«Nonostante il bando avesse disposto che la prima prova scritta doveva consistere nella redazione di un elaborato o somministrazione di domande aperte sulle materie d’esame - si legge nella nota dello studio legale - la Commissione decideva di somministrare ai candidati un quiz a risposta chiusa/multipla. Dunque, solo in sede d’esame i candidati scoprivano che la prova che si trovavano a svolgere era ben diversa rispetto a quella per la quale si erano preparati».
Il Tar ha dato ragione al legale messinese e ha annullato l’intero concorso, ponendo attenzione sulla netta diversità tra le due categorie di prova anche in ordine alla preparazione che esse richiedono ai candidati.
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