio di estinzione.
Un estratto della prefazione di Gian Piero Stefanoni: “Figura curiosa e vivace quella di Davide Cortese, autore conosciuto e apprezzato per la sua poesia in lingua soprattutto e per i suoi racconti. Ora però abbiamo l’occasione nella ventina di testi qui presentati di poterlo leggere nel dialetto della sua terra (o dovremmo forse dire del suo mare), le Eolie, e di essere investiti dalle onde e dai profumi di una favola vivaddio antica per le spine e la letizia delle sue suggestioni. Poeta dotato di forte capacità evocativa accompagnata a una altrettanto sapiente intelligenza di prossimità, ci strattona e ci fa camminare con lui tra gli spazi luminosi e bui di una storia infinita, quella di un’isola (Lipari) e dei suoi uomini nel dominio di un mare cui si può venire a patti soltanto lasciandosi permeare e ricreare continuamente, nella bontà di una metafora che finisce col fare di quegli stessi uomini, di quel mare, reciprocamente annuncio e luce. […]”
Una poesia tratta dalla raccolta “VIENTU” (seguita, come tutte le poesie del libro, dalla traduzione in italiano):
EOLIANU
Appartiegnu e cieusi russi, e fìlici, a raggìna.
Sugnu da fògghia tunna du càppiru, du jancu e viola du ciùri sua.
Sugnu da salamìda e du vulcanu.
Appartiegnu o suli, a rina nìura, o mari, a medusa, a pùmmici c’un affunna, all’ossidiana chi tratteni u scuru. All’isuli mia, o blu. Iò appartiegnu o blu.
Appartiegnu o luci, a stati, e ruvetta, e muri.
Appartiegnu o vientu, a chiddu c’on mori.
E O L I A N O Appartengo ai gelsi rossi, alle felci, all’uva. Sono della foglia tonda del cappero, del bianco e viola del suo fiore. Sono del geco e del vulcano. Appartengo al sole, alla sabbia nera, al mare, alla medusa, alla pomice che non affonda, all’ossidiana che trattiene il buio. Alle mie isole, al blu. Io appartengo al blu. Appartengo al fuoco, all’estate, ai rovi, alle more. Appartengo al vento, a ciò che non muore.
Il libro verrà presentato al Centro Studi il 16 agosto alle ore 19. Ingresso libero e gradito.
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