Questo il testo di una lunga nota, a firma del presidente Angelo Scafidi, con la quale l'associazione cacciatori eoliani di Lipari interviene su una nota del consigliere Pietro Lo Cascio, relativa agli incendi.
"Scrivo, in qualità di cittadino e di Presidente della Federazione Italiana della Caccia, Sez. di Lipari, associandomi al Consigliere del Comune di Lipari Pietro Lo Cascio, nel condannare il folle gesto di alcuni piromani che hanno appiccato incendi in diverse località dell'isola di Lipari, soprattutto nella frazione di Pianoconte, devastando una cospicua parte di macchia mediterranea.
Tuttavia, intendo anche replicare ad alcune affermazioni contenute nella lettera a firma dello stesso consigliere Lo Cascio, in ordine agli incendi della scorsa settimana e mandata in onda dalle emittenti televisive locali. Il fine è quello di evitare che mediante stampa e televisioni vengano divulgate notizie non corrette, tali da suscitare, nei confronti di chi legge o ascolta, una visione distorta della realtà, come in passato è accaduto per una presunta sassaiola ad una bacheca, di proprietà dello stesso consigliere, ad opera di qualche soggetto poco educato e di cui condanno il gesto. Televisioni e giornali locali fecero un gran parlare di attentato, di presunti colpi di arma da fuoco esplosi contro la suddetta bacheca, di presunte intimidazioni commesse nei confronti del consigliere Lo Cascio e così via. Tutta questa pubblicità sviluppò nel pensiero di chi ascoltò o lesse quelle notizie che a Lipari si sono vissute scene tratte dal film “Il Padrino” e addirittura in paese circolavano voci di un presunto atto di ripicca commesso da parte di qualche cacciatore per i fatti inerenti la denuncia dello stesso consigliere per l'esercizio della caccia nelle zone SIC e ZPS, cosa questa assolutamente non vera. .....seguono disquisizioni sulla capacità dei danni causati da arma da fuoco(ndr)
Ritornando alla lettera si legge "il consigliere esordisce con la seguente affermazione “a Lipari si aggirano individui che dedicano la loro domenica a dare alle fiamme il territorio dell'isola in cui vivono insieme alle loro famiglie”. Orbene, con tale affermazione, mi auguro che il consigliere non faccia riferimento al fatto che, autori di questi gesti, possano essere abitanti dell'isola, poiché ciò sarebbe molto grave, infatti da quanto mi risulta, a tutt'oggi non è stato tratto in arresto nessuno, né vi sono sospetti o indizi che possano far risalire ai colpevoli.
Non vedo su quali basi un rappresentante dei cittadini possa fare simili affermazioni, peraltro inopportune e fuori luogo, soprattutto, per rispetto degli abitanti di Pianoconte dove personalmente vivo con la mia famiglia. Forse non tutti sanno che gli incendi estivi rappresentano un danno per la categoria dei cacciatori di cui sono portavoce, in quanto oltre ad arrecare danni a flora e fauna, precludono l'esercizio della caccia nelle zone percorse dal fuoco per alcuni anni come stabiliscono le leggi in materia e riducono drasticamente i territori in cui si può esercitare l'attività venatoria. Per questo motivo i cacciatori, sono sempre stati contrari agli incendi e condannano pubblicamente non solo il gesto compiuto dai piromani ma anche qualsiasi gesto che abbia come fine quello di arrecare un danno alla natura, dove gli stessi passano gran parte del loro tempo libero.
Tuttavia, vorrei far notare al consigliere che gli incendi estivi sono un problema che da anni affliggono non solo Lipari e l'Italia, ma il mondo intero, per tale motivo mi sembra pretestuoso e futile l'attacco che viene mosso contro l'amministrazione Bruno, a suo dire “incapace di difendere la propria isola dagli incendi”. In realtà non è così, poiché, nonostante la sincronia con cui sono stati appiccati gli incendi, è stato dimostrato come nell'arco di poche ore, con l'intervento dei Canadair della Protezione Civile, degli uomini dei Vigili del Fuoco e della Forestale si è riusciti a domare le fiamme ed evitare maggiori danni rispetto a quelli creati.
