In questi giorni è stato diffuso in tre lingue (italiano, inglese e tedesco) il trailer che anticipa le suggestioni del racconto cinematografico: nella versione italiana, a dare la voce all’anziana Maria è la grande attrice teatrale e cinematografia di origini pugliesi Giuliana Lojodice, il cui contributo, reso con perfetta inflessione siciliana, è stato registrato a Roma presso lo studio SOUND ART 23 srl.
A raccontare l’isola è Maria, una donna di novant’anni che ripercorre la storia del vulcano Stromboli nel periodo che va dal 1930 ad oggi. Quello con il vulcano – che gli isolani chiamano confidenzialmente iddu, cioè ”lui” – è un rapporto ambivalente: da una parte viene visto come l’anima stessa del luogo e di chi ci vive, dall’altro assume le sembianze di un mostro, un mostro che non fa paura pur essendo potenzialmente capace di sconvolgere in pochi attimi un’intera esistenza. E infatti Maria a causa del vulcano ha perso suo nonno. Non vedendolo tornare dalla sua ultima uscita in mare sulla piccola barca Eolo, ha per lunghi anni sperato che fosse ancora vivo, fino al momento dell’amara disillusione.
La storia di Maria si intreccia con quella di un pescatore, di un filosofo, di un cuoco, figure del nostro tempo tutte in qualche modo legate a quella montagna di fuoco che sovrasta le loro vite e quelle degli altri isolani come un grande punto interrogativo sospeso sull’ignoto. Eppure, ancora una volta, non è la paura il sentimento dominante, essendo mitigata da quel fatalismo che faceva dire ai vecchi strombolani “voglio morire quando mi fa morire il vulcano”.
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