Nei primi mesi dell'anno 1905 i Farmacisti Luigi Mancuso e Nunzio Esposito di Domenico chiesero all'Amministrazione del Comune di Lipari con trattativa privata la cessione in locazione dello Stabilimento Termale di San Calogero.
Il Prefetto di Messina con telegramma del 22 febbraio 1905 n. 3806 autorizza la trattativa privata.
La concessione in locazione fu discussa in Consiglio Comunale nella seduta del 30 marzo 1906. Nel corso della seduta fu nominata una commissione per studiare e riferire.
La commissione nella seduta del 27 aprile 1906 presentò la sua relazione, nella stessa si stabilivano le norme e le condizioni che dovevano regolare fra Comune e concessionari la locazione.
Il Consiglio comunale approvò il Capitolato formulato dalla Commissione e diede mandato al Sindaco di procedere alla stipula del contratto pubblico di concessione.
L'atto di locazione fu stipulato il dodici luglio 1906 presso il Palazzo Municipale di via Garibaldi, dal Notaio Gaetano Paino, testimoni i signori Eugenio Rodriquez di Giovanni, e Giovanni De Ficarra fu Vincenzo, tra il Sindaco pro-tempore, Avv. Giuseppe Faraci fu Francesco i Farmacisti Luigi Mancuso di Benedetto nato a San Fratello e Nunzio Esposito di Domenico nato a Lipari.
Queste le norme del capitolato.
Articolo 1 - L'Amministrazione del Comune di Lipari concede in locazione ai farmacisti Mancuso Luigi ed Esposito Nunzio, lo stabilimento, e le acque di San Calogero con le adiacenze, nello stato in cui si trovano al presente, e che i concessionari dichiarano di conoscere ed accettare.
Articolo 2 - La durata dell'affitto è stabilito per anni trenta a decorrere dalla data del contratto.
Articolo 3 - I concessionari potranno scindere il contratto alla fine di ogni quinquennio e la disdetta sarà data un anno prima del termine del quinquennio.
Articolo 4 - il canone annuo dell'affitto viene così stabilito:
Per il primo quinquennio: gratis.-
Per il secondo quinquennio: gratis.-
Per il terzo quinquennio: lire trecento all'anno.-
Per il quarto quinquennio: lire cinquecento all'anno.-
Per il quinto quinquennio: lire mille all'anno.
Per il sesto quinquennio: lire millecento all'anno.
Articolo 5 - Qualora venga costruita la via rotabile Lipari - San Calogero, la rata annua di quell’epoca sarà aumentata di un quarto.
Articolo 6 - I concessionari si obbligano a fare dei restauri e miglioramenti allo stabilimento, compresa la strada che và a mare per un ammontare di lire novemilacinquecento. Tale somma dovrà essere così spesa: lire duemilacinquecento nei primi tre anni del primo quinquennio. Lire tremila nei primi tre anni del secondo quinquennio e lire quattromila nei primi tre anni del terzo quinquennio. Alla fine di ogni triennio una perizia nell'interesse del Comune, constaterà se realmente si siano spese le somme di cui avanti.
Qualora nelle perizie eseguite nel primo e secondo triennio risultasse che i concessionari non hanno speso le somme nel modo già stabilito si procederà con una penale uguale al doppio della somma che si sarebbe dovuta spendere in ciascun triennio. E se dalla prima e seconda risultasse che i concessionari in ciascun dei due trienni avessero speso una somma maggiore di quella stabilita, la differenza in più verrà ad essere computata nelle somme che dovrebbero spendere nei primi tre anni del terzo quinquennio.
Se alla fine dei terzo quinquennio risultasse, che i lavori eseguiti dai concessionari aumentassero a cifra inferiore alle lire novemilacinquecento i concessionari avranno l'obbligo di pagare al Comune la differenza in contanti e qualora l'ammontare fosse maggiore della somma di lire novemila cinquecento (Lire 9.500) i concessionari non potranno mai pretendere alcun rimborso dal Comune. Resta convenuto fra le parti che le spese necessarie per la strada che dal Bagno conduce a mare, non potrà in alcun caso oltre a pagare la somma di lire mille (lire 1.000).
Articolo 7 - Lo stabilimento verrà consegnato ai concessionari previo inventario e perizia amichevole.
Articolo 8 - Il perito sarà nominato di comune accordo ed in mancanza di esso sarà nominato dal Pretore di questo.
Articolo 9 - Le trasformazioni che i concessionari dovranno apportare allo stabilimento saranno a spese loro.
Articolo 10 - Tutte le spese di restauri, migliorie e trasformazioni saranno fatte dopo che l'Amministrazione avrà approvato i relativi progetti dei lavori da eseguire. Resta però espressamente proibito qualsiasi trasformazione alla stufa o sudatario oggi esistente, se non dopo espresso consenso dell'Amministrazione.