Forse il consigliere non ricorda che in un passato recente gli incendi sull’isola venivano fronteggiati con olio di gomito da pochi uomini della Forestale, dai volontari e con l’ausilio delle sole autobotti messe a disposizione dal Comune di Lipari, allora sì che c’era da piangere e si assisteva impotenti alla distruzione di centinaia di ettari di macchia mediterranea, eppure nessuno sollevava stati di calamità naturali come oggi alcuni vogliono farci credere. Anche in passato, quando i colori politici erano diversi, Lipari fu devastata da grossi incendi, solo per citarne uno, si ricordi quello che devastò l'isola da San Salvatore fino a San Calogero, allora sì che andò in fumo mezza isola, eppure nessuno parlò di catastrofe, anche qui si vuole ricordare solo quello che fa comodo.
Oggi che invece abbiamo uomini, mezzi e tecnologia si grida al disastro, alla catastrofe, per un incendio spento in poco tempo ma soprattutto si parla di “impotenza”, come se domare fiamme di una decina di metri con il bosco secco e con il vento, fosse un gioco da ragazzi, alla portata di tutti. Poiché gli incendi sono eventi imprevedibili ed incontrollabili, vista anche la vastità del territorio, la parola “difendersi”, può assumere un duplice significato, il primo è quello di “prevenire il verificarsi di un determinato evento”, il secondo deve intendersi come “capacità e prontezza di reazione, per impedire, qualora l'evento si sia verificato, che questo possa arrecare maggiori danni”, ed è questa seconda ipotesi quella che si è verificata negli incendi della settimana scorsa, infatti, l'isola messa a dura prova, è riuscita a fronteggiarli tutti in poche ore, grazie all'intervento di mezzi e persone professionalmente competenti e preparate.
Se per ogni incendio divampato nel mondo dovesse cadere un governo o un amministrazione comunale saremmo nel caos totale.
Ma il consigliere, dopo queste sviolinate, per salvare l'isola dagli incendi, esordisce con un rimedio davvero singolare, ovvero, dar vita alla “Riserva Naturale Orientata”, in quanto come da lui sostenuto “avere un area protetta equivale ad avere un ente gestore, che tra i suoi compiti istituzionali ha anche quello del controllo e della prevenzione degli incendi”, (se questo fosse il rimedio agli incendi l’intero globo terrestre sarebbe stato trasformato in una R.N.O.).
Anche qui mi permetto di sollevare una precisazione: è sotto gli occhi di tutti che i parchi, le riserve e le oasi protette più importanti d'Italia non sono immuni agli attacchi dei piromani, basta leggere i giornali.
Dal sito del Corpo Forestale dello Stato è possibile avere un resoconto allarmante degli incendi estivi, oltre 600 roghi nei parchi nazionali nel corso del 2007, qui già si parla di parchi con degli enti gestori che percepiscono finanziamenti di gran lunga superiori a quelli di una riserva, che hanno subito notevoli danni a causa degli incendi appiccati dai piromani, non mi sembra che i piani di difesa anti-incendio di questi enti gestori siano poi così infallibili. Infatti, l'efficienza di questi enti gestori è talmente scarsa che lo stesso Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, di recente ha annunciato una gestione privata degli enti parchi, definendoli come una “sorta di poltronificio” (basti pensare a quanto ammonta la spesa che lo Stato deve sostenere per il mantenimento di queste aree protette e soprattutto quanto percepiscono di stipendi i relativi presidenti) il tutto al fine di ridurre lo sperpero di denaro pubblico. Non è un mistero che intorno a queste poltrone ruotano molteplici interessi e rappresentano una sorta di “parcheggio” per gli amici di qualche politico. Non è neppure un mistero che una gestione privata affidata a fondazioni faccia tremare il mondo ambientalista, visto che finirebbero gli sperperi per studi e ricerche inutili. E' la classica storia all'italiana, dove i nostri soldi vengono bruciati, dove anche uno scarafaggio deve essere oggetto di studio da parte di qualche cervellone che per farlo percepisce uno stipendio faraonico.
Se gli enti gestori dei parchi più importanti d'Italia non sono in grado di garantire il controllo e la prevenzione degli incendi, mi chiedo come potrà farlo l'ente gestore di una riserva così imponente come quella di Lipari, con un territorio fortemente variegato, ci troveremmo di fronte all'ennesimo sperpero di denaro pubblico per insediare altre poltrone.
