Riceviamo e pubblichiamo la replica del presidente di Federalberghi Christian Del Bono, al presidente del consiglio comunale , Giacomo Biviano :
Re: risposta alla Sua nota del 1° giugno 2020
Caro Presidente,
La ringrazio per la lunga e articolata risposta alla mia comunicazione del 24 maggio scorso.
il presidente di Federalberghi , Christian Del Bono
Premetto che non è mio interesse entrare in polemica né col Consiglio Comunale né, tantomeno, con Lei. Preciso di avere contezza del ruolo che ricopre e delle relative prerogative ed è proprio per questo che non ho ritenuto di disturbarla con una chiamata personale prima della mia nota del 24 maggio u.s. Non ho, infatti, attribuito a Lei quella che ho inteso stigmatizzare come una mancanza di attenzione o forse una distrazione, da parte del Consiglio Comunale, nei confronti dell’Associazione che rappresento, alla luce delle richieste e della documentazione da noi illustrate e trasmesse con largo anticipo.
Non ho difficoltà a ribadire di ritenere che le pressioni derivanti dalle comunicazioni sui social network, possano indirizzare in modo inopportuno e non desiderabile l’operato della politica. Questo è notorio e vi sono numerosi e interessanti studi a riguardo.
Inoltre, se non ricordo male, la seduta del 22 maggio, almeno a sprazzi, non si era certo contraddistinta per serenità ed assenza di tensioni all’interno e all’esterno dell’emiciclo.
Non ho nemmeno difficoltà alcuna a confermare che dalla lettura della delibera del 22 maggio si continui ad avere l’impressione che gli ultimi interventi in Consiglio Comunale abbiano avuto un peso decisamente maggiore rispetto al complesso della documentazione assunta agli atti. A tale proposito, non entrando nel merito di ogni singolo punto, è sufficiente raffrontare i documenti stessi con la delibera in questione. Né può essere utilizzato il documento dei sindaci, contenente una sintesi delle istanze prodotte dalle varie associazioni, quale motivazione per aver inserito nella delibera alcune istanze anziché altre, visto che alcune sono state in questa reiterate e altre no. In ogni caso, il documento dei Sindaci delle isole minori ha una valenza diversa rispetto all’atto di indirizzo del Consiglio del Comune di Lipari.
Prendo atto delle lungaggini e della complessità di gestione dell’organo collegiale da Lei presieduto ma mi permetto di evidenziare che la maggior parte dei punti contenuti nel nostro documento del 30 aprile, erano tutt’altro che superati alla data del 22 maggio e non lo sono nemmeno oggi, atteso che, come saprà, i termini per la presentazione degli emendamenti al DL Rilancio scadono il 4 giugno alle ore 16.00. Così come, d’altronde, anche la finanziaria regionale si trovava ancora presso le Commissioni dell’ARS il 20 di aprile, data del mio accorato e, visti i successivi fatti, inutile intervento in Consiglio Comunale.
Laddove, inoltre, si fosse ritenuto di dover nuovamente ascoltare le Associazioni alla data del 22 maggio (visto che a suo dire alcune parti dei documenti presentati il 30 aprile potevano ritenersi ormai datati), avreste benissimo potuto invitarle e lasciar loro 5 minuti laddove avessero avuto qualcosa da aggiungere rispetto a quanto già trasmesso il 30 aprile.
E qui si sottolinea l’importanza del metodo che certamente non stabilisco io ma che, visto che operiamo nello stesso paese, sarebbe opportuno fosse chiaro a tutti, soprattutto ad un’associazione e sindacato datoriale di categoria che rappresenta una buona parte delle strutture ricettive dell’arcipelago.
Mi rammarico e mi sorprendo, invece, del fatto che Lei sottolinei che io “screditi, o quanto meno sminuisca, alcune proposte avanzate da altre Associazioni e Comitati” riferendosi alla tipologia di protocollo sanitario votata dal Consiglio Comunale, tentando vanamente di mettermi in rotta con un’altra associazione rispetto a quello che ovvio risultare agli atti come un Vostro deliberato.
Sinceramente, non sapevo nemmeno che la proposta di protocollo formulata in quei termini fosse stata avanzata da un’associazione in particolare, anche perché nel corso dell’ultima riunione (tenutasi solo 6 giorni prima) con le stesse associazioni, era chiaramente emersa un’idea di protocollo decisamente diversa – rispetto a quella poi deliberata dal Consiglio – e nessuno in quella sede si era opposto. Ad ogni modo, non ho nessuna difficoltà a ribadire che nei termini deliberati la proposta non la si considerasse valida, soprattutto alla data del 22 maggio, e non la si consideri tale ancora oggi perché siamo convinti che il protocollo sanitario – anche laddove si ritenga superata la fase dei test – debba sicuramente prevedere in modo chiaro altri passaggi fondamentali a mettere in sicurezza e fornire la dovuta chiarezza operativa sia alle strutture sanitarie locali sia ai cittadini sia alle imprese, prevedendo almeno: definizione dell’eventuale registrazione e monitoraggio degli accessi sulle isole; gestione e cura delle persone sintomatiche; cura adeguata delle persone positive; individuazione di strutture per le quarantene; operatività delle USCA; informazione e formazione interna ed esterna; e potenziamento delle strutture sanitarie locali.
Tutto ciò evidenziato, pur comprendendo le dinamiche del momento, le tempistiche degli interventi e il susseguirsi dei fatti, rimane il rammarico sia per il metodo adottato sia per il contenuto della delibera del 22 maggio scorso in quanto non rispecchiano le nostre aspettative. Mi scuserà se lo rimarco ma è importante non far passare il messaggio sbagliato.
Auspicando una maggiore attenzione per il futuro, porgiamo i nostri migliori saluti.
Christian Del Bono
Presidente Federalberghi Isole Minori della Sicilia
Presidente Federalberghi Isole Eolie
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