Articolo 11 - Lo stabilimento al termine della locazione dovrà rilasciarsi nel suo pieno funzionamento.
Articolo 12 - I concessionari adatteranno per i naturali del Comune la tariffa comunale attualmente in vigore e che si allega al contratto e che i concessionari accettano.
Però l'acqua per i bagni a domicilio verrà data al prezzo stabilito di centesimi cinquanta l'ettolitro, ai poveri gratis.
Articolo 13 - Qualunque altra cura apprestata dallo stabilimento sarà per i naturali del Comune al prezzo del venticinque per cento di quella della tariffa generale, e per i poveri del cinquanta per cento.
Articolo 14 - L'acqua sarà a disposizione del pubblico in ogni tempo dell'anno, ed in questo caso sarà il prezzo di centesimi settantacinque l'ettolitro, sia per bere che per i bagni.
Articolo 15 - Le richieste dei poveri dovranno portare il visto dell'Amministrazione con prescrizione medica.
Quelle a pagamento dovranno solo essere per uso personale, e ciò per evitare che alcuno possa giovarsi dell'acqua a scopo di speculazione e di concorrenza.
Articolo 16 - Le due stanze ad uso custode aggregati allo Stabilimento saranno adibite dai concessionari ad uso poveri. Però il Comune si riserva il diritto di adibire a tale fine il fabbricato diruto a lato esistente, e già prima destinato a tale uso.
Articolo 17 - La inosservanza da parte dei concessionari per uno solo di questi articoli porterà alla risoluzione suindicata del contratto, ed i concessionari saranno obbligati al ristauro di tutti i danni, spese ed indennità a favore del Comune, che da ora per allora, si prendono e liquidano nella cifra di lire 5.000 (cinquemila) a titolo di penale anticipatamente transatto.
Articolo 18 - le spese del contratto saranno a carico dei concessionari.
1915 - La testimonianza di Camilla Natalia Zappulla
Della gestione Mancuso-Esposito conosciamo soltanto la versione raccontata da Luigi Mancuso. Siamo riusciti a trovare una breve relazione a cura della Professoressa Camilla Natalia Zappulla contenuta in uno studio sulle Eolie apparso sulla rivista "Esplorazione Commerciale", Milano, ottobre-novembre 1915. La scrittrice nota come i Liparoti potrebbero ricavare notevoli benefici economici dalla sorgente di San Calogero, se fosse più agevole ivi recarsi, ed a riguardo così si esprime: Con il rapido evolversi di tutte le cose anche la vita, a Lipari, potrebbe trasformarsi e ciò che la natura dà e l'uomo apprezza e utilizza potrebbe avere più fortuna di quanta finora non ne abbiano avuto questa sorgente e questo stabilimento.
Dell'escursione scientifica della Dott. Zappulla, abbiamo un riscontro nel libro scritto da Luigi Mancuso, che riferisce di un articolo apparso sul Giornale di Sicilia del 1906.
La gestione 1906/1931
Le gestione Mancuso - Esposito non ebbe vita facile, dopo i primi due anni, la prima crisi dovuta al terremoto di Messina del 28 dicembre 1908, qualche anno dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, poi la grande crisi economica post-bellica, un primo tentativo di rescindere il contratto nel 1921, poi il declino e la rescissione definitiva.
Questa una sintesi delle conclusioni tratte dal Dott. Luigi Mancuso in un suo scritto dal titolo "Terme San Calogero - illusioni e delusioni."
..Era Sindaco di Lipari l'Avv. Giuseppe Faraci, al quale chiedemmo la concessione dello Stabilimento.
Le condizioni principali con le quali avevano richiesta la concessione, erano le seguenti:
che la concessione avesse la durata di anni trenta;
che il canone annuo da corrispondere al Comune fosse in L. 300 per i primi cinque anni, aumentandolo dopo il ventesimo anno. (…)
Noi ci proponevamo un programma molto esteso: migliorare, trasformare, perfezionare, ingrandire tutto lo Stabilimento, provvedendo, fin dal primo anno a tutte quelle opere indispensabili che la scienza Balneoterapica moderna imponeva ed esigeva; un po’ di eleganza e comodità in tutte le sale; comodità e completa aeriazione nei camerini da bagno, nella sala per le docce e nella stufa; trasformazione delle vasche, poiché quelle esistenti erano veramente un'ironia, costruendole molto meno profonde e se non del tutto di porcellana, almeno a smalto di porcellana, e ciò non per lusso, ma perché la porcellana è cattiva conduttrice del calore e conserva a lungo al temperatura dell'acqua, e poi la superficie levigatissima dello smalto permette di lavarle e disinfettarle bene dopo ogni bagno, cosa che non si può fare con le vasche di marmo, a causa della superficie porosa. Ci proponevamo di impiantare una sala elettroterapica, applicata alla idroterapia, modesta subito da svilupparsi poi, aggiungendovi la kinesiterapia, con l'obiettivo di impiantarvi qualche altro ramo di terapia fisica, e tutto ciò oltre le modifiche, secondo le esigenze dell'igiene moderna, che si rendono necessarie ed indispensabili ad ogni stabilimento termale.