Tuttavia, questa è l'isola di coloro che gridano allo scandalo se una società non locale gestirà una banchina, ma poi sono contenti se regaliamo gran parte della nostra isola ad un ente gestore di una riserva e sono anche contenti se il valore dei terreni comprati con tanti sacrifici sarà pressoché azzerato (tanto i soldi per comprarli non li hanno spesi loro). Tutto ciò scaturisce dal fatto che in quest'isola manca l’orgoglio di essere eoliani e non si apprezzano i sacrifici che i nostri padri e soprattutto i nostri nonni hanno fatto per comprare un pezzo di terra, alzandosi la mattina alle quattro per scavare pomice a Porticello, trovando alcuni di loro la morte per silicosi o altro, oppure facendo i lavori più umili al servizio di qualche signorotto del paese, purtroppo coloro che non hanno mai fatto sacrifici, non potranno mai capire chi invece ha duramente lavorato.
Ma la frase che lascia perplessi nella lettera del consigliere è che il “Sindaco abbia il dovere morale di rivedere alcune sue convinzioni” in ordine all'istituzione della Riserva, come se questa fosse una priorità assoluta. Penso che i doveri morali di un Sindaco e di un amministrazione siano ben altri, basti pensare agli ex dipendenti Pumex, a chi è senza casa o a chi non riesce a raggiungere la fine del mese con la sua paga, rifiuto qualsiasi commento ad una simile affermazione, visto che l'esistenza e la stessa sopravvivenza di un individuo con la sua famiglia vale meno di una Riserva.
Per concludere, il consigliere a supporto delle sue teorie evidenzia una sorta di impietoso raffronto tra Salina e Lipari, spudoratamente, senza considerare che si tratta di due isole completamente diverse fra loro, sia per dimensioni (Salina è più piccola di Lipari), assetto territoriale (Salina si presenta con due montagne di oltre 800 mt d'altezza, mentre Lipari è collinare con dei tratti pianeggianti), numero di abitanti (Salina ha circa 3.000 abitanti mentre Lipari ne conta oltre 10.000) e presenze durante il periodo estivo (la maggior parte del flusso turistico viene assorbito da Lipari, mentre solo una piccola parte da Salina) e facendo passare Salina, grazie alla sua riserva, per una gallina dalle uova d'oro. Peccato che nella sua lettera il consigliere non parli dell'incendio che ha colpito l'isola di Salina nell'agosto del 2007, in particolare il Monte Porri, creando gravi danni alla riserva e dove ci sono voluti addirittura diversi giorni per domare le fiamme o peggio ancora lo spaventoso incendio del 2000 che durò ben quattro giorni, mandando completamente in fumo Monte Fossa delle Felci con buona parte della sua riserva.
Infine, non riesco a capire ancora quali sono queste “migliori opportunità”, considerato che, molti giovani sono costretti a lasciare Salina per andare a lavorare altrove, peccato, che nella lettera si parli solo dei pro e non anche dei contro, della Riserva.
Con ciò non intendo assolutamente sminuire la bellezza di Salina, che non ha certamente bisogno di simili confronti, ma non mi sembra il caso di sfruttare un dramma come quello degli incendi per dar vita ad un inutile Riserva che non risolverà assolutamente nessuno di questi problemi. Sarebbe pura utopia predicare che non ci saranno più incendi o che questi diminuiranno, mentre sarebbe più ragionevole lavorare per fronteggiarli, mediante l’ausilio di uomini, mezzi e strutture, ovvero potenziando, durante il periodo estivo, il Corpo Forestale e dei Vigili del Fuoco e creando nelle zone più esposte delle barriere anti-incendio al fine di migliorare l'ottimo lavoro che queste persone stanno già facendo.
Peccato, infine, che nella sua lettera il consigliere Lo Cascio non ha sprecato una sola riga per ringraziare i ragazzi dei Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale ed i volontari che con molti sacrifici e con uno splendido lavoro, sono riusciti a domare gli incendi, grazie anche all'ausilio dei Canadair, nonostante questa caduta di stile del consigliere, mi sembra doveroso un ringraziamento a nome mio e di tutti i cacciatori a tutti coloro che hanno contribuito e che contribuiscono a tutelare ed a salvare con il loro lavoro il patrimonio naturale dell'isola.