Tutto avremmo voluto fare non lesinando spese, non curando sacrifici, pur di ottenere lo scopo di veder diventare l'isola nostra una stazione climatica di prim'ordine. Nulla avremmo trascurato affinché lo stabilimento diventasse graditissimo non solo ai forestieri, ma anche agli stranieri, traendo appunto dal contrasto colla sua solitudine le maggiori possibili attrattive.
Ora ben s'intende, che, per attuare un programma così vasto e complesso, occorre tempo, capitali immensi, e una somma di sacrifici personali, che può saper compiere chi non è esclusivamente animato dal sentimento del guadagno pecuniario, ma chi desidera, per quanto può rendersi utile a contribuire all'incremento ed al progresso del proprio paese.
Dopo parecchi anni d'indefesso lavoro, dopo l'impiego di capitali non indifferenti, lo Stabilimento, sarebbe stato in grado, secondo le nostre idee, di rendere qualche cosa; ma allora noi avremmo guadagnato cinque, il Comune avrebbe incassato per dieci, e il paese avrebbe guadagnato per cento.
Ecco perché noi abbiamo chiesto la concessione per trent'anni, illudendoci di arrivare a tutto, di contentar tutti e niente pensando a noi stessi (…).
1906. L'ardua impresa viene ammirata dal senatore Prof. Gabbi, attualmente Professore all'Università di Siena, e da molte altre celebrità mediche del regno.
Nel breve periodo di due anni, dopo sforzi finanziari poderosi, e dopo un lavoro tenace, lo stabilimento, per la bontà delle sue acque, s'era reso tra i migliori d'Italia, come asserisce nel "Giornale di Sicilia" la Prof. Dottoressa Zappulla, oggi insegnante al Regio Magistero di Roma, nell'articolo fatto in occasione di una escursione scientifica in queste isole. Ne fa anche prova libro che si teneva esposto nella direzione dello stabilimento per le dichiarazioni ivi scritte dai visitatori e bagnanti.
Nel 1907-8-9 dopo reintegrate domande, si fecero i collaudi di alcuni lavori già eseguiti e per l'ammontare di Lire 8.000. Questi primi lavori sono stati tutti di nuova costruzione, di cui lo stabilimento mancava, e che l'esigenza dell'igiene voleva. Per cui si è dovuto costruire e mettere in buone condizioni due cisterne d'acqua, che erano allo scoperto, ed alla portata di tutti, anche dei passanti.
Si è dovuto riparare quasi del tutto la grotta sudatoria e quindi costruirvi una stanzetta di riposo e di entrata alla stessa.
Si è fatta la stanza per i bagni di fango, di cui lo Stabilimento era sprovvisto di tutto.
Il corridoio del piano terreno è stato arricchito di altre due camere di alloggio.
In due camerini da bagno si sono costruite due vasche mentre quelle altre esistenti sono preistoriche, tanto che l'ammalato che non sa nuotare, e non può muoversi, può con tutta licenza, se il bagnino non è attento affogare.
Abbiamo messo, con concessione governativa, la linea telefonica di grande utilità e di grande sollievo, in quel luogo deserto. Comodità ed eleganza in tutte le sale restaurate, comodità e completa aerazione nei camerini da bagno e nella stufa.
Funzionò la kinesioterapia, ed in seguito si voleva impiantare la sala elettrica, applicata all'idroterapia, col proponimento di stabilire anche qualche altra branca della terapia fisica.
Si restaurò la piccola chiesa di S. Calogero, e con gli oboli dei sofferenti si fece venire una nuova statua del santo.
Tutto questo ed altre non è stato considerato nel contratto, ma intanto, come si vede, questi primi lavori si resero necessari ed indispensabili.
Il Comune non si occupò di queste cose, anzi sembrò direi quasi, volle abbandonarci completamente a noi stessi. (…).
Però ciò è scusabile se si pensa che in Lipari, i sindaci prima e i podestà poi, vengono quasi di anno in anno cambiati, e il funzionario nuovo non può in un termine minimo stabilire ed accomodare un questione così difficile e seria, lasciata incompleta dal suo predecessore. Specialmente che detti bagni funzionano due mesi l'anno.
I concessionari intanto completavamo le altre opere, assolutamente necessarie allo stabilimento, per potere ricevere ogni stagione i sofferenti.(..)
Tutto si faceva, nella speranza che il Comune una buona volta si decidesse ad intromettersi, a collaudare, a dare anche un minimo aiuto ai nostri sforzi, che a poco a poco si esaurivano nella grande impresa. (…)
Dall'estero ci chiesero notizie, e vollero fotografie, artisti di Cambridge vennero ammirati, e dalle nostre università vennero geologi e medici.
E fu giocoforza fare cartelloni artistici, inserzioni nei giornali e negli annuari, cartoline illustrate, marche per lettere. Si è fatta fare a Napoli l'analisi completa dell'acqua, e si spese non poco (…).
Nel 1908, col terremoto di Messina, lo Stabilimento perdette molto; diminuì l'affluenza dei bagnanti, sia perché da Messina prima ne venivano molti, sia perché all'estero e nell'Italia tutta, si ebbe un dolore profondo per il disastro della bella regione del Peloro, non solo, ma i forestieri ebbero paura di venire in questa terra "ballerina". (…)
Ancor non scoraggiati pensammo di farlo rianimare con la costruzione della strada rotabile. (…) Dunque fatto fare il progetto dall'ingegnere Rumore, si domandò al Ministero dei lavori pubblici lo aiuto finanziario.
Il Ministero respinse la domanda, né per questo si era interessato il Comune.
(…) Non ancora sfiduciati abbiamo domandato al Comune la riduzione del canone d'affitto; ma nessuna risposta abbiamo avuta
(…) Necessitavano intanto altri lavori per lo Stabilimento e noi continuammo a farli per non chiuderlo del tutto, notificando però al Comune un atto extragiudiziario col quale si chiedeva il collaudo dei lavori eseguiti, e la sospensione del contratto, volendoci mettere in regola col pagamento del canone annuale. Non l'avessimo mai fatto!
Il Comune per reazione intima ai concessionari, incominciò con l'esigere il pagamento dei detti canoni, nulla curandosi dei lavori eseguiti, non volendo collaudare i lavori straordinari. Si fece allora la relativa opposizione presso il Tribunale di Messina, e quindi si domandarono le perizie e la rescissione del contratto dal 1921, giusta disdetta dei concessionari.
Nel 1923 lo stesso commissario Prefettizio Ferri, che aveva fatta l'intima, venne ad un accordo verbale per cui si fece allora decadere la causa.
(…) Pur consci del passivo enorme che rappresentava per noi detto Stabilimento, non vollimo abbandonarlo.
(…) Dopo ben venticinque anni di lavoro, di sacrifici, di stasi, prodotte dal terremoto, dalla guerra, dalla crisi economica, di angherie subite da parte di varie amministrazioni, una fra le quali, veramente assillante, per l'andamento dello Stabilimento, siamo stati costretti a rinunciare alla concessione, notificando l'atto di rinunzia e domandare il risarcimento di quello che si era speso in più a beneficio dello Stabilimento, collaudando i lavori eseguiti di cui lo stesso ha usufruito e continua ad usufruirne.
Il Comune richiese il pagamento dei canoni d'affitto come una prima volta aveva fatto un'amministrazione passata, senonché mandò immediatamente l'atto giudiziario per il sequestro in casa. (…). Caduta questa Amministrazione, e sorta quella che ancora oggi esiste, sembrò che dovesse avvenire un accomodo fra noi ed il Comune. Si scelsero in fatti i periti e di comune accordo si scelse un arbitro, approvato dalla Prefettura. Senonchè questo arbitro, per ragioni sue personali, nelle quali non vogliamo assolutamente entrare, rifiutò all'ultimo momento, quest'arbitrato.
Allora il Comune non volle scegliere un altro arbitro, si rifiutò di scendere all'accomodo, tenne in nessun conto la perizia del nostro ingegnere, e rinnovò la citazione per lire novemila, pretese per canoni, e volle per sé tutte le adiacenze da noi lavorate per ben 25 anni.
Poso la penna e tutto finisce nella realtà amara, augurando a quelle acque miracolose una sorte migliore.
Lipari, 12 gennaio 1932.
Ciò nonostante il fabbricato si presenterà nel 1931 fortemente danneggiato, tale da richiedere interventi di manutenzione ed adeguamento.
UN ARTICOLO DI LUIGI BARRICA DEL 7 SETTEMBRE 2004 A PROPOSITO DEL VOLUME DI LA GRECA "LE TERME DI SAN CALOGERO"
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